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Mauro Marsu ci racconta il suo disco-storytelling!

Mauro Marsu ci racconta il suo disco-storytelling!

Mauro Marsu

Diamo il benvenuto su Hiphopmn a Mauro Marsu! La prima domanda non può che essere sullo storytelling. Da Slick Rick a Eminem molti artisti lo hanno sperimentato in una sola canzone, il tuo copre un intero progetto. Cosa ti ha spinto ad adottare questo stile?

Già nel precedente lavoro “La Famiglia Rossi” ho sviluppato un concept che coprisse un intero disco, in quel caso la storia di un nucleo familiare, durante l’arco temporale di una giornata dall’alba al tramonto. “Prima dell’alba” è invece il racconto temporale “dal tramonto all’alba” di vari personaggi, le cui storie si intrecciano tra loro in qualche modo. Ascoltando le canzoni potrete notare vari rimandi tra le stesse. Mi affascina molto l’idea di come le storie, anche le nostre storie, possano intrecciarsi tra di loro in modo più o meno forte, e ho voluto sviluppare questo concept. Tra l’altro in questo disco Maria Francesca, la ragazza che consegna i giornali alle edicole durante la notte (sono consapevole che il titolo sembra quello di un film della Wertmüller), incontrerà Sara, del precedente lavoro, ed è mia intenzione, su un canovaccio che ho già in mente, far incontrare su un prossimo disco i personaggi di tutti e tre i lavori.

Pensi che i neofiti del rap facciano fatica ad approcciarsi a questo modo di costruire un album?

È sicuramente un modo particolare e personale di sviluppare un proprio lavoro, ma più che una questione di “essere o meno neofiti”, penso si tratti di avere una certa predisposizione allo storytelling, una certa sensibilità e una certa voglia ed esigenza narrativa da concretizzare poi in versi o nel voler essere fruitori di un lavoro di questo tipo. Nel disco comunque le canzoni hanno una loro concretezza anche all’ascolto della singola traccia, seppur mi intrigava l’idea che l’ascolto globale del lavoro desse un qualcosa in più, che quindi l’intera tracklist fosse qualcosa in più della semplice somma delle tracce.

Quanto c’è di verosimile nei protagonisti di questo viaggio fino all’alba? Hai lavorato solo di fantasia oppure c’è qualcosa che vedi nella tua vita quotidiana?

I protagonisti sono il frutto di spunti visti in tante notti, in tanti loro corrispettivi reali, mixati insieme, oltre che chiaramente di un lavoro di fantasia. Ci sono anche degli omaggi, per esempio il barista si chiama Gigi in onore di due barman della mia zona, che si chiamano entrambi Gigi, molto bravi nel miscelare cocktails, i bar dove lavoravano o lavorano sono stati spesso tappe di giri notturni. Aniello il panettiere “esiste davvero”, suo è il forno dove vado spesso a prendere i cornetti quando mi capita di “fare l’alba”. Così come altre figure, ad esempio il barbone, la casellante, il vigilante, la tassista, il portiere d’albergo, lo spazzino, sono un lavoro di fantasia sviluppato nel “pensare con il loro punto di vista” come trascorrano la notte, dopo averli osservati.

In quale personaggio ti rispecchi maggiormente?

La risposta è molto semplice. C’è una storia che è al 95% reale ed autobiografica, scorrendo la tracklist è facile capire di quale si tratta, dato che il nome del personaggio differisce dal mio “per una sola lettera”. È la storia di due giovani ragazzi, poco più che diciottenni, militanti di una organizzazione politica giovanile, che andavano ad attaccare i manifesti di notte per le nazionali, solo in due, contro intere squadre di attacchini prezzolati.

E’ un album pieno di emozioni e contenuti. A tuo avviso la scena rap italiana pone molta attenzione sulla scelta dei suoni, tralasciando le liriche da un punto di vista metrico?

Penso che ci sia del rap per tutti i gusti, come credo che specialmente nell’undergorund ci sia una forte ricerca anche metrica e stilistica (il tal senso la Campania è fortissima, anche nell’approccio al freestyle). Io prediligo sicuramente chi riesce a trasmettere contenuti importanti ed emozioni, ben venga se su beat importanti. Penso ad esempio ai recenti lavori di Murubutu de “La Kattiveria”, artista e collettivo che da sempre stimo. Ho la fortuna che siano anche tutti miei amici, apprezzo tutti i lavori di Murubutu (e della sua Crew), che sicuramente è il punto di riferimento per lo storytelling in Italia e per una scrittura stilisticamente di assoluto rilievo. Ultimamente mi sono piaciuti molto i dischi di Claver Gold e di Moder. Meno recente, ma altrettanto bello per musicalità e per una bella dose di “seria ironia”, il lavoro di Willie Peyote.

Cosa rappresenta per te la notte? È un momento che vuoi vivere appieno, magari cimentandoti nella stesura di un pezzo?

Sono sempre stato affascinato dalla “vita quotidiana” e dai palcoscenici naturali che sceglie per andare in scena. Mi affascina molto come cambia uno scenario dal giorno alla notte, e dalla notte al giorno. Mi è capitato spesso di “fare l’alba” e immaginare le storie delle persone che incrocio per strada. Oltre che nelle mie zone, quando visito una città diversa dalla mia, mi piace visitarla di giorno per poi volutamente rivederla di notte, e capirne o immaginarne i cambiamenti, le storie che si vanno ad intrecciarsi o semplicemente sfiorarsi. Quindi adoro la notte e le sue storie. Chiaramente “Prima dell’alba” è il frutto dei tanti stimoli raccolti negli anni e in varie nottate terminate in altrettante albe. Per quanto riguarda la scrittura, se devo dirti la verità non ho un orario preferito in cui scrivere, scrivo quando sento che “la canzone vuole uscire”, vuole prendere forma, non so se mi spiego… scrivendo tutto di getto per poi limare il testo. Per questo disco ho però scritto volutamente due brani poco dopo “averne vissuto le storie raccontate”; “Lauro e Francesco” di ritorno da una notte passata ad attaccare manifesti (per rivivere quelle azioni) e “Aniello” il panettiere, al vero forno di Aniello, a Meta, in provincia di Napoli, durante un suo turno di lavoro, con lui che mi dava tanti spunti mentre lavorava, oltre che la sua convinta approvazione sul risultato finale, registrato poche ore dopo in studio.

Presuppongo che tu sia cresciuto con un rap dalle sonorità classiche. Quali sono i tuoi punti fermi, da cui trai ispirazione?

Hai giustamente intuito che preferisco il Rap senza la t (trap) eheh! Tuttavia non saprei risponderti in modo preciso alla domanda, in quanto io ho una passione smisurata per questa musica, questa cultura, anche nel collezionarla. Come dico spesso, compro dischi piuttosto che pacchetti di sigarette, ma con la stessa frequenza; quindi negli anni ho accumulato tanti dischi e di conseguenza, più che una ispirazione precisa, tanti stimoli diversi (ringrazio in tal senso Peppe, proprietario di “Idea Disco” celebre negozio della mia zona, purtroppo chiuso da qualche anno, che per tanti anni è stato il mio “dispensatore musicale di fiducia”). Il mio gruppo storico preferito in assoluto sono comunque i Mobb Deep , e mi piace molto tutta la scuola del Queens di New York, come ad esempio Nas. Apprezzo quindi molto la East Coast, in tutte le sue sfumature, da Biggie ai Public Enemy, dai Wu Tang agli ATCQ,, i Gang Starr e il progetto Jazzmatazz di Guru, gli M.O.P., gli ATCQ, i De La Soul, Rakim, Sean Price, Slick Rick e il suo “The art of Storytelling”… mi vengono in mente troppi nomi già solo nell’ambito newyorkese… Dei più recenti apprezzo tantissimo Apollo Brown, beatmaker di Detroit, che usa produrre dischi diversi scegliendosi di volta in volta un mc. Attualmente il suo stile di produzioni è quello che prediligo in assoluto. Parlando invece di influenze italiane, sono cresciuto con i Colle der Fomento, i Cor Veleno del compianto Primo (Rest In Peace) il più grande “animale da palco” che il Rap Italiano ha conosciuto, Kaos One, Neffa e i Sangue Misto, La Famiglia, i 99 Posse, gli Otr, non tralasciando a dir la verità ascolti considerati “più pop” come alcuni brani dei Sottotono e degli Articolo 31. E quando ero già un po’ più grande ho vissuto il primo periodo dei Club Dogo (anche delle Sacre Scuole), di Fibra che si faceva strada, dei Co ‘Sang che hanno esordito con un album che per me è sicuramente sul podio “dei migliori 3 di sempre”. Ecco, in sostanza, penso che il rap abbia il suo sound per ogni momento, e che senza stigmatizzare questo o quello, si possa trovare il giusto sound per ogni occasione.

Il progetto è abbastanza ricco di featuring sia per i Dj sia per gli Mc’s. Potrebbe apparire una contraddizione dato che l’album è in qualche modo personale. A cosa è dovuta questa scelta?

In effetti il disco è ricco di collaborazioni, in ordine di apparizione troverete Danilo Castellano, Dj Spider, l’attore Cristian Izzo (in uno special recitato), Zorama, Deborah Perrotta, Katia De Martino, Tony Staiano, Anna Soares, Il Tenente, Dj Caster; alcuni in più brani. Alle produzioni ascolterete Salvatore Torregrossa (per tutti i brani recitati), Dj Spider, Aniello Iaccarino, Gigi Emme a.k.a. Diamond Louis, Danilo Castellano, Kaino, Il Tenente e Dj Neno. Ma in verità al mic ci sono solo due strofe di Dj Spider in due brani, e un ritornello de Il Tenente, dall’ambiente rap, tutto il resto sono collaborazioni di cantanti, per i ritornelli. Ho scelto varie voci sia femminili sia maschili per gli incisi, per impreziosire e diversificare il lavoro grazie al loro approccio, a volte rock, a volte blues, a volte R&B, a dar colore e tono alle varie sfumature dei racconti di questa “notte…prima dell’alba”. Hanno dato voce in alcuni casi a ritornelli scritti da me che in tutta onestà, non sarei mai stato in grado di cantare in questo modo, in altri casi hanno interpretato quanto scritto da loro stessi. Ho voluto varie parti di scratches in molti brani, da amante del sound del giradischi e dell’importanza del ruolo del dj, anche in ottica live (ove possibile preferisco suonare sempre con il mio socio Dj Spider ai giradischi). Penso inoltre che fosse giusto avere tante collaborazioni, in quanto il disco si compone di 17 tracce (di 30 considerando le 13 bonus tracks recitate) e sarebbe stato pretestuoso da parte mia e noioso per gli ascoltatori…ascoltare solo “la mia voce” raccontargli le storie dei suoi 17 personaggi.

L’intervista è conclusa. Ti salutiamo. Puoi usare questo spazio per dire quello che vuoi.

Vi ringrazio innanzitutto per lo spazio che mi avete dato, saluto tutte le lettrici e i lettori di Hiphopmn. Invito chiunque si sia incuriosito grazie a questa intervista, ad ascoltare “Prima dell’alba” (in uscita il 21 Marzo), frutto di oltre un anno di lavoro, insieme a tante artiste e tanti artisti che hanno contribuito a impreziosirlo (non ultima, la disegnatrice/fumettista Simona Simone che ha curato la cover). Se volete potete restare connessi con me attraverso i vari social (su cui mi trovate sempre come Mauro Marsu) lasciandomi i vostri feedback, e magari un giorno scambiare “quattro chiacchiere live”. Dal mio canale youtube potete vedere il video di Ada (casellante) con feat. di Anna Soares. Ringrazio il regista Catello Giordano e chiunque ha collaborato al videoclip. Colgo l’occasione per salutare tutta la Compagnia Teatrale “l’Airone”, di cui faccio parte anche io; Ada è interpretata da Marika Esposito attrice della compagnia, e vari attori hanno preso parte al video.

Nella mia pagina Facebook trovate le date di tutti i prossimi live, al momento : Venerdì 24 Marzo : Presentazione al Marianiello, Piano di Sorrento; Lunedì 4 Aprile : Presentazione alla libreria Tasso, Sorrento, Sabato 29 Aprile : Teatro Sant’Antonino, Sorrento, Sabato 6 Maggio : Libreria Indipendente Sorrento, ed altre in via di definizione. Saluto Dj Spider e Keezy della mia crew Resurrextion, tutte le amiche e gli amici, i supporters del mio lavoro e chiunque porti avanti la cultura Hip Hop con conoscenza e coscienza di causa. Peace!




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