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Intervista – DoubleJay by Hiphopmn

Intervista – DoubleJay by Hiphopmn

DOUBLEJAY (2)

01) Diamo il Benvenuto su HiphopMN a DoubleJay, saltiamo le classiche domande di rito e arriviamo al dunque: Sei sia un rapper che un beatmaker, in quale ruolo ti senti più a tuo agio?
In quale senti di poter migliorare ancora di più?
Grazie per avermi contattato per questa intervista. Quando mi chiedi in quale ruolo io mi senta più a mio agio, è un po’ come chiedermi se voglio bene più a mia madre oppure a mio padre. Per il vero, ad onor di cronaca, nel 2004 sono nato come rapper e poi, per esigenze prettamente logistiche (nessuno di quelli vicino a me sapeva produrre), decisi di caricarmi tutta la baracca sulle spalle facendo il beatmaker; ricordo già che smanettavo da un anno quasi su FL Studio 3 (una schifezza immonda). Ad ogni modo, questi anni di gavetta – 12 ad oggi – sono serviti proprio per ricercare in entrambe le discipline, la mia ziona di comfort. Devo dirti che ad oggi ritengo di poter migliorare ancora molto in entrambi i ruoli ( sarebbe da stolti non tendere al miglioramento e cullarsi su ciò che si è gia fatto), ma allo stesso tempo ritengo di aver trovato la giusta “quadra” rispetto quello che voglio fare, come beatmaker e come rapper.

02) 2010, è l’anno d’uscita di Escape From Heart di Madman, l’album che consacrato e fatto scoprire al grande pubblico Madman proprio col singolo “Questa Merda” su una tua produzione.
Com’è nato quel pezzo e soprattutto vi aspettavate tutto questo successo?
Come è nato…E chi se lo ricorda! Quel pezzo è nato casualmente per via di un incontro errato tra me e MadMan su messenger (MSN per i piu vecchiotti). Io cercavo Madness, ma aggiunsi Madman(coincidenze?). Che dirti, eravamo molto giovani (lui credo sia un paio di anni più grande di me) ed io in quel periodo stavo sperimentando l’unione tra SAMPLE e SYNTH , seguendo il filone che Don Joe (tra i miei preferiti) aveva creato sin da “Penna capitale”; l’idea dell’unione tra “vecchio” e “nuovo” era stimolante nella logica di un’evoluzione qualitativamente alta del suono che fino 2006 aveva dominato il rap italiano. Così, sempre casualmente, mandai questo beat (di cui non ho più sample, progetto e traccia sul mio pc) a questo “Orange Madman”. Gli piacque,scrisse,registrò e mise questo pezzo nel suo album, proponendomi di andare a Roma per girare il video che poi avete visto tutti (dovevo esserci anche io). Io ero totalmente inconsapevole di quello che avevo fatto e quando ho visto il risultato non ho potuto che gioire; per me e per lui. Gli auguro tutto il bene anche se ci siamo persi.

03) “Nonostante i 12 anni di gavetta”, hai 26 anni e sei uno dei pochi che possono dire oggi di aver vissuto tutte e 3 le ere del rap italiano recente, cioè il periodo pre 2006 dove il rap era praticamente poco presente e lo si doveva cercare per bene, il periodo intermedio che s’è creato col boom di Mondo Marcio e Fabri Fibra con i 2 tormentoni “Dentro la Scatola” & “Applausi per Fibra” e i primi approcci in tv, e il boom dei giorni nostri dove il rap è sdoganato e a momenti possiamo trovarci un rapper a Domenica IN.
Come le hai vissute queste ere?Cosa ne pensi di questo boom attuale?
In realta ho vissuto solo gli ultimi due periodi (non farmi cosi vecchio), però il periodo storico antecedente “60HZ”, album con cui ho iniziato, ma non l’unico, ha riverberato fino al periodo di transizione da “musica fatta bene” a “musica fatta per soldi, non necessariamente male”. Tra i primi album che ho ascoltato c’è il primo di MondoMarcio e non ti nascondo che quando ha firmato, parecchi della mia generazione (me compreso), comiciarono a “storcere il muso”. Avevamo ben chiaro in mente che qualche equilibrio si sarebbe potuto rompre. Così è stato. Quando Fibra è passato dall’altra parte, abbiamo tutti capito a cosa andavamo in contro. Io pensavo “ come si potrà far conoscere alla gente TUTTA la discografia di Fibra?” “ Non si può. La gente non vuole sapere, vuole solo FRUIRE”. Guardati intorno. È una schifezza. Ciononostante questo boom permette a tutti i B-Boyz di essere “accettati socialmente” anche se il modello attuale di “rapper” proposto dai media/socialmedia è in netta antitesi con quello che sarebbe idealmente il modello di B-Boy autentico. Sfruttiamo l’onda mediatica, restando saldi al nostro percorso, per poter cambiare qualcosa ; Quindi benvenga questo cambiamento…ma solo in parte.

04) Hai da poco concluso le collaborazioni nell’album di Lord Madness e Brain usciti entrambi per Glory Hole dove hai curato parecchie produzioni, com’è nata questa collaborazione?Come ti sei trovato a lavorare con 2 dei più grandi artisti Underground del rap italiano?Puoi svelarci qualche altra collaborazione futura già programmata?
La collaborazione con Lord Madness è nata casualmente, come tutte le mie collaborazioni. Ho mandato un link di un beat caricato su soundcloud e mi è stato detto “sei valido, voglio collaborare” ( una vera e propria manna dal cielo, dopo aver perso i contatti con Madman no?). Quindi è partita la collaborazione a questo album, di cui non conoscevamo ancora nulla: né direzione, né finalità. Collaborare ha creato un rapporto di fratellanza tra me e Maddy che credo lo abbia portato ad affidarmi metà delle produzioni del suo disco, basate anche su valutazioni oggettive di qualità delle stesse. Non ti racconto quell’anno e mezzo di collaborazione ma ti dico che la title track “ il grande addio” in realtà era un RMX di un suo pezzo. Mi chiamò e mi disse “NON PUBBLICARE ASSOLUTAMENTE QUEL RMX!”.Con Brain è stato un discorso analogo, ma che scaturiva dalla spinta artistica del lavoro fatto con Maddy. Mi ha emozionato tanto vederlo live all’Arena 51 di Bologna, cantare “31 Luglio” ed alla fine sentire solo applausi. Credimi non ha prezzo. Poi Brain mi ha segnalato ad un altro grande della scena…uno della golden age…ma stiamo ancora lavorando, perciò non anticipo nulla per scaramanzia.

05) E’ da poco uscito “Per Stare Bene” album d’esordio degli Street Souldierz dove sei affiancato da Matador.Avete deciso di pubblicare l’album in freedownload. Come mai questa scelta e come sta andando a livello di riscontri?
Sia io che Mata riteniamo “per stare bene” un album valido. Soprattutto per essere il primo. Ci sono stati dei contatti con delle label, anche importanti, che si sono risolte in un “nulla di fatto” perchè quando sei “sconosciuto” nessuno è disposto ad investire ; né sul TALENTO, né sul PRODOTTO” . Diciamo che le label (non tutte) vogliono la pappa pronta, il personaggio, qualcuno che garantisca VIEWS,SOLDI,DATE e VISIBILITA’. Cosi finisce che è la label ad approfittare di te e non tu di loro. Non è un “do affinche tu dia”. E allora fanculo, noi “per stare bene” lo pubblichiamo lo stesso, in freedownload e ci diamo la possibilità di renderlo accessibile a tutti, assumendoci il rischio di rimetterci. D’altro canto, la via della label era un’alternativa all’autoproduzione, la quale sarebbe stata la via principale da percorrere.

06) Il disco ha pezzi con contaminazioni soul tra cui “Sunday”, “Nudo artistico” e appunto la title track “per stare bene” e altri pezzi più duri, più di impatto, secondo te qual’è il giusto connubio? Qual’è la cosa importante in un pezzo rap?
Il soul è stato il punto di continuità su cui io e Mata abbiamo trovato un equilibrio e ci è sembrato naturale affrontarne le varie sfaccettature trasponibili nel rap. Il giusto connubio per un album, secondo me sta nella ricerca di un equilibrio nel suono e nei contenuti. Per entrambi, un artista secondo me dovrebbe lavorare su se stesso, capire cosa vuole, e dare una visione a 360° delle proprie inclinazioni artistiche rendendole coerenti le une con le altre in una tracklist bilanciata con riferimento al sound e alle liriche. In “per stare bene” abbiamo fatto esattamente questo,secondo il nostro gusto personale. Alla fine della fierà non c’è un criterio oggettivo su cui basare le scelte artistiche, perchè l’arte è impeto ed istinto oltre che raziocinio. Stesso discorso si potrebbe fare con quello che è necesario per un pezzo rap, fermi restando CONTENUTO, SKILLS, FLOW, RIME e ATTITUDINE. Senza queste caratteristiche, universalmente applicabili, non si può sostenere che un pezzo rap sia benfatto, per il resto è tutto gusto; di chi produce il brano e di chi lo ascolta.

07) Descrivici il significato del termine “Hardcore” dal tuo punto di vista e se ti definiresti tale.

“Hardcore” è un’etichetta e a me non piacciono le etichette. Credo che per le mie influenze musicali, non potrei definirmi tale. Negli ultimi periodi si fa un uso smodato della parola hardcore per etichettare qualsiasi cosa appartenga ad un ambito artistico circoscritto. Io mi chiedo: “cosa e chi definisce cosa sia e cosa non sia hardcore?” . “quando smetteremo di pensare a cosa è hardcore?” e “ quando riusciremo a parlare di cosa sia o non sia HIPHOP?”. Parlare di HIPHOP ha più senso se pensi che queste 6 lettere riescono a contenere nel suo novero tutto ciò che noi potremmo definire come APPARTENENTE alla “KULTURA”. Per me non ha senso parlare di hardcore. Ha più senso parlare di HipHop e quando si parla di HipHop, la logica diventa molto più stringente rispetto il richiamo di una semplice caratteristica atta a distinguere un genere più leggero da un genere più pesante (per sonorità e tematiche). Parliamo di HipHop, le etichette creano confusione e conflitti ideologici inutili.

08) Il rap pugliese negli ultimi 5 anni è cresciuto esponenzialmente, con sempre più serate e sempre più artisti interessanti da scoprire. Come valuteresti il tutto? Noti differenze con i tempi in cui eri considerato tu una “nuova leva”?8. Non posso parlarti di Puglia, ma posso parlarti di Bari. Le serate fighe ormai sono poche e sinceramente vedere quattro minorenni che twerkano su ritmi per niente rap, è una cosa raccapricciante. Le serate rap-hiphop sono altre e di altro genere. Come in tutte le altre parti d’Italia, i media e la logica schiacciante del dio denaro, sono riusciti ad imporre un modello ben lontano dalla realtà dell’HipHop, perciò mi sento di dire in tutta serenità che la scena è cresciuta, ma è un albero storto con frutti marci e che ha avuto e continua ad avere dei cattivi punti di riferimento. In questo modo si sono generati personaggi anziché persone, presuntuosi e non artisti, clown e non hiphoppers. Non mancano isolati casi di gente con attitudine, ma siamo pochi e dobbiamo lavorare per resistere. Quando ero una “nuova leva” tutto questo non c’era, non c’è altro da dire,

09) Salutiamoci dandoci appuntamento per eventuali tuoi futuri live e/o progetti.
Io vi ringrazio per avermi dato la possibilità di esprimere i miei pensieri e spero vivamente che qualcuno non si risenta del mio pensiero.
Detto ciò voglio ricordarvi che “Per stare bene” é in freedownload (QUI ) e lo trovate in ascolto su Youtube (QUI).

potete richiedere la vostra copia fisica scrivendoci a questi indirizzi : MATADOR & DOUBLEJAY




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1 Commento

  1. PIPPO BEEZCAGE 8 luglio 2016 at 18:25

    GOBBOLOGOBBOLOGOBBOLO

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