Hiphopmn

1) Benvenuti su hiphopmn.it, Kappa e Momak! Per chi non vi conoscesse raccontate la vostra storia. Com’è avvenuto il passaggio da bboys ad mcs/dj? E in seguito come sono nati i Menhir?
Nasciamo appunto come b-boy intorno alla metà degli anni ottanta. Il passaggio da breaker ad mc è avvenuto in maniera molto naturale: il rap è sempre stato un qualcosa che ci ha affascinato, è la dimensione nella quale abbiamo trovato il nostro modo di veicolare l’energia, tuttavia noi concepiamo le rime come se fossero dei passi di break, e cioè abbiamo traslato nella musica lo stesso approccio che hanno i b-boys con il pavimento .

2) Dopo 8 anni dall’ultimo progetto esce “Abissi”. Come mai avete aspettato così tanto tempo? Cosa vi ha spinti a rimettervi in gioco? Perché avete intitolato l’album “Abissi”? Pensate forse che la scena hip hop stia affondando?
Ci sono tanti fattori che non ci hanno permesso di pubblicare altri dischi nell’arco di questi otto anni, ma dovrei dilungarmi troppo in dettagli che vanno al di là della musica, perciò basti sapere che, nonostante l’assenza discografica, ci siamo sempre dati da fare per promuovere e diffondere attivamente l’hip hop. Non abbiamo mai smesso di scrivere, suonare e fare live e con questa affermazione credo di aver dato una risposta anche alla seconda domanda ( Cosa vi ha spinti a rimettervi in gioco?), e cioè che non ci siamo rimessi in gioco poiché non abbiamo mai smesso di giocare, di essere presenti. Riguardo all’album, abbiamo scelto di intitolarlo Abissi per diversi motivi, come per esempio perché viviamo in un momento storico difficile, la società con la quale dobbiamo fare i conti sta facendo lievitare a dismisura il malessere e le differenze tra le classi, la frustrazione e la mancanza di sbocchi causano alienazione ed emarginazione, ci trascinano negli abissi del vivere quotidiano. Inoltre chi dovrebbe fungere da catalizzatore e dare segnali di forte dissenso a questo nuovo ordine sociale al quale dobbiamo sottostare, come per esempio i musicisti, gli artisti in genere, e in questo caso specifico i rapper, sono nella maggior parte dei casi intenti a curare aspetti strettamente legati al business, dando così a questa generazione valori negativi, come l’esaltazione di cose effimere, l’interesse morboso per il guadagno a costo di dover produrre musica priva di spessore e contenuti costruttivi, gli abissi dove la consapevolezza si perde. Inoltre il titolo Abissi è come il nostro biglietto da visita, indica la nostra provenienza, è un modo figurativo per sottolineare la forte impronta underground dei Menhir. Non so dirti se la scena hip hop stia affondando, ma sicuramente ha perduto molte forze rispetto agli anni precedenti, è più debole perché meno coesa, infettata e invasa da personaggi spudoratamente venali e senza alcun amore verso questa cultura.

3) State facendo numerosi live e l’instore nella vostra città è stato un successo. A cosa pensate sia dovuto tutto questo amore da parte del pubblico?
Credo sia dovuto al fatto che nel tempo siamo sempre rimasti noi stessi, non abbiamo mai cambiato direzione e il pubblico non si è sentito ”tradito” dalla nostra musica e dai suoi contenuti. Inoltre per noi è sempre stato fondamentale conservare quel ”marchio di strada” che ci ha permesso di essere sempre in sintonia con le persone, eliminando la differenza tra il musicista e l’ascoltatore, così da essere un tutt’uno. Questo significa “Rappresentare”.

4) Perché avete deciso di far uscire l’album con la Machete? Solo per questioni di origine o c’è qualcosa che vi ha colpito particolarmente di loro?
La Machete è riuscita a crearsi una grande visibilità e un numerosissimo seguito, e questo è sicuramente un grande traguardo che non lascia indifferenti, però ad essere sincero l’album è uscito con la Machete perché ci conoscevamo da un po’ di tempo e loro sono stati gentili e disponibili nel darci la possibilità di essere promossi e distribuiti attraverso i loro canali, senza alcun tipo di vincolo musicale e con molta serenità.

5) State già lavorando a un nuovo progetto o per ora vi dedicate alla promozione e divulgazione di “Abissi”? Programmi per un futuro prossimo? Con chi vorreste collaborare tra gli MCs della nuova scuola?
Ci stiamo dedicando alla promozione e alla divulgazione di Abissi, e sarà cosi fino a febbraio/marzo del 2016. Però stiamo già mettendo le basi per progetti futuri che permetteranno di dare continuità discografica ai Menhir. Vorremmo collaborare con chi ha le idee chiare e qualcosa di serio da dire, ma al di là di questo fattore, per noi conta principalmente il rapporto umano, non facciamo featuring con chi non conosciamo, a prescindere dal suo successo o dalla sua visibilità.

6) Come avete scelto i featuring per l’album? Come mai ci sono più produzioni di Ismakillah che di Momak? Con chi vi siete trovati meglio a collaborare?
I featuring presenti nell’album sono nati sempre in modo spontaneo, con amici musicisti di sempre, quindi più che una scelta è stata una normalissima collaborazione decisa da fattori legati in primis alla stima e all’amicizia. Per le produzioni invece è andata diversamente, e cioè quando l’album era quasi ultimato e registrato sui beat di Momak, abbiamo cercato di darci un’alternativa per quanto riguardasse le atmosfere e in generale il suono delle basi, in modo da poter avere una scelta più ampia. Inizialmente la Machete ci propose qualcosa su”Pronti al contatto,”con il beat di uno dei produttori che collaborano con loro ma nonostante l’idea fosse interessante non rispecchiava quello che cercavamo per Abissi. Nel frattempo qualcuno ci ha fatto sentire dei brani con le produzioni di Isma e ci sono piaciute tantissimo. Così l’abbiamo contattato e lui è stato molto disponibile, abbiamo parlato del sound che cercavamo e da lì sono nati i beat che conoscete, ad eccezione di Nugoro, Terre di confine, Emigraos e Hip Hop che sono di Momak. Riguardo al produttore con il quale ci siamo trovati meglio non ho delle preferenze, dico che ci siamo trovati bene con tutti quelli con cui abbiamo collaborato.

7) Back in the days: com’è stato lavorare al fianco di Gruff e Skizo? Col senno di poi cambiereste qualcosa in “Pecorino Sardo”? Da allora ai giorni nostri ci son stati cambiamenti nel vostro modo di scrivere/produrre e in generale nei confronti del rap/hip hop?
Collaborare con Gruff e Skizo è stata un’esperienza costruttiva e ricca di soddisfazioni: sono due grandi dell’hip hop italiano, inoltre è stato un onore avere dentro il progetto fratelli come Josta e Pinzu, per cui credo che di “Pecorino sardo” non cambierei una virgola. Riguardo ai cambiamenti nell’approccio con la musica direi che rispetto a prima siamo ovviamente più maturi, e avendo lavorato tanto sul flow e la musicalità delle parole oggi abbiamo una padronanza maggiore di quelle che sono le caratteristiche del nostro stile, dei temi e della scelta dei beat.

8) C’è una domanda che non vi ha mai fatto nessuno alla quale non vedete l’ora di rispondere? Fatevela e rispondetevi!
In questo momento non saprei che domanda fare a noi stessi, le vostre sono state sicuramente ottime domande.

9)Grazie mille per la disponibilità e per il tempo dedicatoci. Salutate lo staff di HipHopMN e i vostri fans.
Un grazie di cuore a tutto lo staff di HipHopMN che ci ha permesso di fare quest’intervista con loro, e un grande saluto ai nostri fans e sostenitori, senza di voi i Menhir non sarebbero quello che sono!!




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