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Tenebra è la notte. Intervista a Murubutu

Tenebra è la notte. Intervista a Murubutu

E’sempre un’esperienza illuminante avere a che fare con persone come Murubutu.
Il 1 Febbraio è in uscita il suo nuovo album “Tenebra è la notte ed altri racconti di buio e crepuscoli”. Un disco molto atteso con cui punta a riconfermarsi nell’ascolto tra i più giovani, cercando di affermare un pensiero in particolare: “E’possibile un rap fatto con un tipo di scrittura alto”.

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Ciao Alessio, io e te parlammo anche quando uscì “L’uomo che viaggiava nel vento”, non so se ti ricordi.

Veramente no…

 
Perfetto… Comunque dicesti che ti saresti preso una pausa importante, invece ci hai messo pochissimo. Dopo due anni sei tornato con un nuovo disco e nel mentre hai pubblicato un Mixtape.

Effettivamente ho lavorato con ritmi di un certo tipo. Diciamo che il mio obiettivo è riuscire a pubblicare un disco ogni due anni ed un mixtape all’anno. Sono contento di essere riuscito nell’intento. Pensa che c’è anche gente che mi ha detto: “Era ora!” (Ride).

 

Gli ascoltatori a volte sanno essere insistenti.

E’ vero, però sono felicissimo che ci sia questa voglia di ascoltare la mia musica. E’sempre bello trovare gente affezionata a quello che fai.

 
Il tuo nuovo disco si chiama “Tenebra è la notte”, un evidente citazione al romanzo di Francis Fitzgerald (“Tenera è la notte”). Perché tributarlo?


Beh, in realtà quell’opera non mi fa impazzire…

 
Fantastico, avevo pronte tipo 4 domande su sto libro…

(Ride)
Diciamo che di Fitzgerald apprezzo molto di più “Il Grande Gatsby”. Comunque la citazione è più un richiamo alla letterarietà dell’album che all’opera nel particolare. Ero decisamente divertito dal gioco di parole e volevo unire nel titolo le due componenti fondamentali del disco: il richiamo a tante opere letterarie ed il tema della notte.

 
Che poi a pensarci il tuo titolo contraddice fortemente quello di Fitzgerald.

Questo perché la notte è anche stata qualcosa di molto brutto per me.
In generale essa può essere presa nel suo lato più romantico, ma può anche richiamare il freddo, l’oscurità, la paura…
Pensa che per rendere la cosa più palese, ero tentato di mettere la “b” di “tenebra” tra parentesi (Ride).

 
Avrebbe fatto un certo effetto.
Comunque ci sono rimasto male, pensavo che ci fosse molta ispirazione da Fitzgerald nel disco.

Ma no!
Io quando faccio una citazione o un riferimento lo faccio come se fosse un punto di partenza o una suggestione. Cerco di non riprendere mai in modo didascalico le opere letterarie, a meno che non si parli di Mitologia, in quel caso per me è importante attenermi alla storia con una certa cura.
Comunque partendo dalla suggestione comincio a svilupparla a modo mio. Leggo un romanzo, mi affascina una frase, da quella costola sviluppo un opera parallela. Come ho fatto ne “Le notti bianche”.

 

Il pezzo con Claver Gold?

Si. E’ una citazione al racconto di Dostoevskij, ma è una citazione molto lontana.
La mia storia è molto diversa dalla sua, va a raccontare tutt’altro.
Mi è piaciuto molto quel pezzo. Ha una produzione incredibile.

E’vero, di XXXFila. Claver Gold tra le altre cose è un amico con cui ho una grande sintonia. E’sempre un piacere collaborare con lui.

 
Che poi non hai riproposto nessun featuring dell’ultimo album a parte la tua crew. Perché?

Ho la fortuna di poter collaborare con dei grandissimi scrittori.
Rancore, Ghemon, Dargen D’amico sono delle penne e dei rapper che stimo tantissimo, però mi sembrava giusto collaborare con altre penne che stimo altrettanto come Dutch Nazari, Willie Peyote, Mezzosangue e Caparezza.

 

Il rapporto con quest’ultimo come è nato?

Tramite un amicizia in comune che ci ha messo in contatto. Lui poi è una persona squisita, mi ha invitato ad un suo concerto e ci siamo conosciuti di persona.
Per me è un punto di riferimento. E’stato l’unico a portare  al grande pubblico degli argomenti di caratura intellettuale ed una scrittura di livello molto alto.

 
A me non piace molto, ma devo ammettere che dopo di lui nessuno si è riproposto nel Pop con il suo stesso stile di scrittura.

E’vero che in alcuni suoi pezzi puoi trovare una curvatura più Pop, ma per me rimane uno dei miei preferiti. Nessuno ha fatto quello che ha fatto lui per quanto riguarda il rap. Nessuno ha portato dei testi del genere a così tanta gente.
Il pezzo con Caparezza parla della poesia di Wordsworth e della sua visione della natura. E’una suggestione scaturita dalla relazione che ha l’uomo nei confronti degli astri. L’uomo si immagina come un essere microscopico se visto dalla Luna. Ciononostante questa preoccupazione svanisce quando ci si rende conto che essa non ha nessun interesse nei confronti dell’uomo. E’un modo per ricordare che noi, nel contesto universo, non valiamo assolutamente nulla rispetto alla grandezza della natura.

 

Che poi potrebbe essere anche un monito a starci più attenti.

Certo.
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Ma tu sei preoccupato per il mondo in cui i tuoi figli dovranno vivere?

Assolutamente. Sappiamo che i partiti di destra nazionalista, che stanno vincendo le elezioni di diversi paesi del mondo, sono decisamente restii ad immaginare un cambiamento in tal senso. Bolsonaro ha dichiarato che la deforestazione della foresta Amazzonica non verrà arrestata. Trump è arrivato addirittura a negare l’esistenza del surriscaldamento globale. Io vivo nella Pianura Padana e l’aria è diventata irrespirabile. Come posso non essere preoccupato?

 
In tal senso nel disco è presente “Omega Man”.

Si è il pezzo con la mia Crew, una distopia su un futuro in cui l’allargamento del buco dell’ozono porta gli uomini a dover vivere sottoterra al riparo dal sole. L’uomo non può vivere sotto i raggi solari, quindi esce dal sottosuolo solo di notte.  Mi capitò di rivedere Io sono leggenda”, che poi ho scoperto essere tratto da un’opera letteraria. Come ti dicevo prima, ho preso spunto dalla storia e poi ho sviluppato un percorso mio.

 
Non lo avrei mai detto che “Omega man” è nata da io sono leggenda.

(Ride)
In realtà si. Pensa che ho scoperto che dal libro da cui è tratto il film sono tratte anche altre pellicole ed una di queste si chiama proprio “Omega Man”.

 
Beh a sto punto sono curioso. Per esempio “Ancora Buonanotte” da dove nasce.

Quella è ispirata da una storia vera.
C’era sto ragazzo, che nel pezzo io ho chiamato Matteo. Era particolarmente povero ma era un grande musicista e vinse una borsa di studio per una prestigiosa scuola. Ciononostante con quei soldi ci pagava a stento la retta e l’accademia era parecchio lontana da casa.
In pratica la notte sto ragazzo dormiva sotto il pianoforte della scuola (Ride).

 
Ma davvero?

Davvero. Comunque dopo un mese viene scoperto da un insegnante che fece partire una raccolta fondi per aiutarlo nella sistemazione. E’una storia molto bella.

 
E’una storia incredibile! E “La notte di San Lorenzo”? Perché lo hai scelto come singolo?

Perché è un pezzo molto diverso rispetto a quelli che ho fatto fino ad ora. E’molto più melodico, ci ho lavorato tanto e poco tempo fa non mi sarei mai aspettato di poter produrre un pezzo di questo tipo.
Comunque è una riflessione laica sul fatto che i ricordi continuino ad aleggiare sui posti. Spesso, nonostante ciò che ricordiamo non ci sia più fisicamente noi continuiamo a percepirlo come se esistesse ancora. Questo non vuol dire che abbiano un esistenza nell’aldilà. Secondo me esiste un “esistenza invisibile” nell’aldiquà, che viene occupata da ciò che ricordiamo.
E’una riflessione sul fatto che la morte sia qualcosa oltre cui si può esistere, ma non per forza in una dimensione trascendente.

 

E’molto interessante. A questo punto raccontami anche di “Franz e Milena” che è il mio pezzo preferito del disco.

Quella nasce da una mia esigenza narrativa. A volte mi capita di scrivere canzoni in cui metto una vera e propria rivelazione alla fine del pezzo. Una di quelle rivelazioni che ti portano a riascoltare il tutto con occhi diversi. In questo caso volevo scrivere di questo amore, di queste lettere fatte nel cuore della notte, rivelando solo alla fine che il mittente di queste ultime era Franz Kafka.

 
Mentre lo ascoltavo pensavo che i ragazzi di oggi potrebbero essere molto aiutati da canzoni del genere nel definire l’amore. Dare loro una visione di rapporto diversa da quella che viene proposta dalla Pop music è di fondamentale importanza.

In realtà non mi pongo un obiettivo di questo tipo. Sarei contento anche solo facendo incuriosire qualcuno alla figura di Kafka. Ciononostante è vero che il loro amore fu molto combattuto e tormentato, probabilmente perché si videro pochissimo e forse il loro rapporto non sarebbe mai potuto andare avanti.

 
Perché?

Beh… soprattutto perché Milena era sposata (Ride).

 
Perfetto… (ridiamo e scherziamo per un po’poi ricominciamo a parlare del disco).
Ma tu pensi che pezzi come “Franz e Milena” possano essere usati per insegnare questi argomenti?

“Franz e Milena” nel particolare no, è leggermente romanzato.
Ma ho fatto altri pezzi che puntavano proprio a raccontare con esattezza fatti storici nel particolare. Io faccio l’insegnante e ho avuto molti messaggi da parte di colleghi e studenti che utilizzano alcuni pezzi miei per insegnare e studiare i fatti raccontati.
E’una cosa che mi fa molto piacere anche perché è esattamente ciò che speravo. 

 
Pensa che una volta utilizzai “La Battaglia di Lepanto” per aiutare la mia ragazza a studiare.

Mi fa davvero felice. E’importante per me portare certi argomenti nelle vostre orecchie.

 
Anche perché in giro non c’è molta gente che punta a una scrittura più culturale.

E’vero.
Ma infatti un mio pensiero ricorrente è che l’attenzione che mi è arrivata da tutta Italia non sia dovuta a meriti personali, quanto al vuoto che ho avuto attorno. C’è così tanta roba superficiale in giro che alla fine satura, quindi anche i ragazzi cominciano a cercare qualcos’altro da ascoltare.

 

Però i nuovi appassionati di Rap, che magari ci si sono avvicinati grazie all’ondata Trap, hanno una visione di questo genere molto diversa da quella che magari può essere la nostra.

Si ma anche loro non riescono a mangiare tutti i giorni lo stesso piatto.
Inoltre, se devo essere sincero, a scuola trovo ovviamente tanti ragazzi appassionati alla trap, ma ne trovo anche tanti vicini al sottobosco underground, che in questi anni rimane comunque molto florido.

 
Cosa ti aspetti allora da “Tenebra è la notte”?

Due cose nel particolare. Riconfermare l’attenzione dei giovani, facendogli capire che il rap può essere fatto anche con un tipo di scrittura alto e avere di nuovo diversi inviti a festival culturali e letterari. E’stata una grande soddisfazione per me e sarei felice se ricapitasse.

 

a cura di Davide Frascogna




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