Hiphopmn

Anderson Paak – Malibu (Recensione)

Allora, conosco Brandon Anderson Paak con il pezzo ‘’Suede’’ nota hit del sottosuolo – con quasi un milione di visualizzazioni con il video ufficiale e un milione passato di play su Souncloud – in collaborazione con Knxwledge per Stones Throw e nel EP ‘’Link Up&Suede’’che anticipa per l’appunto il loro album previsto per l’anno in corso.

Decido quindi di ascoltarmi qualcosa e mi butto proprio su ‘’Malibu’’, secondo disco come Anderson Paak, dopo ‘’Venice’’ che lo ha fatto notare perfino a Dr.Dre, il quale lo ha fatto partecipare addirittura a sei tracce del suo ultimo album ‘’Compton’’.
Si tratta comunque del quarto lavoro dell’artista, uscito circa un mese fa – più precisamente il quindici di Gennaio – per Steel Wool, OBE e Art Club.
Anticipato da diversi singoli, si compone di sedici pezzi per la durata complessiva di un’ora d’orologio dove il protagonista della maggior parte dei pezzi è lo stesso Anderson Paak, che passa da una rappata fluida e melodica al canto orientato al Blues e Soul, proponendo un Rhythm’n’Blues ricercato, originale ed equilibrato.
Alla voce featuring rispondono: Bj, ScHoolboy Q, The Game e Talib Kweli; allo stesso modo in cui nell’elenco dei produttori compaiono Madlib, 9th Wonder, Dj Khalil nonché il medesimo Anderson in una sola traccia (è anche grazie all’assortimento dei vari musicisti che il disco suona vario, attuale e al contempo eterogeneo).
Nota di merito anche per l’artwork di Dewey Sanders.

Quindi, parlando di musica, l’ascolto è obbligatorio per chiunque cerchi qualcosa di diverso e raffinato, curato in ogni minimo dettaglio con classe, e perciò consigliato a tutti, mentre lo sconsiglierei a chi non cerchi nulla che esca dai cosiddetti ‘’canoni’’ dell Hip-Hop (anche se dubito che un lavoro del genere possa incontrare detrattori).

Il disco in questione viaggia tra possibili successi e canzoni orecchiabili allo stesso modo se non veri e propri capolavori di scrittura e interpretazione (“The Birds”), Anderson si conferma un’ottima voce: particolare, sincero e versatile.

Anche la musica in sé funziona alla grande con tracce che vi faranno muovere senza farvene nemmeno accorgere (‘’The Waters’’, ‘’Room in Here’’, ‘’Lite Weight’’), come altrettante tracce dello stesso livello (‘’Am I Wrong’’, ‘’The Season’’).

Insomma, ascoltatelo, ne vale davvero la pena. È un disco fuori dal comune, autentico e che sa dipingervi davanti il tramonto della California come i drammi personali dell’autore, che riesce benissimo a trasmettere ogni singola emozione, con un carisma tutto suo, a cui non sfugge nessun artificio per rendere un pezzo migliore dell’altro, e che, stavolta è proprio il caso di dirlo, sa arrivare alla vostra anima.

Poco non funziona in quest’album che evidenzia definitivamente la voce di Anderson nel panorama mondiale, anche se tornando all’introduzione trovo tutt’ora più interessante il progetto NxWorries (per quanto ancora agli albori),ma forse solo per affinità di suono e intenti.

Tutt’ora il disco rientra nella mia playlist dove penso resterà per tutto l’anno, e rimane il fatto che ci troviamo davanti a una promessa della musica in generale e quindi raccomando a tutti l’ascolto e valutare poi se comprarne una copia, visto che l’artista in questione lo merita davvero.

Concludo affermando che ne risentiremo parlare presto visto che dovrebbe uscire l’album dei NxWorries, senza creare grandi aspettative visto le già grandi certezze che abbiamo di fronte, aspettando quindi nuova Soul Music da parte di Anderson Paak.

Ripeto, ascoltate questo disco.

 

7,5

Matt Rocc




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1 Commento

  1. Matt Rocc 16 febbraio 2016 at 18:30

    E voi che ne pensate di questo disco? vi è piaciuto? e l’avete sentiti gli NxWorries?
    Supportate regà!

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