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20 anni di Illmatic, NAS – Illmatic (Recensione)

The Genesis, un intro che rappresenta proprio la nascita di questo EP. Un treno che viaggia, una televisione o una radio e in sottofondo i raps di Nas. Poi inizia il groove un po’ di presentazione.

N.Y. State Of Mind, la traccia più significativa e rappresentativa di NY, una città in cui si vive con tensione e ansia all’interno dei propri ghetti o dei propri quartieri.
La continua guerra per il potere e tra le gang che si contendono la vendita di droga, le armi. “I never sleep cause sleep is the cousin of death” la dice lunga su quale è il concetto del pezzo e come la pensa sulla città. Mai volgare, solo rabbia e tensione.
Life’s A Bitch (ft. AZ), personalmente una delle più belle canzoni nella storia rap di sempre. Un beat coinvolgente, che non da adito a dubbi. Sarà un pezzaccio. AZ è l’unico featuring presente nel CD, e già la dice lunga sulle capacità del rapper. Regala una strofa ed un ritornello difficili da scordare. Anzi impossibile: “life’s a bitch then you die that’s why we get high cause you never know where you’re gonna go life’s a bitch then you die that’s why we puff lye cause you’re never know where you’re gonna go”, Street poetry allo stato puro del termine.
Entra Nas e il livello tecnico si fluidifica e rende perfetto tutto, anche granzie alla perfetta distinzione di flow e di voci tra i due MCs. L’argomento è inutile spiegarlo è palese. Però a differenza di quello che si può pensare è una traccia molto soft, accompagnata a conclusione dalla tromba del padre che ci regalerà un ottimo accompagnamento di chiusura. Grazie Olu Dara.

The World Is Yours, un Nas che riflette su quanto l’uomo sia l’incredibile distruttore del suo ambiente. Il mondo. Nas esorta l’ascoltatore ad avere rispetto di quello che è suo. Il mondo è tuo, svegliati!
Anche qui Nas viaggia su un beat perfetto, un po’ più funky, accompagnato da ottimi graffi che riprendono anche la famosissima frase di Scarface (Nas ha sempre dimostrato il suo apprezzamento per quel film) “The World Is Yours”. Pete Rock ha regalato un beat scioltissimo ad un MC capace di presentare la frustrazione e la voglia di ricominciare a far respirare il mondo.
Halftime, come dicevamo nel preludio è l’unica traccia in cui Nas si permette di autocelebrarsi. E lo può fare. Da quando era un MC scarso a quando è diventato il Re di New York. Anni di mezzo. Traccia in cui si ascolta un beat potente, un basso che prevale su hat pesanti. Un flow tipico da autocelebrazione.
Aggressivo, ma utile a far pompare i party! Sounds sempre originari dal ghetto. A me ricorda un beat alla “Holla If Ya Hear Me” di Tupac (altro personaggio da sempre stimato da Nas).

Dopo Halftime, si da spazio a riflessioni umane da parte di Nas, come se questa traccia si ponesse a dire “ok sì, vi ho dato argomenti, ve li ho esposti al massimo, ora datemi un attimo per presentarmi, vi sto sfornando uno dei CD migliori della storia, ma chi diavolo sono?” E da qui si ritorna al Queens, con Memory Lane e One Love. Memory Lane (Sittin In Da Park), Premier ci regala un’altra base eccezionale.
Nas è seduto in un parco, si guarda intorno e ci racconta ciò che vive. La vita da strada. Anche qui il ritornello affidato agli scratch, vieni fuori dal Queensbridge, ricordando tutto.
One Love, non conoscere questa traccia significa non conoscere nulla di hip hop. Scusate se mi permetto. Il beat è uno dei più famosi del genere. I flow sono i più complessi della Golden Age. Una lettera agli amici della strada ormai incarcerati dove si attraversano i discorsi da bar, in chiave rap, in lettera. Nulla di più perfetto.
Per voi “One Love” questo dice Nas. Da applausi dalla primo all’ultimo secondo di questa traccia.

One Time 4 Your Mind, forse la traccia meno bella, ma sempre di una qualità altissima, diciamo la voce fuori dal coro dell’album. Pigliamoci un attimo, Nas cerca di entrarci in testa, un beat di Large Professor oggi catalogato come “underground”.
Represent, altra volta Premier, altra volta pezzo da 10 e lode. Cosa rappresenti? Musica, strada, amici, vita.
Cosa rappresentano? Lui ce lo descrive e lo rappresenta.

Big Up 4 Nas. It Ain’t Hard To Tell, altra traccia complessa, altra traccia autocelebrativa: metafore e giochi di parole impeccabili come quella del Dio asiatico africano, beat storico. Secondo me è al secondo posto per la traccia più bella del CD. E conclude con questa, perché per lui Illmatic ain’t hard to tell.

Categoria: Pietra Miliare, Classico, Da Avere.
Curiosità: girando su internet è facile trovare delle storie inerenti a questo CD.
1) La Columbia (etichetta discografica per la quale produce classici Nas) non voleva mettere in vendita Illmatic reputandolo un flop commerciale in quanto era troppo simile a Kool G Rap.
2) N.Y. State Of Mind è registrata tutta di un Take. Altre storie cercatevele voi.

Voto: 10 e lode/10

Mr. Elliott




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