Abbiamo intervistato Tony Joz dei 13 Bastardi, appena uscito con il nuovo progetto “Black Album” nato dalla collaborazione con Black Jack. Qui sotto trovate qualche curiosità sul nuovo disco ma anche qualche anticipazione dei progetti futuri!
Ciao Joz, è uscito da poco il tuo ultimo disco con Black Jack, sei felice di come sta andando?
Si. Ho finalmente trovato il team giusto con la DSC Familia e anche se le vendite non hanno ancora raggiunto le nostre aspettative mi trovo in sintonia con il loro modo di fare. Se il mio disco arriverà al cuore di più persone, sarò ancora più contento, ma è anche vero che bisogna avere un cuore per sentire la vibrazione.
Tutta Napoli attende il nuovo disco dei 13 Bastardi, cosa deve aspettarsi? Pensi che nella scena rap attuale possiate ancora inserirvi e far valere il sound old school?
Direi anche in tutta Italia. Chi fa rap a certi livelli non cerca di inserirsi in un contesto nuovo o vecchio che sia. Per quanto mi riguarda faccio rap in modo spontaneo, potrei anche fare altro con la stessa energia, come l’acqua che scorre e va dritta per la sua strada.
Hai affermato che dopo tante esperienze nel rap la tua maturità artistica è appena cominciata. Interessante, che cosa intendi?
Oggi sento di poter esprimere al meglio le mie capacità, senza mediare con nessuno a differenza di tanti miei coetanei faccio musica per far star bene la popolazione e dare messaggi costruttivi, cosa che prima, dando più importanza allo stile e al contesto mettevo quasi in secondo piano.
“Prima erano attaccati alla pucchiacca adesso invece sti cazzi della doppia H”. Geniale! Come vedi l’evoluzione dei contenuti nel rap?
Ci troviamo nell’era del “ti condivido se mi metti like” ed io non voglio far parte di questo gioco e me ne assumo la responsabilità. Ancora mi piace conoscere gente e parlare con le persone del più e del meno. Per me l’Hip Hop è una religione, ma io non sono amico del prete, specie se ha il cestino in mano mentre mi parla. Ho una mia etica e cerco di trasmetterla. Prima facevamo l’amore, adesso tutti opinionisti senza che nessuno chieda pareri…per ciò che mi riguarda io supporto il vero.
Quant’è diverso questo tuo ultimo lavoro da quello precedente? Come ti stai evolvendo?
Ho dato il giusto tempo ad ogni rima senza avere la fretta dell’età che avanza col fiato sul collo, poi i beat di Black Jack hanno fatto il resto. Più che un’evoluzione possiamo parlare di un cambiamento costante seguendo una mia logica. Non miro a fare una hit, ma a mischiare ritmo e poesia.
Oltre al nuovo disco dei 13 Bastardi, quali sorprese ci aspettano da Joz in futuro?
Attualmente mi sto concentrando per portare il mio sound e le mie parole in giro, tra le altre cose ho già scelto dei beats per scrivere cose nuove. Attualmente ho finito una bellissima partecipazione sul disco di Sandro Sù e su quello di Sestoman. Tra l’altro molto probabilmente sentirete presto la mia voce sui beat di Dj Uncino e di altri grossi calibri della scena napoletana.
Puoi dirci qual’è il pezzo del nuovo album a cui tieni di più e perché?
Vedo questo disco come un’unica traccia. Spero al più presto di finire il video di “Quando ero b.boy” e di “O’ Cerasiell”. In ogni caso credo che l’introduzione sia esplicativa di tutto il percorso di Black Album.
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