Hiphopmn
Junior Cally ci entra dentro.

Junior Cally è un rapper di cui si è sentito molto parlare nell’ultimo periodo. Fattosi notare a un grande pubblico verso la fine del 2017 grazie al singolo Magicabula, il primo elemento a colpire del rapper è, per forza di cose, il continuo uso della maschera antigas che gli copre interamente il viso e, di conseguenza, tutto il mistero che avvolge la sua figura. Estetica e personaggio a parte (cosa che non dovrebbe essere di alcun interesse quando si parla di musica, ma ormai le cose vanno in questa direzione), ciò che colpisce è anche il suo modo di rappare, molto diretto e non privo di frecciate al resto della scena musicale, e una certa attenzione ancora al flow e alle punchlines. Dopo circa un anno dall’uscita di “Magicabula” e diversi altri singoli nel frattempo, il giorno 2 Novembre è uscito il suo primo album ufficiale dal titolo “Ci Entro Dentro”, fuori per Sugar Music.

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Il giorno stesso quindi sono stato invitato in qualità di inviato di Hiphopmn per la presentazione dell’album. La conferenza si svolge al Talent Garden a Milano, tutti noi esponenti dei vari portali di settore veniamo fatti accomodare in una sala attorno a un grande tavolo e subito dopo arriva e prende posto lo stesso Junior Cally, ovviamente rigorosamente in maschera. Chiaramente molte delle domande vertono sulla sua maschera e lui mette in chiaro sin da subito:

“Nella copertina dell’album potete vedere che sono l’unico che non porta una maschera. La provocazione sta nel fatto che anche chi non porta una maschera in realtà ne indossa una. Tutti hanno scheletri nell’armadio.”

Continua poi a ribadire le sue distanze dal resto della scena, non puntando a parlare di droghe o a basare il tutto sull’estetica e sui soldi, da cui deriva secondo lui l’uso della maschera, in un mondo basato sull’apparire.

Avendo previsto quindi che l’aspetto “maschera” sarebbe stato pretesto per molte domande, decido di chiedergli qualcosa sul sound utilizzato in questo disco e sul suo background musicale, visti i continui richiami alla musica dance in molti pezzi e alla sua recente collaborazione assieme a Gabry Ponte.

“Io ho un fratello più grande di dieci anni e i miei primi approcci musicali arrivano grazie a lui. Quando Internet andava ancora ad ore e avevamo il permesso di usare il computer io guardavo quello che faceva lui e si passava dal primo Eminem fino a Gabber Mafia, passando per Gigi D’Agostino, Gabry Ponte e tutta sta roba qua. Quando poi sono andato in studio le prime volte pensavo che comunque le canzoni di Gabry Ponte e Gigi D’Agostino rimanevano in testa ed erano cantabilissime e ballabili; io nel rap ho cercato di fare una cosa del genere, cioè produrre una base insieme ad altri (io lavoro sempre con altri producer) e vedere come suona la strofa. I ritornelli è facile farli suonare bene, ma le strofe è più complesso. Così siamo arrivati a pezzi come Bulldozer o Rum che se vogliamo è anche un po’ pop, è un esperimento.”

Difatti spiega poi che ha cercato di fare un disco vario a livello di tematiche in modo da mostrare diversi aspetti di sé e far sì che ogni ascoltatore si affezioni a un pezzo diverso. Perciò spiega:

“Io sono un grandissimo fan di Fabri Fibra. Sentivo i suoi dischi e passava dal pezzo per le radio a quello dove dissava la madre.”

Fabri Fibra appunto è un suo idolo da sempre insieme ad altri nomi storici come Marracash, Guè Pequeno, Jake La Furia, tutti nomi con cui ammette di volere in futuro un possibile featuring; tuttavia il disco è totalmente privo di collaborazioni, perlomeno al microfono, in quanto spiega che nel suo primo lavoro vuole vedere dove arriva con le proprie forze, senza avere la collaborazione di tendenza che ti spinge il singolo in classifica su Spotify.

Tra le collaborazioni ai beats invece spicca Stabber:

“Me l’ha presentato il referente in Sugar per il mio disco. Io però non sono favorevole alle cose create a tavolino, preferisco ci sia sempre del contatto umano, piuttosto ci prendiamo un caffè e parliamo. Così ho fatto con lui, ci siamo beccati poi sono andato a casa sua che mi ha fatto sentire diverse sue produzioni. Devo dire che ho fatto fatica sulle sue basi, lui è un mostro (ride)”

Tra altre domande di rito si conclude qui la presentazione. La mia opinione è che il disco potrà piacere o non piacere, magari qualcuno non apprezzerà il personaggio altri non apprezzeranno il tipo di sound adottato, tuttavia l’impressione è quella di un disco fatto spontaneamente, non pensato per le classifiche ma indirizzato in primis ai propri fan. Potete ascoltarlo su tutti i servizi di streaming, link qui di seguito.

Junior Cally –  Ci Entro Dentro

a cura di Francesco Gobbato

 




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