Hiphopmn

Lanz Khan – Intervista

1) Ciao Lanz, innanzitutto l’intero staff ti ringrazia per la disponibilità per questa intervista. Partiamo dunque con un “classicone”: come ti sei avvicinato alla cultura hiphop? Perché hai scelto la strada dell’ emceeing piuttosto che delle altre discipline?

Mi sono avvicinato all’Hip Hop nel 2004 attraverso il breaking. Qui a Milano erano gli anni in cui se eri un quattordicenne e andavi in giro con i baggy e i felponi ascoltandoti i Group Home o Joe Cassano venivi solo preso per il culo, altro che moda.
All’epoca, comunque, chi si avvicinava a questo mondo si cimentava sempre in un po’ in tutto; si andava, quindi, in gruppo a dipingere sul lungolinea, si creavano giri di cypha pomeridiani sempre più numerosi e si scrivevano i primi testi.
Iniziare a scrivere, ancor di più se in età adolescenziale, significa iniziare a scoprirsi, a svelarsi. A me piace, infatti, considerare l’Hip Hop come un percorso di formazione e di conoscenza. Scrivere era la cosa che mi riusciva meglio, anche in virtù delle mie inclinazioni. In freestyle, poi, me la cavavo niente male (qualche pezzo grosso del freestyle milanese odierno se lo ricorda ancora). Questo ha fatto si che col tempo mi concentrassi sempre più esclusivamente su questa disciplina. Imparai anche a fare beatbox discretamente.
In conclusione, per quanto riguarda quel periodo, la mia gratitudine andrà sempre a DJ Twice, storico breaker e dj, fondatore della Natural Force Crew, e Ghost Dog (RIP), a cui ho dedicato “Il viale dei cipressi” nel mio disco. Rispetto per i pionieri e abnegazione totale sono i valori che mi ha trasmesso quella Scuola.

2) Hai uno stile di scrittura molto particolare, colto e sopraffino, e nei tuoi brani sono molti i riferimenti a elementi riguardanti arte, storia etc. Questo stile di scrittura è nato da se oppure ti sei ispirato a qualcuno?

Scrivo ormai da una decade e dal giorno zero ad oggi sono andato sempre nella stessa direzione. Il mio stile si è quindi plasmato negli anni, non solo per quanto riguarda i riferimenti e il modo di comporli, ma anche nel flow, nelle metriche e nelle tecniche, nell’interpretazione, nell’impostazione vocale, nel lavoro in studio, arrivando a creare, nel mio piccolo, un marchio di fabbrica. Complessivamente, ho subito delle influenze, soprattutto negli anni della mia formazione, dagli artisti che giravano nelle mie cuffie, com’è naturale che avvenga, ma ho sempre cercato di rielaborare tutto in una chiave personale, mettendoci soprattutto del mio. Dietro al proprio stile ci sono la propria personalità, le passioni e persino il vissuto, oltre che il gusto.
Questo è il motivo per cui sopporto tutti, ma odio visceralmente i baiters.

3) I kill you è stato il tuo primo album ufficiale, al cui interno troviamo volti noti della scena italiana e milanese in particolare. Le produzioni di Wesh accompagnano accuratamente ogni tua singola rima creando un prodotto a dir poco stupefacente. Com’è nata la collaborazione tra te e il sopracitato produttore? Sei soddisfatto del risultato finale? Credi che il pubblico abbia apprezzato pienamente il tuo lavoro?

Conosco Walter (Wesh) da quando avevo 11 o 12 anni. Tutto il percorso descritto nella prima domanda iniziò con lui e, tra tutte le persone che c’erano all’epoca, è uno dei pochi che è rimasto fedele alla sua passione per questa cultura. Era naturale che prima o poi avremmo combinato qualcosa insieme. Entrambi volevamo aspettare il momento giusto per proporre un lavoro valido, compiuta espressione dei nostri percorsi; volevamo insomma sentirci pronti per affrontare una sfida del genere (oggi, al contrario, vedo solo fretta di emergere). Le coincidenze sono state dalla nostra parte, poiché nello stesso periodo in cui stavamo iniziando a lavorare ad “I Kill You” assistevamo alla genesi del Bullz Studio di Oscar White e Yazee, i quali decisero di puntare fortemente sul progetto e su di me in prospettiva.
Non sono soddisfatto di “I Kill You”, sono stra-soddisfatto. Anche se sotto il profilo artistico è un lavoro che in un certo senso ho già superato e anche se col senno di poi ne ho capito certi limiti, è pur sempre il mio primo disco, il bambino che sogni di avere dal primo giorno in cui inizi a scrivere. In quel disco c’è tanta passione e tanto vissuto che non potete nemmeno immaginare. Amo quel disco e lo amerò sempre.
Per il resto, credo che il riscontro sia stato ottimo per un perfetto sconosciuto.
Chi doveva apprezzare ha apprezzato

4) Parliamo ora della famiglia bullz studio: per chi non la conoscesse, puoi spiegare brevemente quali esponenti troviamo all’interno e com’è nato questo “collettivo”? Per quanto riguarda Taypan Shaitan invece?

Nella famiglia del Bullz Studio (che lavorativamente parlando è Bullz Recordz) figurano: Axos, Yazee, Stima, Jangy Leeon, Souldato, Cris Bullet, il nostro toro Oscar White, che da poco sta curando anche tutta la videoproduzione con ottimi risultati, e Roberto T, fonico e ingegnere del suono, oltre che me medesimo. Come tutte le cose, nasce da un’idea, o nel nostro caso da un sogno, di Oscar e Yazee. Io e Stima fummo i primi ad essere coinvolti e ti posso dire che la crescita che il collettivo ha avuto in questi due anni è stata esponenziale. I risultati e la qualità dei lavori parlano da soli.
Taipan Shaytan, invece, è la mia crew, esistente da prima del Bullz, così come l’ODK per Oscar, Yazee e Wesh. Sono realtà che faranno sempre parte di te e viceversa.
Attualmente, oltre a me, vi fanno parte: Don Giulio, Axos, Dave Requiem, Artj Smoka One e il tedesco Sherlock Flows. In questo 2015 ne sentirete parlare.

5) In rete circola la copertina di un futuro album con Weirdo dei Crazeology e Dj taglierino, puoi anticiparci qualcosa?

Ti posso dire che quella non è la copertina, bensì una simpatica caricatura che ha fatto Weirdo così a tempo perso scimmiottando la locandina del film “Goodfellas”.
La copertina vera sarà un lavoro più serio.
Purtroppo abbiamo avuto diversi intoppi e rallentamenti ma ci stiamo arrivando.
Ti posso anticipare il titolo: Luigi XVI.

6) Quali sono secondo te i nomi da menzionare, sia di mc che di produttori, nella scena italiana?

Tralasciando i super noti e i solitissimi noti, fra gli Mc ti segnalo:
– Axos, già fortissimo ma con un potenziale ancora immenso. Si evolve di mese in mese. Nel giro di qualche anno sarà al top in Italia
– Souldato, 18 anni, predestinato a essere uno dei futuri capisaldi della scena milanese. Un carro armato.
– Mrb, che in quanto a stile non ha nulla da invidiare ai big. Un Mc di razza.
Fra i produttori invece:
– Yazee, che non ha più bisogno di elogi e presentazioni. Nell’anno appena trascorso si è definitivamente consacrato ai vertici della scena italiana e chi lo conosce sa che che spara mine colossali da anni. Un genio sui tasti.
– Chevo Biz, giovane producer catanese di stanza a Milano, del team Timestretch Music, poliedrico e particolare. Per come lo vedo io, è destinato a una crescita spaventosa.
– Low Kidd, uno di quei producer che conosco da diversi anni. Già all’epoca si capiva essere destinato a fare strada. Senza mezzi termini, un mostro.
– Marz, della scuderia di Roccia Music. Benché non sia il nome più celebre nel suo roster di appartenenza, posso dire con grandissima tranquillità che si tratta di uno dei migliori producer in circolazione. Conosco anche lui da anni ed è sempre stato un fenomeno.

7) Se avessi la possibilità di fare una traccia con un mc ed un produttore americano, chi sceglieresti e perché?

Ce ne sarebbero troppi probabilmente… come producer ti direi Apollo Brown.
Mi sono asciugato di ascolti tutti i dischi prodotti da lui in questi anni. Il suono è classico e la resa delle atmosfere dei suoi campionamenti è qualcosa di eccezionale. Come mc direi Sticky Fingaz degli Onyx. L’animale da palco più forte che abbia mai visto dal vivo. Troppo stiloso.

8) È uscita nello scorso anno una traccia che ti vede al fianco di Lord Lhus, prodotta da Yazee con gli scratch del grande Dj Rash ( lords of vetra). In futuro vi saranno altre collaborazioni con questo esponente di rilievo della scena internazionale?

Attualmente con Brandon (Lord Lhus) non abbiamo nulla di nuovo in cantiere, anche perché in questi mesi lui sta girando tantissimo in Europa dell’est e qui siamo sommersi di lavori e progetti. Tuttavia siamo sempre in contatto… è altamente probabile che in futuro faremo qualcosa di nuovo.

9) È stato un anno decisamente proficuo per te e la famiglia Bullz Studio, siete pure apparsi in una traccia del Machete Mixtape vol.3 e Yazee ha curato diverse produzioni. Cosa si prova a lavorare con una realtà affermata come la Machete?In futuro ci saranno altre collaborazioni?

Sicuramente è stato un orgoglio e un piacere partecipare ad un progetto così prestigioso e innovativo come il “Machete Mixtape 3”. Per noi il coronamento di un’annata stupenda.
Lavorare a contatto con loro, poi, è senz’altro un’esperienza che ti accresce. Questo perché il collettivo dei Macheteros è un esempio per tutti per quanto riguarda la serietà, l’organizzazione del lavoro, la qualità e l’innovazione delle produzioni artistiche. Sono, inoltre, tutte splendide persone, umili e corrette. Per il futuro chissà.

10) È arrivato il momento finale dell’intervista. Saluta i fans e la pagina!

Un saluto a tutti i lettori di hiphopmn e grazie per lo spazio concessomi.
Ci vediamo ai live!
Contatti:
– Facebook: https://www.facebook.com/LanzKhan
– Instagram: lanzkhanbullz
– Website: www.bullzrecords.com
– Booking live & info: info@bullzrecords.it
– Contatto stampa: press@silviaranzi.com
– Youtube: www.youtube.com/user/BULLZSTUDIO e www.youtube.com/TaipanShaytanLoggia
– Soundcloud: www.soundcloud.com/lanzkhan




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