Come ogni produttore che si rispetti, Dr. Dre non è un grandissimo MC, tuttavia molte delle metriche da lui “rappate” lasciano il segno.
Questa è l’ennesima prova che quei ragazzi del Compton non smettono mai di cambiare se stessi ed evolversi insieme alla scena che hanno creato.
Infatti, Dre si evolve con le produzioni senza rimanere alle produzioni del G-Funk, sonorità da lui creata ai tempi degli NWA e portata avanti con il primo Chronic del lontano 1992. La genialità del “dottore” sta nel non usare i soliti sample, ma di inventarli, una volta pensati li fa suonare e dopo di che li modificherà con il mixer. Da quello ne deriva uno dei lavori a livello di produzioni più completi di sempre, è stato capace di mettere le proprie idee in musica.
Il disco ha più sfaccettature, ma sempre tematiche West Coast, tematiche complesse? No, per nulla, sesso, droga, armi, Compton e autocelebrazione alla base di tutto, in una miscela di rap classico e potente unito a sonorità diciamo di incipit da club. A parere mio, questo è l’ultimo disco prodotto dalla Golden Age e degno facente parte di tale età.
Il grande numero di MCs che si susseguono ai microfoni crea dinamismo ed omogeneità durante tutto il disco, grasso, grosso e massiccio, una vera potenza musicale e lirica, lo stesso Snoop Dogg nel pieno del suo calo lirico lo si riscopre come ai tempi del primo “Doggystyle” o se vogliamo dell’immenso “The Doggfather”, a quattro mani scriveranno quello che poi sarà l’inno della West Coast dal 1999 in poi che è “Still D.R.E.”. Non mancano collaborazioni con MC del pieno mainstream come il prodotto da milioni di dollari Eminem, quello Slim Shady ancora pieno di strada di Detroit dentro che non dimentica le origini del genere con “Forgot About Dre” e dimostra l’affetto per Dre che gli salva il culo dall’ex moglie e dal suicidio come in “What’s The Difference?” con il più sconosciuto ma infottatissimo Xzibit che su questa traccia è il migliore, dimostrando le sue skills anche in “Some L.A. Niggaz” reggendo il confronto con MC_Ren, ex NWA quindi non so se mi spiego. Hittman, rapper underground della West Coast dell’epoca, quasi del tutto sconosciuto è l’onnipresente del disco, in ogni traccia c’è il suo zampino, si mormora che in molti casi abbia scritto insieme a Snoop Dogg le liriche di Dre. Lascia il segno in “Big Ego’s”, una traccia spettacolare dove, parlando delle metriche che lasciano il segno di Dre, il dottore inizia dicendo “Ho più classici di molti voi” ed effettivamente è così. Nate Dogg (Rest In Peace) si può intendere come l’ufficiale cantante dei ritornelli orecchiabili del disco, “The Next Episode” nè è l’esempio, una delle parti più belle del disco è proprio la parte di Nate in “Xxplosive”.
Inutile farvi una descrizione di tutto l’album traccia per traccia, perché parlarne e ascoltare il prodotto sono due cose completamente differenti! Il disco, uno dei migliori degli anni ’90, per la genialità delle produzioni che da una ventata di novità a tutta la scena, un evoluzione di un ormai trentenne produttore di “city of Compton”.
Voci di corridoio dicono che sia in fase di completamento anche “Detox” il nuovo album del Dottore a 15 anni di distanza da “2001”, le aspettative sono andate scemando con l’uscita di “I Need The Doctor”, ma comunque l’Hype è alto.
Voto: 9/10 è un classico!
Mr.Elliott
Quoto il voto e gran parte delle osservazioni, però devo fare un paio di appunti: ”Still D.R.E.” è stata scritta da jay-z e la ‘Golden Age’ più o meno va dal 1986 (Raising Hell) al 1991/92 (Chronic). Per il resto gran bel disco, sono d’accordo con tutto ciò che è scritto, mi permetto di aggiungere un’ulteriore consiglio per il lettore/ascoltatore – le cuffie(!) ; l’arrangiamento, il missaggio delle voci, gli effetti e le batterie sono incredibili! Davvero ragazzi, datemi retta provate ad ascoltarvi tutto il disco in cuffia è concentratevi su ‘tutto quello che succede’ all’interno del pezzo!