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Dj Argento – Intervista by HipHopMN

Dj Argento – Intervista by HipHopMN

03 Dj Argento

1. Diamo il bentornato su Hiphopmn a Dj Argento, questa volta ti intervistiamo qualche giorno dopo l’uscita del tuo primo album solista cioè “Argento”. Ti chiediamo subito come sta andando l’album e se ti aspettavi tutti questi feedback positivi dalla scena.

Più o meno me li aspettavo, ma verso gli ultimi giorni, prima dell’uscita ufficiale, ero molto teso e dubbioso. Non dubitavo dei pezzi, ma di come la gente potesse reagire agli stessi. Poi mi sono ripromesso di non dare un peso eccessivo a tutto e di godermi il viaggio. Ora me la godo, eheheh.

2. Parliamo ora di “Argento”: come è nata l’idea di fare un disco interamente solista?

Era un periodo di fermo, mio padre stava lottando con il cancro, la mia mente cercava di fare qualcosa di positivo e, ovviamente, ho iniziato a fantasticare su questo progetto. Era un modo di distrarmi da quello che mi stava succedendo intorno, e comunque era anche un desiderio cui meditavo da tempo.

3. Storicamente sei sempre stato legato alla scena romana e anche in questo album il connubio Roma – Argento è confermato dalla presenza in tracklist di parecchi artisti romani. Cosa ti lega alla scena romana?

L’attitudine credo. Il gusto, il suono del loro dialetto e il loro background. Oltre al fatto che, oggettivamente, da Roma sono usciti alcuni dei più grossi rapper d’Italia…

4. Analizzando la tracklist ci sono 3 tracce di cui vorremmo parlare:
– “Solitudo” – ft Claver Gold & Don Diegoh
– “Yin Yang” – ft Kiave & Musteeno
– “Oltre” – ft Blo/b, Lord Madness & Davide Shorty
Se le prime due sono coppie che fra loro hanno già legato e hanno già dato prova di quanto siano valide, in “Oltre” troviamo 3 artisti che sono abbastanza diversi fra loro. Come sono nati questi 3 pezzi?

“Solitudo” ha un testo particolare, che avrebbero potuto affrontare solo due artisti in grado di mettere in parole gli stati d’animo di una persona. Due storytellers per eccezione che, tra l’altro, non avevano mai duettato prima d’ora. Persone splendide Diego e Daycol. “Yin Yang” è uno stilosissimo alternarsi di rime e concetti, Kiave è un amico fraterno da più di un decennio e Musteeno è un liricista con cui desideravo lavorare da tempo, oltre a essere un padre fantastico e coraggioso… tre figli!!! Gli diedi quel beat molto “New York style” e il resto lo fecero loro. Una bella botta di vita. “Oltre” ha richiesto un pelo più di lavorazione, nascendo come produzione classica con sample, in seguito ricostruita con l’ausilio di un tastierista (Paolo Apollo Negri), un sassofonista (Bruno Tassone) e un chitarrista (Alessandro Concerto Donadei), e riutilizzati gli strumenti come fossero campioni. È stato un gran bel da fare, ma ne sono entusiasta. Non era nato come “singolo”, ma con il senno di poi è stata un’idea saggia. Shorty l’avevo sentito sul pezzo di Don Diegoh, “Lascia”, e me ne sono innamorato immediatamente, una voce strepitosa, una persona dal cuore gigantesco. Blo/B è un rapper estremamente profondo e tecnico, una timbrica fantastica, anche con lui e con Madness volevo lavorarci da tempo. Madness l’avevo sentito nel pezzo con Don Diegoh “Ci siamo persi”, un testo che mi colpì tantissimo per profondità e passione, decidendo che prima o poi ci avrei lavorato. E così è stato. Insomma, devo smettere di ascoltare Don Diegoh, ahaha.

5. Nella nostra precedente intervista nel 2013 (http://www.hiphopmn.it/dj-argento-intervista/) parlammo della scena barese e dell’attenzione mediatica solo per il vernacolo, oggi nel tuo primo album troviamo i Sottotorchio e Danko a rappresentare la scena barese. Cosa è cambiato dal 2013 ad oggi?

Ritengo che Bari ancora faccia fatica a trovare una sua identità ben definita. Mi pare che ancora si proceda a tentoni, tra il già sentito, il già fatto o l’andiamo sul sicuro. Ci sono nuove leve che stanno portando una bella ventata di aria fresca e sono felice che se ne stiano accorgendo anche nel resto d’Italia. I SottoTorchio hanno praticamente chiuso i battenti, salutando tutti con questa traccia nel mio disco, mentre Danko è ancora attivissimo come dj e collezionista. Comunque qualcosa si muove sempre, anche se ci troviamo qui, in un angolino dell’Italia, fuori dal fulcro.

6. “Everlasting Joint” ft Romanderground è a tutti gli effetti un pezzo tributo a Primo Brown. In una precedente intervista hai detto che Primo accettò di essere presente nel tuo disco. Quanto rimpiangi quest’assenza e quanto secondo te Primo Brown poteva ancora dare alla scena rap italiana?

Con David ci siamo scambiati diverse chiacchiere, scelse il beat, poi la malattia… Rimpiango molto che un ragazzo della mia età abbia visto i suoi progetti andare in frantumi in così poco tempo. Rimpiango che un padre abbia dovuto assistere a tutto questo impotente, e rimpiango che l’Italia abbia perso uno dei suoi liricisti più potenti di sempre. Poteva dare ancora tantissimo.

7. Ultima domanda d’analisi della tracklist: fra i pesi massimi di questo disco spicca anche un certo Bugs Kubrick aka Lord Bean cosa vi lega e com’è nata questa collaborazione?

Oltre ad aver curato il logo del mio disco, con Luca ci ho condiviso un palco nel 2000, facendogli da dj in una jam locale, ed è sempre stato uno dei miei preferiti. Gli proposi questa collaborazione con poche speranze di ottenerla, visto il suo rigetto per la scena rap, ma accettò, con mio enorme stupore. Sono orgoglioso di questo featuring.

8. Passiamo ora all’aspetto produttivo del disco, in passato ci hai raccontato che negli ultimi tempi producevi veramente poco (addirittura 1 beat in 4 mesi), volevamo sapere se col disco hai ripreso a produrre di più e soprattutto se fra le 14 basi ci sono basi che avevi prodotto in passato e che aspettavi il momento giusto e l’artista giusto a cui affidarle.

Sì, nel disco è contenuta qualche base che avevo già prodotto prima di avviare il tutto, ovviamente servivano delle fondamenta su cui tirar su il progetto, altrimenti ci sarebbe voluto di più. Chiaramente erano rimaste ferme finché non ho preso la decisione di affidarle a chi ritenevo più adatto al sound in questione.

9. Sempre in una precedente intervista comunicavi agli ascoltatori che speravi che in “Argento” ci fosse un pezzo che potesse diventare un tassello del rap italiano. Osiamo di più: secondo te “Argento” può diventare un classico del rap italiano proprio come “60 Hz” e “950”?

Beh, “950” è uscito in un momento storico particolare ed era l’unico nel suo genere, oltre a essere il disco che tutti conosciamo. Più o meno idem per “60hz”, per cui non saprei risponderti. Ovviamente non posso che augurarmi che il mio disco contenga qualche pezzo che duri nel tempo, ma non sarò io a decidere se diventerà un classico o meno, sarà il tempo e quanto vi si affezionerà la gente.

10. Ci sono artisti che in un primo momento volevi che fossero presenti in “Argento” e che, per varie ragioni, non ci sono?

Sì, ce ne sono parecchi, direi, e con una parte di quei nomi (che non farò) spero di poter farne un secondo capitolo. Con altri di quei nomi, invece, mi guarderò bene dal trovarmeli di fianco.

11. Saluti finali con un rimpianto: il presunto pezzo in autotune con Turi sarebbe stata la hit del secolo.

Secondo me Turi ha fatto uno skit che vale per 10 pezzi interi. Mi auguro che un domani sarà al mio fianco a prendere per il culo una buona fetta d’Italia…

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