Il nuovo album di Claver Gold lo aspettavamo tutti. Infondo perché non avremmo dovuto farlo?
In poco tempo, l’Ascolano, è diventato uno dei rapper più importanti della scena nostrana ed i Kintsugi, che lo accompagnano alle macchine, sono un duo validissimo e piacevole d’ascoltare. Le premesse e le promesse per “Melograno”, perciò, erano già ottime e sono felicissimo che siano state tutte mantenute.
Il disco in questione è caratterizzato da un suono delicatissimo e da delle liriche pazzesche, che fuse in un solo prodotto ed accompagnate dalle punchline taglienti ed ironiche di Claver, danno vita ad un progetto che il sottoscritto ha tenuto a tutto volume nelle cuffie sempre, sin dalla sua uscita. 17 pezzi, nessuno dei quali banali o scontati, tutti che rappresentano il disagio o le storie che gli artisti in questione lasciano trasparire o raccontano.
Il rap è pazzesco, Claver Gold si è superato. I testi sono bellissimi, mentre metriche e flow sono stati praticamente reinventati. Immagino ci sia poco altro da dire di un ragazzo che pare sia arrivato alla piena consapevolezza stilistica e tecnica, capace di pezzi come “Lady snowblood”, “Melograno”, “Quante volte”, “Backstage” e “Anima Nera”, giusto per citarne alcuni. Tra le altre cose, ritroviamo esempi pregevoli di storytelling, come “Nazario”.
I kintsugi, invece, dimostrano già dall’intro del disco di saperci fare. I beat sono tutti fantastici e testimoniano la preparazione del duo tarantino e la loro adeguatezza a dischi con nomi così altisonanti. La musicalità del lavoro, per altro, è fortemente agevolata da featuring che sono tutti di tipo canoro.
In sostanza, “Melograno” è un album da ascoltare e riascoltare, su cui si possono spendere poche parole, poiché basta dire che rasenta, praticamente, la perfezione.
Voto 9
Davide Frascogna.