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Sick Luke: come abbiamo cambiato il rap | Intervista

Sick Luke: come abbiamo cambiato il rap | Intervista

Si conclude con questa intervista il nostro resoconto del Nameless Music Festival, tenutosi a Lecco gli scorsi 1-2-3 Giugno e dove erano presenti alcuni tra i big e nomi nuovi della scena rap italiana. Sick Luke di certo non ha bisogno di presentazioni, è uno dei beatmaker più famosi e influenti al giorno d’oggi avendo prodotto beats per alcuni tra i nomi più importanti della scena come Guè Pequeno, Ghali, Emis Killa e molti altri ed è inoltre uno dei fautori del successo della Dark Polo Gang. Di recente si è lanciato in diversi progetti paralleli e quindi abbiamo chiesto un po’ di approfondimenti su quello su cui sta lavorando e che cosa dobbiamo aspettarci in futuro.

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Hai appena terminato il tuo live qui al Nameless Music Festival, qual è il tuo bilancio a caldo? Come ti è sembrato questo festival?

Nameless è un bel festival, mi ricorda un sacco quei live americani, quasi stile Coachella per intenderci. Davvero molto bello.

Escludendo i pezzi con la Dark Polo, ultimamente ti sei lanciato in un progetto solista, cosa ti ha portato a questa decisione?

Questa è una cosa di puro “style”, che mi è sempre piaciuta fare, da un bel po’ di tempo, quasi in parallelo con il lavoro da producer. Nel tempo libero mi son messo lì e ho provato a droppare un paio di cose.

Andranno a far parte di un disco?

Non saprei, un mixtape, un disco, qualsiasi cosa può succedere.

Parlando invece del progetto con Marina, cosa ci puoi dire?

Io e Marina stiamo facendo un disco insieme, non sappiamo ancora come si chiamerà ma sicuramente sarà una bomba. Presto arriverà, sarà un disco interamente prodotto da me e suonerà completamente diverso da tutto ciò che ho fatto fino ad adesso. Io sono molto cupo, molto club, ma anche molto “gommoso”, un po’ nello stile “Succo di zenzero”, cloud-rap.

Di recente hai anche lavorato nuovamente con tuo padre, Duke Montana.

Esatto, io e mio padre abbiamo fatto un album insieme – Grind Muzik 4 – che doveva essere un mixtape ma che poi è diventato un disco vero e proprio. Dentro ci sono due feat con me, uno dove rappo in inglese insieme a lui, e un altro dove rappo in italiano, anche se solitamente io preferisco rappare solamente in inglese.

Negli ultimi anni abbiamo assistito ad uno svecchiamento massiccio nella scena rap italiana. Sicuramente uno dei fautori di tutto ciò sei proprio tu, cosa ne pensi di questo processo?

Sì effettivamente, insieme ad altri, sono uno degli innovatori di questa cosa. All’inizio a Roma c’era la Dark Polo Gang e a Milano c’erano Ghali e Sfera con Charlie. Tutti insieme abbiamo tirato fuori questo nuovo movimento, che poi ha fatto sì che nascessero tutti questi nuovi (t)rapper del momento.
Ci siamo trovati tutti nel momento giusto, tutti con gli stessi interessi, ascoltavamo la stessa roba.
Pure la Dark Polo Gang, quando l’ho presentata a Sfera Ebbasta 3 anni fa quando non aveva ancora droppato il disco XDVR, lui ha subito detto “Questa roba è stile Chief Keff, super americana”. Infatti al momento i rapper più americani sono la Dark Polo Gang, Sfera Ebbasta e tutto quel filone.
Credo che noi abbiamo fatto in 3 anni quello che il rap italiano ha fatto tipo in 10 anni, sincero. Non è una cosa dis-rispettosa, però è innegabile che noi abbiamo dato davvero tanto.
In così poco tempo ci sono stati così tanti dischi d’oro, di platino, apparizioni in radio e in tv, tutte cose che fino a qualche tempo fa si potevano permettere solamente i vari Fibra etc.
Adesso un sacco di gente fa hype da qualche anno a questa parte, anche Bello Figo e Young Signorino possono arrivare in tv a Matrix in questo momento. Poi chiaramente c’è chi vede queste cose come prese in giro e chi le vede come serie, io non le vedo come prese in giro. Loro fanno la loro cosa e basta

Per concludere, la Dark Polo Gang di recente ha fatto uscire “British” prodotta da te, dobbiamo aspettarci un qualche nuovo loro lavoro?

Stanno lavorando, e sarà prodotto da me sicuramente. Vedrete!

a cura di Francesco Gobbato




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