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Willie Peyote – Educazione Sabauda (Recensione)

Front ES

 

Willie Peyote è un artista venuto alla ribalta negli ultimi anni, io l’ho conosciuto quasi quattro anni fa con la strofa fatta per il Captain Futuro, l’anno successivo l’artista torinese si è unito alla scuderia Funk Shui Project, con cui ci ha deliziato con chicche come “Piuttosto niente” in collaboarazione con Hyst, in cui il Peyote entra nella traccia in maniera epica, con la barra “Piuttosto che passare inosservato c’è chi passa per scemo, per me passa Moreno”, l’anno successivo Guglielmo (Nome di battesimo del rapper) è uscito con “Non è il mio genere, il genere umano”, album di spessore da cui sono state partorite perle come “Friggi le polpette nella merda Cit.” e “Fresh”, mentre questo, è l’anno di “Educazione Sabauda”.

L’album inizia con un dialogo tratto dal lungometraggio interamente girato a Torino “Santa Maradona” e sin dall’inizio notiamo che l’album è in pieno “stile Peyote”, poiché subito dopo il dialogo tratto dal film di Marco Ponti il pezzo è colmo di cinismo; mi hanno colpito particolarmente queste barre “Cosa t’han detto che non sembro più lo stesso, se non mando fare in culo qualche stronzo in ogni pezzo? Beh, io manco mi ero accorto easy rimediamo adesso: vai a fare in culo te e chi cazzo te l’ha chiesto!”. Cosa dire?! E’ il buon vecchio Peyote. L’album ha un sound variegato, ma omogeneo al contempo; il Peyote spazia dalle metriche serrate al cantato, il tutto condito da punchline potenti, concept da paura e spessore lirico alquanto sopra la media.

Al disco contribuisce in maniera importante, com’era facile immaginarsi, Frank Sativa, che già da un po’ sforna roba massiccia con Willie, in qualità di direttore artistico  e arrangiatore, nonché di produttore. Tra le produzione è doveroso annoverare la collabo con Godblesscomputer nel pezzo “Truman Show”, pezzo soft dalle liriche pesanti. Nel disco sono presenti rapper illustri come Tormento Ensi e Litothekid, gli ultimi due impegnati in un pezzo intitolato “Nessuno è il mio signore”, mentre il primo è presente ne “La scelta sbagliata”. Entrambi i pezzi sono tanto impegnati quanto potenti.  Tra gli altri, al disco collaborano: Kavah, Dj Koma,  Adriano Vecchio, Paolo Parpaglione, Stefano Piri, Enrico Allavena, Alex Jeremy e per finire proprio il padre di Guglielmo, che troviam0 impegnato alla batteria.

Traendo le conclusioni del disco posso dire che il tutto suona bene ed omogeneo anche se si spazia dal pezzo rap che parla di un po’ tutto e un po’ di niente, “se son di umore nero allora scrivo e parlo un po’ di tutto e un po’ di niente” giusto per citare Interludio, ai deliri del Peyote; è da ascoltare assolutamente la traccia 11 del disco, uno skit in cui Guglielmo parla di un sogno fatto in cui vede l’Italia in un futuro surreale (neanche troppo pensando agli ultimi vent’anni) dove regna una dittatura salutista ed a capo della camera c’è un bulldog francese (magari il Peyote è un fan di Orwell); lo skit precede “La dittatura dei nonfumatori”, pezzo “delirante” direttamente collegato allo skit precedente.

Se dovessi descrivere l’intero album con una sola parola “geniale” sarebbe l’aggettivo più corretto, un po’ come il Peyote d’altronde, un rapper capace di suonare hardcore e melodico, impegnato e delirante, tutto questo nello stesso disco, a volte anche al contempo. Già, geniale!

Voto 9,5

Tracklist

01 Peyote451 (L’eccezione)
02 Che bella giornata
03 C’era una vodka
04 La scelta sbagliata Feat. Tormento
05 Interludio
06 L’outfit giusto
07 Willie Pooh
08 Etichette
09 Giudizio sommario
10 Io non sono razzista ma …
11 Vecchio ho fatto un sogno (Skit)
12 La dittatura dei nonfumatori
13 Nessuno è il mio signore Feat. Paolito, Ensi
14 Truman Show
15 E allora ciao

Daniele Muratore




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