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HipHopMN Awards – Il nostro 2016

HipHopMN Awards – Il nostro 2016

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Come ormai siamo abituati ogni anno, è consuetudine verso gli ultimi giorni di dicembre e i primi di gennaio dell’anno nuovo, fare il punto della situazione dei dischi usciti e valutare quali sono state le uscite migliori. Noi di HipHopMN abbiamo perciò selezionato un certo numero di dischi che, a nostro modestissimo parere, sono stati tra i più validi di questo 2016. Ci teniamo a precisare che questa non è una classifica e che questi non sono gli unici lavori degni di nota usciti, ognuno ha scelto il disco che più l’ha segnato o gli è rimasto impresso, quindi non preoccupatevi se ci sono dischi non segnalati ma comunque meritevoli.
Ecco a voi quindi i dischi del 2016 di Hiphopmn!

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Quest’anno mi sono sentito in forte difficoltà davanti alla scelta di nominare IL disco, tra le decine che mi hanno affascinato e incantato in questo 2016, per altro spesso di tipologia molto diversa l’uno dall’altro. Dato che i miei colleghi mi ci hanno costretto, mi sento di dare la mia nomination ad Hellvisback di Salmo: il disco pur rientrando a tutti gli effetti nel panorama del “mainstream” (e il platino lo dimostra), mantiene una forte identità hardcore, con testi e tematiche mai scontate e sonorità sempre ben studiate, ma comunque “crude”. Non voglio fare la lista della spesa delle tracce da ascoltare, perché secondo me è il disco nella sua interezza ad essere così interessante, ma se proprio dovessi trovare un pezzo rappresentativo, secondo me L’alba potrebbe rispecchiare al meglio questo lavoro.
Non è facile accontentare il grande pubblico e contemporaneamente ottenere il consenso degli “addetti ai lavori” e Salmo a mio modo di vedere ci riesce sempre egregiamente.
P.S. Menzione speciale al disco di Murubutu, “L’uomo che viaggiava nel vento” ed in particolar modo alla traccia “La bella Creola”, trovo stupendo il modo di raccontare storie di questo artista.
P.S.2 Altra menzione speciale anche a “More Hate” di E-Green che molti hanno criticato e trovato “sottotono”. Devo dire che inizialmente anche io sono rimasto vagamente deluso, ma dopo qualche ascolto la mia visione su questo lavoro è totalmente cambiata, al punto da meritarsi almeno una menzione in questi Awards. E’ un lavoro molto vario e con alcune tracce evitabili (il pezzo raggaeton non ha senso di esistere e suona anacronistico), ma nell’insieme scorre bene, con qualche traccia eccellente.

Tomas Toffolet

 

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Ho voluto menzionare questo disco per diversi motivi.
Innanzitutto ripongo molta fiducia in questo ragazzo, trovo sia il più talentuoso in questa ondata “young”, inoltre ha una dialettica e un modo di raccontare le sue storie estremamente particolare (non a caso ha recentemente indicato Dargen D’Amico come artista che più l’ha formato).
Pur essendo un “mixtape” e non avendo una vera e propria ossatura da “disco ufficiale”, l’album scorre davvero piacevolmente, andando a presentare all’ascoltatore il mondo colorato e variegato che Tedua ha vissuto, e vive, tra Milano e Cogoleto.
Aspettiamo il nuovo anno per vedere come si evolverà la situazione, per ora ci sono tutti i presupposti per un gran bel percorso artistico.

Simone Giorgis

 

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Il 2016 secondo Mas… no, non è un titolo di un vangelo.
Questo 2016 ha visto nascere un sacco di lavori interessanti, tuttavia è stato caratterizzato anche da un paio di uscite poco simpatiche di personaggi che con la cultura Hip Hop c’entrano poco.
Detto ciò il rap è musica e come tale và apprezzata e disprezzata.
Di seguito mi limiterò a citare quei dischi che ho ascoltato e riascoltato più volte in questo 2016, dischi che secondo me meritano di essere nella playlist di ognuno di noi:
MistamanRealtà aumentata;
MurubutuL’uomo che viaggiava nel tempo;
BrainLeocadia;
Street SouldierzPer stare bene.
Ora, infine, lasciatemi spendere due parole per tre artisti che stimo parecchio ma che per mea culpa non sono ancora riuscito ad ascoltare e quindi non posso ancora consigliarvi:
Sto parlando di Dj Fastcut, Kiave e Zampa.
Sono sicuro che questi 3 hanno sfornato dischi che non mi deluderanno quindi mi auguro quanto prima di poterli ascoltare!

Menzione speciale per ultimo per un disco del 2014 scoperto solo nel 2016:
NXElemento Di Disturbo, ve lo descrivo con due parole: MAMMA MIA.

Mauro ‘Mas’ Baldini

 

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Premessa: per me il disco dell’anno è quello che si ascolta e apprezza maggiormente durante i 12 mesi; nomino quindi “Elemento Di Disturbo” di NX, che però è uscito nel 2014 e quindi non può concorrere. “EDD” è un discone, è un anno e mezzo che è praticamente sempre in auto. Vi potrei dire i featurings presenti, i producers ecc ma la realtà è che è il disco in sè a meritare. Se non conoscete NX rimediate subito, “Elemento Di Disturbo”, a mio parere, andrebbe sentito da tutti gli amanti del genere. NX insieme a Fre forma i MassaKrasta, nel 2006 uscì il loro album “Maleducati”, altro bel progetto da recuperare. Qualche mese fa consigliai “EDD” a Mas e come avete letto l’ha inserito anche lui come menzione speciale. DISCONE.

Per quanto riguarda gli awards veri e propri: “Età Dell’Oro” di Blo/B e l’omonimo disco dei MoonLoverz (del quale trovate la cover qui sopra).
Pari merito per questi due progetti perché, sebbene in modo diverso, mi hanno fatto entrambi ben sperare per il futuro. Ci sono stati mesi nei quali chi non aveva qualche pezzo trap era fuori dai giochi: loro hanno dimostrato che fare altro è possibile, senza scendere a compromessi, rimanendo nel loro e con due mood diversi. I MoonLoverz hanno perfino dovuto fare una ristampa, segno che anche da parte del pubblico c’è voglia di altro. Del loro progetto mi ha colpito il fatto che, nonostante sia stato registrato tutto a distanza (i 4 infatti si sono incontrati solo a disco concluso), ci fosse sintonia in ogni pezzo.
“Età Dell’Oro”, pur non essendo trap, non suona vecchio, anzi, l’ascolto scorre liscio e sempre piacevole. In poche parole spacca.

Laura Since

 

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In un anno così influenzato dalla Trap e dall’autotune, un integralista, rompiballe come me, non poteva che scegliere questo come disco dell’anno. Blo/B, con “Età dell’oro”, ha sganciato una bomba atomica sul rap Italiano, dimostrando che è possibile fare un rap crudo ed hardcore, ma incredibilmente fresco e propositivo, senza aver bisogno di canticchiare con voce pesantemente artefatta nelle strofe.
L’album è curatissimo e suona da Dio, senza contare la potenza delle strofe del rapper e la sua attitudine e foga, che ti fanno sentire parte integrante di ciò che rappa.
Per il resto menzione speciale per l’adriacosta (ma anche per “Rapper Bianco” di Nex e St.Luca), Egreen, Shadaloo ed Iken, Mistaman, Murubutu e Salmo.

Davide Frascogna

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Ero parecchio in difficoltà su che disco segnalare per questo 2016: un po’ perchè ormai si ascoltano così tanti dischi che è difficile scegliere uno migliore degli altri, un po’ perchè oramai il mio approccio alla musica è meno rigido e quando ascolto qualcosa non sto a pensare se è il disco migliore in assoluto, basta che mi pigli bene. Ed è il motivo per cui quest’anno mi son preso bene ascoltando tanti lavori, dal disco di Salmo, a quello di Jack The Smoker, Guè e Marra, Luche, Axos e il suo ottimo Mitridate, Mistaman che dimostra di essere al passo coi tempi con Realtà Aumentata, En?gma, che con Indaco mi ha sorpreso parecchio, e perfino The Dark Album di Pyrex della Dark Polo Gang (mi spiace, ma è un bel disco). Tuttavia se devo fare un unico nome per questo 2016, scelgo Dasein Sollen di Rkomi, che per me è stata una grandissima sorpresa e in fin dei conti il lavoro che ho consumato di più quest’anno (anche grazie alla breve durata). Un ragazzo della nuova scuola che spacca veramente mettendo d’accordo i vecchi ascoltatori e quelli più giovani.

Francesco “Gobba” Gobbato

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“La scena è ferma fra inizio ad annoiarmi/A fare il disco dell’anno fra tutti gli anni”.

Sulla prima parte avrei da ridire. Ma sulla seconda, almeno per quest’anno, non controbatto assolutamente. Luchè cavalca alla perfezione le possibilità offerte dalla trap con banger potenti, senza mai scostarsi dalla sua scrittura creatice di immagini nitide nell’ascoltatore. Rispetto agli altri prodotti usciti nel 2016, il quid in più di quest’album è l’unione che il rapper napoletano ha creato fra sonorità recenti e le caratteristiche che hanno accompagnato i suoi lavori precedenti. Fra chi è fermo a beat che suonano triti e ritriti e altri che cercano di sperimentare, ma con poco successo, qui ci troviamo davanti ad un disco che ha convinto in tutte le scelte: dai featuring, passando per l’accompagnamento musicale fino ad arrivare alle liriche.

Il Genio di Marianella ha portato in alto sé stesso ed il suo quartiere, imponendosi come uno delle colonne portanti del rap made in Ita.

Simone Solazzi

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Miglior album dell’anno indubbiamente Hellvisback di Salmo.
L’ho consumato, un discone dall’inizio alla fine. A cominciare dagli arrangiamenti delle strumentali fino all’interpretazione di Salmo che ha dimostrato di non avere assolutamente bisogno di nessuno in Italia per fare i numeri. Rimane l’unico rapper insieme a Marracash in grado di gasarmi e infatti non me la sento di non nominare almeno Santeria tra i dischi che ho apprezzato di più in quanto è sicuramente un ottimo prodotto discografico. Un saluto a tutti i lettori.

Fenix




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