1) Ciao Hyst, grazie per averci concesso quest’intervista! Giusto per iniziare, raccontaci un po’ come ti sei appassionato alla cultura hip hop e conseguentemente come hai iniziato a rappare, fondando una tua etichetta Altoent e passando poi in Blue Nox.
Accidenti.. provo ad essere più breve possibile:
un giorno mi è apparso Chuck-DIO e mi ha detto “REPPA, PER DIO, REPPA!!”
2) Oltre a essere un rapper, sei anche attore, grafico, produttore ecc. C’è una di queste definizioni in cui ti rispecchi di più? Se sì, perché? Oppure ti senti artista a 360°(noi ti vediamo come tale)?
Nessuna di queste. la mia arte è la narrazione.
Osservo la vita e la racconto. la mia o quella degli altri, non importa. L’importante è trovare dei momenti che valgano la pena essere fermati. Valori che valga la pena essere sponsorizzati.
3) Nonostante tu sia sulla scena da tanto, il tuo primo e (per ora) unico disco solista (escludendo l’EP Hystory) risale al 2010. Come mai hai deciso di aspettare così tanto per far uscire un disco tutto tuo?
Non ho “deciso” di aspettare. E’ per carattere, mi diverto moltissimo anche a tirare fuori i talenti degli altri. Così ho utilizzato tanto tempo per sviluppare le capacità di mio fratello JESTO, come di altri giovani mcs romani, come Rancore, Jimmy “Yojimbo” e Saga, oltre agli Apachekipe che non sono di Roma ma vivevano qui.
Il fatto è che nonostante quello che può sembrare per i lavori che faccio io non sono un esibizionista, ne un egocentrico. Non sono attratto dall’attenzione della gente. Quindi non mi è mai pesato far emergere prima i miei amici.
4) Sappiamo che sei al lavoro al tuo secondo disco ufficiale, di cui è già uscito un primo estratto “Adesso Scrivo”. Puoi anticiparci qualcosa su questo nuovo lavoro?
Rispetto ad “ALTO” la principale differenza sarà che i beat non saranno miei. Sto raccogliendo materiale da diversi beatmaker e sto capendo un po per volta quale sarà il sound del disco.
So per certo che vorrò cercare di essere meno “professore” e più “persona” rispetto al lavoro precedente. Io non amo la saccenza e quando scrivo di cose che reputo importanti e mi sento dire che sono saccente la cosa mi ferisce moltissimo.
Vorrei che fosse chiaro che quando parlo di POLITICA lo faccio per AMORE. La politica è lo schema delle relazioni e dei comportamenti entro cui viviamo. Chi la separa dai sentimenti o dalle emozioni non ha ben capito di cosa sta parlando.
5) In questo periodo dove il rap è così diffuso e sdoganato, qual è la tua opinione sulla scena rap/hip hop italiana, mainstream e underground? La reputi una scena valida o hai qualcosa da ridire? Ci sono secondo te nuovi rapper emergenti che meritano di sfondare e far successo?
Il discorso è il solito. L’italia sta facendo il percorso che altre nazioni hanno fatto 10 o 15 anni fa. Il RAP trova una forte affermazione nella musica popolare, ne nascono derive pop ma contemporaneamente aumenta anche il pubblico che si interessa alla musica indipendente.
Io sono a favore di questo sviluppo semplicemente perchè filosoficamente promuovo il cambiamento. Rimanere in un paese in cui erano sempre i solito 5000 ad ascoltare rap, ripetendosi gli stessi commenti, deificando i 4 gruppi pionieri come se non ci fossero altre frontiere da esplorare.. quella è una dimensione che va bene per certi caratteri, nostalgici abitudinari etc.. io mi sarei annoiato. Preferisco vedere un paese di artisti che si cimentano con regole nuove, esplorando la musica in ogni angolo. Tanto la percentuale di bravi artisti e di Fake mcs è sempre la stessa. 50 e 50, sia se a cantare siamo in due che se siamo 20.000.
Io sono profondamente ESTRANEO al concetto di “meritare” il successo.
Il successo di un’operazione artistica si misura nella qualità dell’effetto emotivo ed intellettuale che riesce ad ottenere.
Il successo di un’operazione commerciale si misura nel numero di persone che consumano quel prodotto o i suoi derivati. Sono due cose diverse.
Esistono dei modi per fondere le due cose in certe percentuali variabili, ovvero è possibile coinvolgere un pubblico vasto continuando a suscitare qualche emozione, non c’è dubbio.
Ma avere successo etimologicamente significa RAGGIUNGERE L’OBBIETTIVO CHE CI SI E’ PREFISSATI.
Per fare questo non c’è merito. c’è METODO, è un’altra cosa.
6) Nella scene hip hop italiana e/o internazionale c’è qualche artista che ammiri, a cui ti ispiri, che consideri un idolo e con cui magari un giorno ti piacerebbe collaborare? Se sì, puoi darci un nome?
Non ho di nessuno la percezione di IDOLO. Qualunque artista, anche il più grande o quello che mi ha emozionato di più, potrei sputargli in faccia in questo momento se facesse qualcosa che ritengo inaccettabile. Ho imparato che gli esseri umani sono TUTTI fallaci, non mi aspetto la divinità da nessuno. Puoi essere un fottutissimo genio a rappare, a cantare, a scrivere o recitare.. quasi sicuramente sarai una persona fragile come, se non più, delle altre.
Collaborare? la lista sarebbe infinita. Adoro collaborare.
Se fosse per me non li farei nemmeno i dischi solisti.
7) Domanda un po’ di gossip: come mai le collaborazioni tra te e tuo fratello Jesto sono andate sempre diminuendo?
Perchè se all’inizio c’è stata una fase di studio in cui era automatico appoggiarsi a chi si aveva vicino, poi col tempo ognuno ha sviluppato un percorso personale, che non necessariamente poteva coincidere con il percorso dell’altro.
A me diverte moltissimo la roba che fa mio fratello. Ha il difetto di essere sempre 5, 6 anni avanti rispetto a quello che il pubblico è pronto a recepire, e l’Italia non ha mai premiato i veggenti.
Il suo essere indipendente si manifesta proprio in questo suo voler essere sempre al passo con le sonorità più fresche, quelle con cui si cimentano i rapper in america.. è uno che non sopporta di adagiarsi sul vecchio, anche se il vecchio a volte fa guadagnare di più. ha bisogno di stimoli.
Anche io sono così ma per me a volte il vecchio è VINTAGE..
e una certa malinconia di cose belle passate è nel mio carattere.
8) Spesso tratti temi sociali nei tuoi testi. Quindi la domanda sul sociale è quasi d’obbligo. Come vedi l’Italia di oggi? Raccontacela dai tuoi occhi.
la vedo a mandorla.
… il discorso è molto complesso, non merita una rispostina striminzita.
L’Italia è un paese a cui è stata tolta la coscienza nazionale.
30 anni di bassa cultura televisiva, musicale, letteraria, giornalistica.. hanno promosso valori egotistici.
E’ deceduto il senso della costruzione. Oggi un italiano vuole tutto ciò che riesce a sgraffignare nel momento in cui ne ha l’opportunità. Non pensa a costruire. Non ha METODO per la costruzione del proprio successo, della propria felicità.
Ci sono pochissimi baluardi di un italianità frammentata, che è stata una delle culture più belle del mondo.. dal punto di vista UMANO. Non sto parlando dei monumenti, etc.. parlo proprio dello spirito degli uomini e delle donne che costituiscono una nazione.
Questa miopia spirituale porta poi ad essere molto lenti ed ingenui rispetto ai meccanismi della politica e dell’economia mondiale, che invece si fa ogni giorno più sottile e scaltra.
Diciamo che siamo fottuti. l’unica speranza è una regressione ad uno stato agricolo, con molta meno popolazione, in cui il “riuscire a campare” crei la condizione per la rinascita dello spirito Italiano.
9)Salutaci! E saluta i tuoi fans!
L’HipHop è morto.. centinaia di volte.. poi è rinato. diventa stupido cercare di convincerlo a farsi la carta d’identità.
Vi voglio bene, ci vediamo presto.
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