1) ‘Buongiorno’, Herrera. Benvenuto su Hiphopmn. Subito la prima domanda perché mi esce spontanea: l’assenza di autotune è una ribellione alla musica di oggi o una scelta stilistica?
Buongiorno a voi, nessuna ribellione, semplicemente ancora l’autotune non mi appartiene come tipo di sonorità ma non si sa mai.
2) Perché ‘Buongiorno’?
Il buongiorno lo diamo alle persone che incontriamo quando inizia una nuova giornata, questo per me è un nuovo capitolo, l’inizio di una nuova era che ho voluto condividere con tutti voi.
3) Parliamo di ispirazione. Nel disco ci sono molti riferimenti che ci portano indietro negli anni all’hiphop classico italiano e anche un fresco sound ‘blu’. C’è qualche artista che apprezzi particolarmente?
Come ho detto in altre interviste una delle mie più grandi fonti di ispirazione in Italia è DJ Lugi, uno dei miei sogni nel cassetto è potergli dare dei beat.
4) Parliamo adesso al beatmaker… Quali generi di musica sono più presenti nella tua collezione personale? E qual è il tuo beatmaker preferito in Italia e all’estero?
Nella mia collezione puoi trovare in maggioranza hip hop, funk, soul e jazz, ma anche stranezze di vario tipo che compro per campionare. Ce ne stanno tantissimi che mi piacciono sia in Italia sia all’estero, sono cresciuto con il sound dei novanta, quindi da Hi Tek a Pete Rock, No I.D., J Dilla, Madlib, Kev Brown, Premiere, Lord Finesse sino a oggi alle cose più strane e trasversali. Di italiani ultimamente mi sto sentendo Irhu.
5) Se potessi scegliere qualche verso del disco, quali sarebbero i più rappresentativi di Herrera?
Il ritornello dove dico “Produco i miei beat, scrivo le mie rime” è il mio mood attuale, oltre a essere una citazione da un testo di Diamond D, uno dei miei idoli.
6) Adesso parliamo un po’ di te. In ‘che ne sai di me’, fai un elenco di posti italiani. Tenendo come riferimento l’hiphop, c’è qualche scena del panorama italiano che ti sta particolarmente a cuore o stimi?
Ovviamente la scena toscana perché la vivo da anni e poi la scena Campana, ho avuto la possibilità di collaborare con Cenzou e i Sangue Mostro, mi hanno accolto in modo stupendo, Cenzou mi chiama il quinto Sangue Mostro (ti abbraccio, broder!). Una città che ho girato un po’ circa 10 anni fa quando suonavo ne I Maniaci dei dischi è stata Milano, pure lì mi sono trovato benissimo.
7) Grazie per esserci stato; ti lasciamo un saluto e un’ultima domanda: c’è un messaggio che vuoi lasciare a chi legge?
Grazie a voi per lo spazio concesso, vorrei ringraziare chi mi segue e supporta.
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