Benvenuto e innanzitutto complimenti per il successo che sta riscuotendo il tuo album.
Proprio da questo vorrei partire, nel particolare, ci sono dieci tracce di “Oh madonna” tra la top 50 viral di Spotify, come te lo spieghi? Credi sia una questione di sonorità e mood oppure c’è qualcosa di più?
Credo sia una questione, oltre che di qualità anche di originalità e unicità del prodotto. Il mercato è invaso di rapper tutti uguali che non creano qualcosa di loro, ma cercano di imitare l’artista del momento, io non seguo l’ondata di nessuno e sto creando la mia che si differenzia da tutto il resto, credo che quel qualcosa in più sia proprio questo.
Rispetto quindi alla sonorità del tuo album, quali sono le tue influenze? Cosa ascolti?
Ascolto ogni genere musicale, l’unica prerogativa è che sia buona musica. Molti miei ascoltatori mi definiscono cloud, che a me non dispiace affatto, ma la mia musica si lascia influenzare da ogni genere che ascolto. Cerco di fare le cose in maniera naturale e le influenze sono casuali in base al periodo e a quello che mi prende di più, cerco di mischiare in un unico calderone trap, rock, metal, techno e tutto ciò che mi piace.
Come mai non ci sono hit come “Hakuna Matata” e “Nina” in “Oh madonna”?
“Hakuna Matata” perché suonava diversa da tutto il resto del disco essendo mixata e prodotta da Sick Luke, mentre “Nina” perché era già uscita per Smuggler Bazaar, etichetta di Chicoria nella quale ho lavorato.
Il rapporto artista/droga è qualcosa di sdoganato nel rap, ormai, ma trovo che il tuo modo di esporre le tue esperienze sia meno fisico, non so se mi spiego, come lo descriveresti? E come questo si sposa col tuo modo di intendere la musica?
Non so dirti come descrivere questa cosa. Io cerco semplicemente di essere il più vero possibile e ciò che racconto, lo racconto tramite la mia esperienza personale, se parlo di droga non è perché è un luogo comune della trap, ma perché ne ho a che fare tutti i giorni e so bene come può farti sentire in cima alle stelle o sotto terra come un verme. Noti la differenza rispetto a come ne parlano altri “artisti” semplicemente perché il 99 % dei rapper che parla di droga (e non parlo di canne) lo fa perché va di moda o per sentito dire, ma non sa realmente di cosa sta parlando. Io so di cosa parlo ed è per questo che tu percepisci qualcosa di più.
Cosa pensi della scena attuale Italiana? C’è qualche artista che ascolti regolarmente?
Cerco di non pensare alla scena italiana perché mi deprime molto e mi rattristisce.
Tornando al tuo album, “Oh madonna” presenta molti riferimenti ‘religiosi’ (non so quanto sia appropriato definirli tali, ma giusto per capirci), come mai? Hai messo qualcosa di personale da questo punto di vista?
Ho messo qualcosa di personale nel senso che, come molti ragazzi italiani, sono battezzato ed ho fatto la Comunione. Questo ha fatto in modo che crescessi con determinati insegnamenti che mi hanno reso quello che sono. La religione è una cosa che mi affascina molto per la sua capacita di controllare le persone, per la sua estetica e per la sua simbologia. Inoltre quello che interessa a me è far conoscere la nostra cultura fuori dai confini dell’Italia, voglio che se uno straniero guarda il mio video si rende conto che anche noi italiani possiamo essere riconoscibili senza scimmiottare i neri, ma portando la nostra cultura.
Al Redbull Culture Clash eri ospite di “Milano Palm Beat”, come è nata questa collaborazione?
A me personalmente mi ha contattato Myss Keta, di cui ero già fan e che saluto, ed è nata per il rispetto reciproco.
Inoltre c’era un mare di gente ed un sacco di artisti importanti della scena rap Italiana (al Redbull Culture Clash n.d.r.), com’è stata questa esperienza?
È stata molto divertente, sembrava una situazione abbastanza paradossale, ma per noi è stato molto stimolante perché era la prima volta che ci trovavamo in un contesto del genere
Guardando invece al futuro, chi sarà Ketama126 tra un paio d’anni? Come vedi la tua evoluzione?
Sarò sempre lo stesso, ma credo che con un po’ di tour in più saprò intonare meglio. La mia evoluzione sarà verso una direzione sempre più musicale e da live, vorrei integrare un chitarrista ed un tastierista all’interno del live. Per io resto chi vivrà vedrà, sono una persona imprevedibile.
Se avessi la possibilità di scegliere una sola collaborazione del tuo prossimo disco (magari al di fuori della tua cerchia ristretta) con chi sarebbe?
In italia Noyz Narcos, mentre all’estero Travis Scott.
Hai già progetti in testa per il tuo futuro imminente?
Non mi fermo mai continuo a scrivere e a registrare e tra non molto ci sarà il materiale per un altro album.
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a cura di Samuele Ceragioli