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Hiphopmn intervista: Lady B

Lady b

1) Ciao Lady B! Ti do il benvenuto a nome dello staff su Hiphopmn! Cominciamo dagli albori, come ti sei avvicinata al mondo dell’Hip ­Hop e perché?

Ciao a tutti e grazie mille Hiphopmn! Sin da piccola mi è sempre piaciuto scrivere e, grazie a mio fratello maggiore, ho sempre avuto nelle orecchie il rap e il funk. Il mio quindi è stato un approccio graduale, prima come semplice ascoltatrice e poi come rapper. In quanto persona profondamente timida, il solo esibirmi mi terrorizzava, ma quando senti che è una cosa che devi fare assolutamente perché altrimenti ti sentirai eternamente incompleto, alla fine il coraggio lo trovi.

2) Sei sulla scena da un sacco di tempo e possiamo considerarti come una veterana del Rap, quali sono le differenze tra ora e prima? Cosa è cambiato secondo te, cosa è migliorato e cosa è peggiorato?

Partendo dal presupposto che sono una nostalgica spudorata ed ammettendo di sentirmi anche un po’ anacronistica, resto legata alla fine degli anni ’90, anni in cui mi ci buttai a capofitto. Non so come spiegarlo, si respirava per davvero aria di condivisione e “fratellanza”. L’attitudine era quella di esprimere sé stessi in maniera semplice e diretta, puntando principalmente sul messaggio e tutto verteva sull’ormai “fantomatico principio” della coscienza (termine che ho usato molto spesso in A­LIVE) ed ognuno aveva la propria personalità. Internet non era nei nostri principali pensieri, i rapporti umani si
curavano di persona e i cd (ancora prima le audiocassette) te li dovevi acquistare o scambiare a mano. Oggi hai tutto con un click, rapporti umani zero e, vista la facilità con la quale si può fare tutto e subito, mi sembra come se tutti si sentissero in diritto di fare rap, allo sbando, senza un messaggio, senza lealtà nei confronti di sé stessi e della cultura Hip Hop, intesa proprio come Cultura. La cosa buona è che grazie alla tecnologia arrivi a tutti, anche con pochi mezzi. La cosa brutta è che, tolti rari casi, lo fanno tutti, anche quelli che “fare rap non è obbligatorio”, scopiazzando ed emulando, senza avere
necessariamente il bisogno di distinguersi, ma anzi di uniformarsi.

3) Quali artisti, sia stranieri, sia italiani hanno influenzato maggiormente il tuo modo di intendere e di fare il rap, quali ti hanno aiutato nel corso del tempo e qual è il tuo “featuring” nel cassetto?

Carrie D. E’ stata colei che mi ha illuminata in assoluto, dandomi un barlume di speranza rosa in un ambiente che negli anni ’90 era solo oscuro e “maschio”. Devi sapere che ho mosso i miei primi passi da sola e senza nessuno al mio fianco a supportarmi, e diciamo che per me è stato come entrare nello spogliatoio di una squadra di giocatori di rugby in mutande, per cui ogni presenza femminile anche dall’altra parte dell’Italia, per me era un motivo in più per andare avanti. Insieme a Carrie, la mia forza sono state anche La Pina, Sab Sista, Marya e Malaisa, ma anche Missy Elliott, Lauryn Hill, Queen Latifah, MC Lyte e tante altre. Senza dimenticare che Kaos One, i Colle der Fomento, La Famiglia e i Cor Veleno (Primo sempre nel cuore) restano per me in assoluto l’esempio più alto di coscienza e coerenza. Quanto al featuring nel cassetto, il mio pallino sono Polo e ShaOne, ma in realtà sono contenta come una bambina piccola ogni volta che qualcuno mi chiede una collaborazione.

4) Parliamo del tuo ultimo lavoro da solista “A­LIVE”, sei soddisfatta del lavoro che ne è uscito? Come lo definiresti in tre parole?

Di A­LIVE io sono SOD­DI­SFAT­TIS­SI­MIS­SI­MA!!!!! In tre parole sole lo definirei VISCERALE, IRRUENTE ed EMPIRICO.

5) Alterni spesso rappate in italiano a quelle in dialetto, quale delle due lingue preferisci e perché?

Scrivere in dialetto è più stimolante. Considerando che non amo ripetermi, cerco sempre modi di dire e termini diversi da quelli che ho usato in precedenza e scrivere in dialetto è sempre un tuffo nel passato ogni volta differente. Però sostanzialmente, faccio ricerche anche quando scrivo in italiano. Diciamo che con il dialetto uso toni più leggeri rispetto a quando rappo in italiano.

6) Altri progetti in cantiere?

Dopo l’esperienza di AMO ET ODI EP – LADY B. FEATURING ERMA (scaricabile gratuitamente dalla sezione “downloads” su www.lacasadelrap.com), sono rimasta così contenta che sto pensando di farne altri “a zone” con beatmakers diversi collaborando con mc’s del posto. Confrontarsi con realtà diverse è molto stimolante e lo rifarei mille volte. Senza dimenticare che Erma (Casa degli Specchi) è un beatmaker serissimo che ritrovate anche su A­LIVE.

7) Secondo te quali sono le caratteristiche che disegnano un buon MC?

Sono per la concretezza, per le parole dette pane al pane e vino al vino, per cui un buon MC secondo me deve essere una persona portata alla semplicità e alla praticità, deve distinguersi con la propria personalità e deve essere consapevole di avere una grande responsabilità nei confronti di chi lo ascolta. Il rap oggi viene ascoltato soprattutto dai ragazzini ed è importante che imparino solidi concetti anche ascoltando musica.

8) Cosa consigli alle nuove leve, invece, per cercare di emergere o comunque farsi conoscere sulla scena?

Sebbene il rap sembra essere una moda, studiare un minimo cosa c’è dietro questa “moda” sarebbe cosa gradita. Bisogna capire che direzione si vuole prendere e, fare molta pratica è importante, da solo/a o con gli amici poco importa. Dopodiché un paio di rime in freestyle nei locali e un paio di showcase ed è fatta. Tanto al giorno d’oggi, un demo te lo registri e lo metti in rete in un niente, ma se manchi di credibilità duri poco.

9) L’intervista è finita, pace, ti ringrazio a nome dello staff per la disponibilità, e ti auguro di continuare a spaccare, fai un saluto ai nostri lettori e fan.

Stracontenta per il vostro invito, grazie mille a voi per l’augurio. Un abbraccio forte a tutti i lettori di Hiphopmn e i superfans di Lady B. KEEP IT REAL, KEEP IT A­LIVE (^__^)

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