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Brain e il suo nuovo percorso | Intervista

Brain e il suo nuovo percorso | Intervista

Oggi vi presentiamo la nostra nuova intervista a Brain! Da poco fuori con il suo nuovo progetto, ci ha raccontato la sua nuova vita, il suo modo di vedere la musica e la nuova avventura con Rap Pirata. Buona lettura!

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A gennaio è uscito il tuo nuovo disco “Dark Side of the Brain”. Come sta andando? Sei contento dei Feedback ricevuti?

Il disco è uscito in digitale il 19 Gennaio, ha avuto un riscontro a livello di rete mediocre come tutti i miei lavori, il feedback migliore l’ho visto ai live, vedo sempre più gente venire ai miei spettacoli dal vivo, questo disco secondo il mio modo di vedere mi ha dato più audience degli altri. Forse perché è il più vero.

Rispetto a “Leocadia” c’è una differenza palese, soprattutto nel suono e nelle liriche che, secondo me, sono in generale molto più cupe.
Tu che differenze e che somiglianze ci trovi tra i tuoi ultimi dischi ufficiali?

Come detto prima qua c’è il riassunto di me per quel che sono. Ho scritto questo disco dopo essermi separato dalla mia ex moglie ed esser uscito di casa, ogni canzone ha il suo momento, era nato come un progetto da un freestyle al mese ed è uscito un disco.
Come a dire la spontaneità non filtrata, il buttarti la vita in faccia e fartene un lavoro ufficiale. Sono 13 Tracce di cui solo 3 hanno il ritornello. Questo disco non è paragonabile a nessuno dei miei precedenti.

Il progetto ha un concept ben preciso, come hai deciso a chi affidare le produzioni?

La maggior parte sono affidate a Rico Beats, lui è il beatmaker che porta la firma in maiuscolo su questo progetto, il concept di tutti i miei album è la mia vita, questa volta avendo vissuto l’ultimo anno in giro e con tante persone c’è meno intimità, semplicemente perché nella vita ho scelto di vivere anche l’intimità con tutte le persone che mi circondano.

Hai cominciato a collaborare con “Rap Pirata”, il progetto tirato su da Inoki. Come ci sei entrato in contatto? Cosa hai pensato del progetto quando te ne hanno parlato?
Che benefici porta a Brain essere all’interno di un gruppo di MC così vasto?

Nel periodo post “Ciao Brain” ho fatto un po’ di live con Inoki perché avevamo due collaborazioni in essere. Ero entrato in Rap pirata prima che se ne estendessero i poli in tutta Italia. Credo sia una di quelle cose che tutti avrebbero dovuto fare, specialmente quelli che vogliono portare un manifesto come l’hip hop, il fatto di espandere, di condividere e di confrontarsi è alla base del movimento, credo sia una delle crew più coerenti dell’ultimi anni.

A proposito di Inoki, nel disco c’è un pezzo che si chiama “Testa e Cuore”.
Secondo Brain come deve fare un rapper a colpire testa e cuore degli ascoltatori?

La prima cosa che dovrebbe fare è non ragionare a cazzo, o a soldi.

“Pensa che compri i dischi di ‘sti quattro scarsi, è come condannarsi ad essere ignoranti”.
Oggi il rap è cambiato molto, pensi che gli ascoltatori hanno meno voglia di studiarlo, di approfondirlo e quindi di cercare più artisti da ascoltare?

Gli ascoltatori hanno un libero arbitrio che difficilmente è prevedibile ed assecondabile, diciamo che l’approfondimento è parte dell’essere umano in generale quando qualcosa ci colpisce. Statisticamente parlando è più probabile che accada ora che la gente approfondisca più che un po’ di anni fa quando a far sta roba eravamo in pochi.

In “Areoplani di Carta” ti definisci il “Fuoriclasse che è in tribuna”. Cosa intendi di preciso?

Ho iniziato a far rime nel 2000, la gente in giro per l’Italia mi riconosce ancora anche quando sono in “abiti da lavoro”, in Autogrill, in aeroporto, ovunque.
Sono “in tribuna” perché nessuno mi ha mai visto su HipHopTV, non ho 1 mln di click sui video, ma quando mi convocano vedi la folla che aspetta il mio colpo di tacco.
Questo è il senso di quella rima.

Tu sei sempre stato un rapper mega produttivo, hai già in mente qualcosa per il futuro?

Stranamente sto da dio, non sto scrivendo granché.
Ho da portare il disco in giro, a breve uscirà il video di un re.edit di “Fonte di Pietra”.

Intervista a cura di Davide Frascogna.




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