Hiphopmn

Regional Focus #1 Sicilia-Noema

Benvenuti su “Regional Focus”, la nuova rubrica di HipHopmn.
Con essa, cercheremo di dare uno spazio meritatissimo a chi di spazio ne sta avendo molto meno di quello che gli sarebbe dovuto. Procederemo per regioni, dal sud verso il nord ed ogni puntata sarà incentrata su un rapper diverso ogni volta.
Cercheremo, per altro, di far conoscere tutti gli aspetti dell’artista a cui ci stiamo avvicinando, componendo un intervista che abbia anche il valore di biografia, per chiunque si volesse approcciare al rapper in questione.

Cominciamo dalla Sicilia e soprattutto cominciamo con uno dei freestyler più micidiali della penisola: Noema.
Vincitore di un tecniche perfette oltre che di svariati altri contest oltre ad avere all’attivo vari dischi, di cui l’ultimo è “Hot Headz vol.2”

01) Ciao Noema, benvenuto su HipHop mn e soprattutto su “Regional Focus”, la nostra nuova rubrica che inauguriamo con te.
La prima domanda è quella di tradizione, chi sei e da quanto tempo, come e perchè ti sei approcciato all’Hip Hop?

Sono un ragazzo come tanti che un giorno ha sentito un pezzo rap e ne è rimasto per sempre folgorato. Iniziai ad interessarmi della cultura Hip Hop a circa 14 anni ma in realtà non mi sono cimentato in nessuna delle 4 discipline fino ai 17. Ero affascinato dalla potenza comunicativa di questo genere musicale ma non credevo di essere in grado di poter diventare un Mc, per questo per 3 anni non ho mai “osato” prendere un microfono in mano. Inizialmente volevo fare il Writer ma devo dire che ero oggettivamente scarso purtroppo.Poi a poco a poco, tramite l’avvicinamento a dei ragazzi della mia città che già facevano parte dell’ambiente (che poi sono diventati gli amici di una vita), ho iniziato a fare freestyle e a scrivere le prime rime.

02) Le tue canzoni sembrano essere molto studiate, sembra che ci ragioni tanto prima di incidere una traccia, infatti hanno tutte testi molto sentiti, tecnica invidiabile ed un flow sempre riconoscibile e reindirizzabile a te.
Quale di questi tre elementi è quella che curi di più quando vai a comporre un pezzo?

Non ho un vero e proprio metodo standard di approccio alla scrittura. Diciamo che senza ispirazione non si tocca la penna. A volte mi viene in mente un semplice aforisma, un’idea insomma, dalla quale poter sviluppare una tematica precisa che si esprime in tutto il pezzo, altre volte invece “la musica mi detta le parole” come diceva Neffa. Spesso curo molto la tecnica,forse troppo,cercando sempre nuovi intrecci stilistici in maniera quasi matematica, ma in realtà non ho una formula prestabilita.

03) Sei universalmente riconosciuto come uno dei freestyler più bravi della penisola. Uno come te avrà girato tantissimo e conosciuto Mc di qualsiasi zona, ma soprattutto si sarà ritrovato in tante situazioni differenti.
Ci racconti un aneddoto sull’esperienza più pazzesca, commovente, divertente o disprezzabile che hai affrontato?

Qualche anno fa mi trovavo ad una jam in Sicilia insieme a Clementino,Mirko Miro e Sleemusiq. Eravamo lì per caso e nonostante non facessimo parte della line-up della serata, che vedeva diversi ospiti, gli organizzatori ci chiesero di suonare. A quel punto accettammo e improvvisammo un live usando dei beats americani, mischiando strofe e ritornelli, che facevano parte del repertorio di ognuno di noi. Il risultato fu sorprendente, la gente penso’ realmente che il tutto faceva parte di uno show studiato, provato e riprovato, quando invece avevamo adattato i pezzi 10 minuti prima di salire sul palco ascoltando i beats nella macchina di Mirko Miro. Fu davvero una bella serata.

04) Parliamo ancora di freestyle, ci racconti secondo te la tua battle più importante o quella in cui, sempre per tuo parere, hai dato il meglio di te?

Ci sono tante battle in cui mi sono impegnato molto,ovviamente credo che la più importante sia stata quella a Roma quando vinsi la finale nazionale del Tecniche Perfette. Anche se devo dire che, nella memoria delle persone, sono rimaste molto impresse le gare con Jonnhy Marsiglia e con Emis Killa, magari perché sono state più combattute o più criticate per il verdetto finale.

05) Hai partecipato a contest importantissimi ed hai un “curriculum” assolutamente invidiabile, però vorrei concentrarmi su “Mtv Spit”.
Quella battle, almeno secondo me, ha dato “l’improve” necessario al freestyle per diventare un qualcosa di noto a livello nazionale. Tu eri ospite nella prima edizione e sei arrivato anche lontano, perdendo contro Nitro, che poi sarebbe arrivato secondo:
Ti è piaciuta come esperienza?
Pensavi di meritarti di più di quello che hai raccolto?
Il programma è stato molto criticato nell’ambiente underground, tu che lo hai vissuto da dentro puoi difenderlo per come è stato organizzato e per come si è svolto, o ti schieri anche tu contro di esso?

Penso che la Spit sia stato molto importante per il freestyle italiano, perché ha portato l’improvvisazione direttamente a casa delle persone, aumentando il bacino d’utenza e la fruizione di questa sotto disciplina dell’Mcing. La mia è stata una bellissima esperienza, anche se mi ha lasciato con l’amaro in bocca per 2 motivi. Il primo è che credo che avrei meritato di più per le performance che ho fatto e forse qualche verdetto della giuria è stato sbagliato, il secondo è che avrei almeno voluto una seconda chance come è successo a molti dei miei colleghi. Comunque, come ho spesso ribadito in altre interviste, è un’esperienza che rifarei in ogni caso.

06) “If you wanna be a monkey … be a gorilla”.
Ma come si fa ad essere un gorilla in questa scena?

In questa scena ci sono le scimmie e i gorilla. Le scimmie sono quelle che fanno il copia incolla di quello che và per la maggiore in classifica in quel dato momento, che sia trap che sia dubstep che sia glich-hop, senza avere nessuna cognizione di causa di quello che stanno facendo, lo fanno perché devono copiare quello che va in America.
I gorilla sono quelli che cercano di evolversi ma in maniera originale, studiando, percependo e assorbendo tutto quello che c’è in giro, sia di nuovo che di vecchio (mai perdere le radici), ma provando a trasformarlo in qualcosa di “proprio” invece di “scimmiottarlo” come gli altri.

07)Ripercorriamo la stessa canzone: “Qua essere poveri è diventato un lusso”.
Sembra pure a te che ce molta gente che nel rap si sta atteggiando a ciò che non è ?
Oppure intendevi altro ?

“Essere poveri è diventato un lusso” significa che dato che la situazione economica a livello globale continua a peggiorare, presto la maggioranza della popolazione potrebbe arrivare a essere sotto la soglia di povertà, tanto che “il povero” sarà considerato un privilegiato. Ovviamente è un paradosso esasperato fatto apposta per prendere in giro una scena che canta di una realtà che non vive, che non conosce e che ignora completamente, strappata da ciò che è il vero stato del tessuto sociale … di ciò che è la vita vera. Rappers ricchi di famiglia che si spacciano per poveri fingendo di provenire da presunti ghetti, rappers poveri che si spacciano per milionari perché hanno venduto un tot di copie fingendo di vivere “il sogno americano”, ma quasi nessuno parla seriamente della realtà del nostro paese.

08) “Far parte dell’Hip Hop, era già un onore”.
Da tutti i tuoi album si può intendere il tuo rispetto immenso per la vecchia scuola, pensi che con il rap di ora si sia persa genuinità ?

Penso che una volta il rispetto te lo dovevi sudare, te lo dovevi guadagnare, te lo dovevi meritare. Ora un sacco di giovani non vogliono fare la gavetta, si sentono fortissimi, vogliono la major che gli produce il disco senza aver manco fatto un demo. Vogliono tutto e subito, ma non è colpa loro, vogliono semplicemente imitare i loro idoli in tv, ignari del fatto che i loro stessi idoli hanno fatto una vita di sacrifici prima di avere una possibilità.

09) “No signore” è un pezzo che mi ha colpito molto.
In un paese fortemente cattolico come l’Italia queste tracce sono sempre qualcosa di rottura. Pensi che si potrebbe scrivere una traccia del genere anche in un ambito più mainstream?
Oppure temi così scottanti e scomodi sono solo per il piccolo pubblico?

Credo che grazie all’hip hop si possa parlare di qualsiasi tema, dipende semplicemente da come lo fai. Devi trovare il giusto registro comunicativo che renda comprensibile la tua idea a chiunque e che possa valicare qualsiasi pregiudizio dettato dal bigottismo e dall’ignoranza. C’è sempre una via comunicativa universale, di certo un pezzo come “No Signore” si può scrivere meglio di come ho fatto io.

10) In “Hot headz vol.2” ci sono davvero tanti featuring.
Se dovessi dare un giudizio per un tuo gusto, preferisci i lavori più intimi con pochi rapper, oppure piace anche a te ascoltare dischi con tantissimi Mc che si avvicendano al microfono ?

Hot Headz vol.2 è pieno di featuring perchè è un mixtape e di conseguenza è pieno di collaborazioni. Ovviamente un disco è un lavoro più intimo, più ricercato, più accurato e dettagliato in cui sei tu che devi “collaborare” con te stesso per raggiungere il massimo dell’introspezione. Un mixtape è sempre più “leggero” a livello contenutistico. Comunque si preferisco gli album con pochi featuring in realtà.

11) Visto che stiamo parlando del tuo ultimo mixtape te lo chiedo:
E’ il tuo lavoro preferito tra quelli composti da te?
Oppure ce ne sono altri in cui ti sei sentito più in forma?
Se vuoi, raccontaci anche qualche curiosità proprio sui tuoi lavori.

Il mio lavoro preferito devo ancora crearlo. Io sono iperautocritico e puntiglioso per ciò che riguarda la mia musica e credo fermamente di dover dare di più nei prossimi dischi e mixtape perchè non sono soddisfatto fino ad ora, anche se forse non lo sarò mai.

12) Cambiamo argomento.
Pensi che sia utopico parlare di rapper Underground in Italia che si guadagnano il pane facendo solo questo?
Oppure si può “campare” pur proponendo una musica più ostica?

In realtà esistono rappers underground che campano solo di hip hop, il punto è: per quanto tempo?
Quando ti auto produci o fai parte di piccole etichette è difficile aumentare il tuo pubblico e di certo non puoi sperare che i fan che hai, compreranno sempre i tuoi dischi a prescindere dalla musica che proponi. Quindi è sempre meglio avere un lavoro vero e proprio, avere una garanzia che ti permetta di arrivare a fine mese a prescindere se il tuo disco venga apprezzato o meno.

13) Parlaci un po’di cosa tieni in ballo.
Cosa architetta Noema per il futuro?

Ultimamente ho molti progetti in ballo, forse troppi, sia da solista che con altre persone, ma dato che non c’è nulla di definitivo non voglio fare proclami. Mi limito a dire che a breve uscirà un ep autoprodotto di 4 quattro traccie, spero il prima possibile.

14) Un grazie infinito per la partecipazione a questa nuova nostra avventura, ma prima di salutarci dacci un consiglio (tenendo presente che la nostra è una rubrica che premia quelli che secondo noi sono sottovalutati): al prossimo focus regionale Siciliano chi dovremmo intervistare secondo te?

Grazie a voi per lo spazio concessomi e per l’interesse che avete mostrato nei miei confronti. La Sicilia a mio parere è piena di talenti sprecati, piena di persone che se fossero nate in altre regioni magari sarebbero state note al grande pubblico già da tempo. Ti faccio 3 nomi fra quelli della provincia di Catania (sono di parte) che potresti intervistare, poi scegli tu: Wild Ciraz, Elfo, Mirko Miro.

Davide Frascogna

Pagina fb:
https://www.facebook.com/Noema-281704831449/

Canale youtube:
https://www.youtube.com/channel/UCtt1pg6ZipK-VQF0QDLXnOg

email:
noemahotmail.it

12571003_1251718551524210_481740414_n




Condividi con:

FacebookTwitterGoogleTumblrPinterest

Scrivi un Commento