Hiphopmn

Hiphopmn Awards 2015

Come ormai siamo abituati ogni anno, è consuetudine verso gli ultimi giorni di Dicembre e i primi di Gennaio dell’anno nuovo fare il punto della situazione dei dischi usciti e valutare quali sono state le uscite migliori e in generale i dischi che hanno portato un qualcosa in più o comunque nuovo alla scena rap. Noi staff di Hiphopmn abbiamo perciò selezionato un certo numero di dischi che, a nostro modestissimo parere, sono stati tra i più validi di questo 2015. Ci teniamo a precisare che questa non è una classifica (i dischi sono riportati in ordine puramente alfabetico) e che questi non sono gli unici lavori degni di nota usciti, ma dopo un consulto tra tutti noi dello staff ognuno ha scelto il disco che più l’ha segnato o gli è rimasto impresso, quindi non preoccupatevi se ci sono dischi non segnalati ma comunque meritevoli.
Ecco a voi quindi i dischi del 2015 di Hiphopmn.

 

Claver Gold & Kintsugi – Melograno

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Don Diegoh & Ice One – Latte e Sangue

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“Si chiama Hip Hop e si trasmette per contagio”. Basta questa barra per descrivere Latte & Sangue di Don Diegoh & Ice one. Quando uno degli mc più promettenti della scena incontra una leggenda vivente come Ice one, puo solo uscire un ottimo lavoro. Don Diegoh e Ice One con questo disco sono riusciti nell’intento di trasmettere all’ascoltatore tutta la loro passione per questa cultura chiamata Hip Hop, passione che riescono a trasmettere anche (e soprattutto) live. Chi ama questa cultura deve per forza di cose ascoltarsi Latte & Sangue anche perché questo è un disco che resterà negli annali del rap italiano e che fra 10 anni sarà sicuramente ricordato e riascoltato sotto la voce “classici del rap italiano”. In tema dischi da ascoltare vi inserirei anche parecchi altri dischi già citati dai miei colleghi ma permettetemi di citarne uno, cioè “Melograno ” di Claver Gold, su di lui c’erano parecchie aspettative, aspettative che ha ampiamente soddisfatto con un disco altamente tecnico pienamente devoto allo story telling. Insomma ascoltatevi questi dischi e le vostre orecchie non vi malediranno.

Mauro “Mas” Baldini

 

E-Green – Beats ‘N’ Hate

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E-Green quest’anno ha fatto parlare moltissimo di sé, a cominciare dal metodo di crowdfunding tramite MusicRaiser per il lancio del disco, ma alla fine dei conti a prescindere da tutto ciò quello che conta è la musica; e Green sotto questo aspetto ha svolto un lavoro eccellente, confezionando un prodotto molto personale e potente e superando (a detta di chi scrive) i già ottimi risultati dimostrati con “Il Cuore e la fame”.

Francesco “Gobba” Gobbato

 

Fabri Fibra – Squallor

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Prima di scegliere definitivamente questo disco ci ho pensato due volte; sia perché il rap di Fibra a brevi tratti è discutibile, però il modo in cui lo fa ‘fa impazzire’ sia perché per metabolizzare bene i suoi pezzi ci vogliono più di un paio di ascolti, ma forse è proprio questo il fascino più grande. Ciò che mi ha colpito di più di Squallor sono i contenuti, i riferimenti nei testi e l’interpretazione con cui dice molte cose, oltre all’ottimo lavoro di sound design che è stato svolto (in particolare dei bassi così non si sentono in tutti gli album). Fibra si è dimostrato vero e reale, come l’hiphop vuole. Assolutamente da premiare.

Fenix

 

Francesco Paura – Darkswing

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“Invidio Neffa spesso, perché ha smesso prima della vostra merda”. Sarebbe sufficiente questa citazione, in più Paura ha fatto davvero un ottimo disco! Contando che per gusti personali non è mai stato tra i miei preferiti, questo album mi ha colpita. Tutt’ora lo ascolto con piacere: featuring ben calibrati, beat che calzano a pennello e ovviamente un Curci in formissima.

Laura Since

 

Kaos – Coupe De Grace

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Il Don è tornato!
C’è poco da fare, Kaos scrive un disco ogni 3/4 anni, ma ognuno di questi è un classico.
Il suo flow ed il suo timbro vocale sono riconoscibili a kilometri di distanza, la metrica è come sempre serrata, precisissima sulla battuta, impareggiabile. L’organicità dell’album è pazzesca, anche perchè tutte le produzioni sono di un incredibile Dj Craim, in forma smagliante. Il suo punto forte, la lirica, viene messo fortemente in risalto dall’altissimo tasso contenutistico dei testi. Il tutto ripetendo gli stessi pensieri che il “Maestro” si è impegnato a rappare per 30 anni, ma anche esprimendone di nuovi, parlandoci delle sue paure in una vita che sta avanzando inesorabilmente o anche scrivendo un inaspettato pezzo sul “Trono di spade”, perché infondo: “Se non c’è più niente da dire, il silenzio è la cosa migliore che hai da offrire”.

Davide Frascogna

 

Marracash – Status

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Quest’anno è impossibile definire effettivamente il disco dell’anno perché ce ne sono stati tanti e di ottimo livello, quello che però mi è rimasto di più è “Status” di Marra, sicuramente miglior disco mainstream. Varietà di stile, tecnica, punchline, concetti e tamarragine in un mix davvero azzeccato, disco talmente avanti che probabilmente è il vero disco dell’anno…2020.

Josuè Spark

 

Maxi B – Maledetto

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Ci sarebbero davvero numerosi dischi da citare quest’anno, ma quello che ho preferito e tenuto più in loop in cuffia è stato “Maledetto” di Maxi B, disco maturo, ricco di concept, skills e con beats azzeccatissimi, il miglior prodotto rap fatto in italiano di quest’anno.

Daniele Muratore

 

Willie Peyote – Educazione Sabauda

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Di una cosa siamo certi: Willie Peyote si è imposto in maniera originalissima ai vertici della scena italiana.
In particolare, questo è il disco che racchiude un po’ tutte le sfumature del rapper, andando a dare forma ad un percorso che vede dietro sé dischi solisti e in gruppo sempre di alto livello.
I pezzi hanno tutti una personalità ben marcata, partendo da “La dittatura dei non fumatori” (divertentissima) fino ad arrivare a pezzi più personali come “Willie Pooh” (“E ti dirò di più porto il cinismo con il miele, sono Willie Pooh”).
Una menzione speciale va fatta anche per l’ottimo lavoro a livello di suono: ormai gli strumenti nei dischi rap sono tornati di moda, ma poche volte si assiste a un risultato così piacevolmente sorprendente.
Conclusione: disco di qualità, rapper di qualità e musica di qualità.
Il “Lupin” torinese ce l’ha fatta anche questa volta.

Simone Giorgis

 

Menzioni Speciali

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Ci sono altri lavori usciti quest’anno che non rientravano tra i dischi migliori dell’anno secondo il parere di ciascuno dello staff, ma che tuttavia non ce la sentiamo di non menzionare, con due motivazioni differenti.
Il primo è XDVR delle nuove promesse di Roccia Music, Sfera Ebbasta e Charlie Charles, il quale ha il merito di aver portato un suono “nuovo” (perlomeno in Italia) ma comunque filtrato e rivisitato in modo da non risultare una scopiazzatura dall’estero e comunque suonare bene e piacevole. Staremo a vedere in futuro se il rapper e producer in questione saranno in grado di ripetersi, migliorarsi e magari innovarsi ulteriormente.

Il secondo invece è un prodotto magari più “classico”, ma non per questo meno valido: si tratta dell’ultima fatica del rapper sardo Lil Pin, dal titolo Kingpin. Lo segnaliamo perché Pin è uno dei rapper con più skill e tecnica dello stivale ed è accompagnato da uno dei producer più forti sempre in Italia, Kennedy. Ogni anno questa accoppiata ormai fa uscire almeno un lavoro e il livello è sempre molto alto e anche quest’anno con Kingpin non fanno eccezione. Talenti del genere vanno riconosciuti e premiati.

Francesco “Gobba” Gobbato

 

I dischi americani del 2015

Quest’anno per la prima volta su Hiphopmn abbiamo voluto dedicare una sezione dei nostri awards anche ai dischi usciti oltreoceano, perciò ecco a voi una lista dei dischi ufficiali degni di nota usciti in America nel 2015

Kendrick Lamar – To Pimp A Butterfly

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Questo disco ha fatto dividere gli appassionati tra chi lo considera un capolavoro indiscutibile e chi invece una “cagata pazzesca”. A nostro avviso è comunque un disco molto valido fatto da un giovane rapper che continua a sperimentare nuove formule e provare a offrire prodotti che si discostino da quel che offre il mainstream al giorno d’oggi. In altre parole musica di qualità.

 

Joey Bada$$ – B4.DA.$$

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Questo ragazzo di New York è riuscito a riportare in auge il vecchio suono della costa est, di cui oggi si sente spesso la mancanza, riuscendo comunque a rinnovarlo e portarlo a suonare attuale. Aggiungiamoci delle ottime skills al microfono e otteniamo un capolavoro. Non male come risultato vista la giovane età di tale ragazzo.

 

Bodega Bamz – Sidewalk Exec

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Altro newyorkese in questa lista, ma questa volta un ragazzo di origini portoricane e dominicane di Spanish Harlem; origini che si sentono tutte e vengono trasmesse in ogni pezzo sotto forma di spocchia e aggressività che possono ricordarci l’attitudine di certi vecchi colleghi più illustri. Da segnalare inoltre il tappeto musicale curato da un VDon in splendida forma.

 

Freddie Gibbs – Shadow Of A Doubt

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Gibbs è un rapper di grandissimo talento, uno dei pochi esponenti di un certo gangsta rap vecchio stile, ma comunque dotato di grandi skills tecniche, tuttavia penalizzato spesso dalla scelta di beats poco incisivi, problema questo ovviato nel disco dell’anno scorso con Madlib, Piñata. Con Shadow Of A Doubt, Freddie dimostra di poter reggere un disco da solo con una scelta più oculata di producer e featuring al microfono (sì, pure Gucci Mane qua dentro ci sta tutto), regalando un ottimo lavoro caratterizzato da un’atmosfera unica.

 

Vince Staples – Summertime ’06

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Altro ragazzo di Los Angeles  giovanissimo che rilascia un disco d’esordio molto maturo sia per tematiche e conseguente modo di affrontarle e per il sound che caratterizza questo Summertime ’06. Un altro disco che segna la rinascita della costa ovest a cui abbiamo assistito in questo 2015.

 

Drake & Future – What A Time To Be Alive

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Molti hanno paragonato questa accoppiata e questo lavoro allo (ormai) storico Watch The Throne di Jay-Z e Kanye West. Ora io non penso che siamo sugli stessi livelli, sia di qualità sia di prestigio dei due artisti, ma What A Time To Be Alive è comunque un prodotto molto piacevole e riuscito che dimostra un’ottima alchimia tra i due rapper.

 

BADBADNOTGOOD & Ghostface Killah – Sour Soul

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Ghostface è da sempre il membro del Wu-Tang più produttivo e che (a differenza di molti suoi soci) raramente fa uscire un lavoro deludente. Tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015 ha fatto uscire ben tre dischi (36 Reasons, Sour Soul coi BADBADNOTGOOD e la seconda parte di Twelve Reasons To Die con Adrian Younge) tutti di ottima fattura e in più ci ha fatto un po’ tutti emozionare quando ha risposto alle frecciate di Action Bronson con un video dove letteralmente gli vomita addosso spocchia e insulti mentre si tocca il pacco a intervalli regolari. Citiamo Sour Soul tra le uscite in quanto è stata una collasso più inedita ed efficace e comunque meglio segnalare un lavoro random di Ghostface piuttosto di quello di Bronson (..è una battuta, non prendetela a male).

 

Pusha T – Darkest Before Dawn: The Prelude

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E per concludere citiamo il più recente Darkest Before Dawn del neo presidente di GOOD Music. Nonostante si tratti di un “antipasto” al vero e proprio disco ufficiale King Push, questo lavoro non fa che confermare i già noti punti di forza di Pusha T: grande interpretazione, tanta personalità e aggressività che permette di valorizzare ogni beat, anche il più minimale e, soprattutto, tanta credibilità che conferisce ulteriore spessore alle sue rime. Ciò non fa che alimentare l’hype per il prossimo disco ufficiale.

Francesco “Gobba” Gobbato




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