Hiphopmn

Metal Carter – Cult Leader (Recensione)

Metal Carter – Cult Leader (Recensione)

maxresdefault
Metal Carter è sicuramente una delle personalità più controverse della rap music della penisola. Aver introdotto in Italia un genere nuovo come il “Death Rap” e aver preservato la sua integrità e serietà come membro storico della cultura underground musicale e di una crew rispettata come il “Truce klan”, infatti, gli ha assicurato un seguito molto affezionato, che non si era mai visto in Italia per chi avesse limiti tecnici e metrici palesi come il suddetto.
Tutto questo, comunque, ha reso il giudizio sul “Sergente di metallo” praticamente spaccato in due, rendendolo un personaggio da “o lo ami o lo odi”.
Il discorso sulla sua musica, almeno secondo me, è però molto più profondo e complicato da affrontare e l’uscita del suo nuovo disco, “Cult Leader”, è l’occasione giusta per trattarne. Esso, infatti, uscito per la stakanovista “Glory Hole records”, si è eretto a “manifesto di poetica” del rapper per temi ed approccio al testo, pur facendogli provare nuove strade nella costruzione musicale del lavoro. Parliamo di 19 tracce dove i temi macabri del “Death rap” fanno sicuramente da padroni, ma in cui ritroviamo un Carter molto più vicino alla scena Italiana (infatti ci sono tantissimi featuring) ma soprattutto aperto anche a soluzioni più melodiche (rasentate dall’utilizzo della voce bellissima di Caputo). Ciononostante, il disco conserva la solità organicità rispetto al genere a cui è predisposto, che, ricordiamo, ha canoni diversi rispetto al rap tradizionale. Se è pur vero, che i limiti di Carter siano palesi e scontati, essi sono allo stesso tempo difficili da ascoltare ma funzionali rispetto al tipo di musica in cui sono inseriti, che è per definizione una musica “per pochi eletti”, decisamente improntata su bassi coefficienti legati alla melodia ed all’ascoltabilità, anche per questo la scelta di Caputo nel particolare, ma in generale di tutta la parte musicale del disco soprende un po’.

Il tutto, infatti, è prodotto da Eddy Depha, giovane beatmaker Romano, che fa un lavoro a dir poco stupefacente, organizzando un ossatura perfetta per le qualità di Carter. Su questo tappeto musicale, infatti, il suddetto riesce a trovare una formula perfetta per il suo rap, e con tutte i limiti prima citati, riesce a sfornare anche pezzi apprezzabili dal punto di vista del rap tradizionale, come “Non può cambiare il mondo una canzone”, “Voci che gridano” e “Finchè non ci cacciano”, traccia che presenta un insolita combo con Tormento, la quale però, crea il pezzo più riuscito dell’album. Altri featuring decisamente apprezzabili sono quello con E-Green, che caccia la solita bomba, Nex Cassel, che si conferma il solito rapper da altissimi livelli, Er costa, rileggi quanto detto per Green ed infine Gemello, Noyz Narcos e Aban. Riusciti decisamente peggio, invece, sono quelli con Fibra e Madman, poichè il primo non scrive una strofa pari alla grandezza del suo nome, mentre il secondo, dotato di un abilità tecnica nota a tutti, rappa una strofa che rende decisamente imbarazzante il divario tra lui e Carter, almeno sotto questo punto di vista.
I temi toccati dal sergente sono per la maggiore macabri ed oscuri, come sempre diciamo, ma anche nostalgici e tristi se vengono presi in considerazione altri pezzi come “Una vita migliore”. Comunque tutti i testi sono molto profondi e Carter sembra aver messo davvero tutto se stesso nell’inchiostro per la scrittura di questo lavoro.

In sostanza, quindi, parliamo di un disco valido ed apprezzabile sotto più punti di vista. Se seguivate Metal Carter già da prima, ed apprezzavate la sua musica questo lavoro non potrà che piacervi. Nel caso ci fosse una situazione opposta, però, un ascolto lo consiglierei lo stesso, poichè, nonostante la forte costanza nei temi e spesso anche nel suono con i precedenti lavori, “Cult Leader” rappresenta comunque una piccola svolta nella carriera del rapper romano, ed in generale sembra molto meglio strutturato e studiato.

Voto: 7
Davide Frascogna.




Condividi con:

FacebookTwitterGoogleTumblrPinterest

Scrivi un Commento