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Denzel Curry-Nostalgic 64 (Recensione)

Nostalgic 64 usciva il 3 settembre del 2013 nel circuito underground della Florida a sud degli Stati Uniti e rappresenta il debutto ufficiale del Rapper Denzel Curry a soli diciannove anni, con questo LP di 13 tracce per la durata di tre quarti d’ora circa, che si fa ascoltare e perfino riascoltare con piacere. Si tratta di un lavoro molto cupo, con forti influenze dal suono di Miami e anche decisamente inventivo, sotto molti aspetti, in primis considerando l’età dell’ autore. Tanti featuring e tanti beat maker al lavoro sul disco che mantiene comunque compattezza e solidità senza perdere le più diverse sfumature, ottima prova anche al microfono per il protagonista quanto per gli ospiti (uno su tutti Lil Ugly Mane) che soprattutto con il flow ci sanno davvero fare, lo stesso Denzel ha un flow più sciolto di molti MC’s del Midwest, il che va oltre ogni dire.
Il tema principale e portante dell’opera è l’introspezione densa, visionaria e nichilista che viene riflessa nello sguardo sulla società, la propria città e la condizione sociale di chi la abita – stesso discorso per i beat ansiogeni e oscuri – e non è esattamente ciò che siamo abituati a sentire da un ragazzo di vent’anni circa – diciannove nel 2013, quando usci quest’album –  anche se, com’è ovvio che sia, non mancano temi più leggeri, se così possiamo definirli, come l’erba o la figa ma sempre in netta inferiorità però rispetto alle liriche crude e disilluse di questo LP.
Bella anche la copertina un po’ psichedelica e onirica.

E’ un lavoro che fa sperare viste le capacità dell’autore precoci ma inconfutabili, sentite ‘’Parents’’ tanto per farvi un’idea. Eppure è anche un CD per certi versi complesso dove sentimenti come l’alienazione, la depressione e la voglia di rivalsa emergono prepotentemente in più o meno tutte le tracce a tinte molto horrorcore (’Dark&Violent’’). Altra nota a favore è la differenza di suono e liriche dal resto del panorama musicale del Sud degli U.S.A., certo non stiamo parlando degli Outkast ma a suo modo l’album, nei migliori episodi, cerca di esplorare atmosfere ricercate se non bizzarre, rimanendo comunque orientato al suono di Miami … non avrete difficoltà a muovere la testa, è assicurato.
Tra le tracce si distinguono subito ‘’Zone3’’ – ossessiva e ruvida – ‘’Parents’’ e ‘’Dark&Violent’’ decretando l’inizio del CD come la parte più potente, ma il livello non scende certo con ‘’Threatz’’ – già singolo con tanto di video ufficiale – o ‘’Widescreen’’ e non suona male nemmeno la penultima ‘’Denny Cascade’’ – molto diversa dal resto, con un sample di provenienza Soul/Jazz.
Come dicevo il protagonista va bene sotto ogni punto di vista: metriche originali, flow sostenuto e testi nemmeno poi troppo scontati, certo se poi si cercano i contenuti e il conscious potete anche scartare questo lavoro, ma per il resto davvero non c’è niente da dire anche sul versante delle strutture incredibilmente elaborate e efficaci o sull’ossessività di certi ritornelli che abbiamo imparato ad apprezzare.

Detto questo non saprei tirare fuori un pezzo per tutti, un beat per tutti o altro, perché si tratta di un prodotto da ascoltare tutto nei suoi brevi quarantacinque minuti e che, altro punto a favore, suona più come un album vero e proprio che come un tape, al contrario di come accade a molti altri emergenti.
Chiudendo la recensione, consiglio a chiunque segua la scena 10’s Usa il disco perché ne è un degno esponente, aspettando la maturità compiuta e un progetto all’altezza del emcee che ha tutte le carte in tavola per fare bene ora e in futuro. Tra l’altro Il nostro Curry ha in cantiere per l’anno in corso un Album,  ‘’Imperial’’, che potrebbe definitivamente conclamarlo fra i cinque migliori mc’s under 25, ascoltate per credere.

7/10
Matt Rocc




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