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E Green – Beats & Hate (recensione)

Tracklist:

01) Riepilogo 2015 prod. Lvnar, cuts dj Snifta & dj kamo
02) Shake n blake prod. Lvnar, cuts Whtrsh
03) La paura prod. Lvnar
04) Goddamn prod. Big things, cuts Dj Ms
05) Stanco prod. The caesars
06) Heads up prod. Lvnar, cuts dj Breeda
07) Sposato prod. Lvnar, cuts dj Fustcut
08) The rockshow prod. Mace
09) Ulysses prod. Lvnar
10) 26 dicembre prod. Cope
11) Il marchio del condor prod. Big joe, cuts Dj Lil cut
12) Il grande freddo prod. Pat cosmo & Lvnar

 

Negli ultimi anni, il nome di E green é arrivato alle orecchie di chiunque ascoltasse anche solo un minimo di rap Underground. In effetti, anche ultimamente, il rapper é stato molto chiacchierato per diverse cose:
Dopo l’uscita da “Unlimited Struggle” ed il conseguente ep “Entropia 2”, ha messo in piedi un crowdfounding su Musicraiser, per finanziare il suo ultimo disco, “Beats & Hate”.
Questa “colletta”, era stata già tentata e riuscita in passato, con artisti come Siruan, ma ora, con il rapper di Busto Arsizio, ha raggiunto dimensioni inimmaginabili, raggiungendo quasi quota 70 000 euro raccolti. Alla luce di questi numeri, é inutile dire che il disco é stato pubblicato, ed é arrivato a chiunque avesse partecipato all’iniziativa.

“Beats & Hate” é un disco di 12 tracce ben assortite, che rispecchiano a pieno i 10 anni di musica di E Green: chiunque abbia comprato il suo disco, sono sicuro non si aspettasse niente di diverso.
L’album, infatti, comincia con un “Riepilogo” che ricalca le sensazioni e le idee che lo stesso rapper ha avuto durante la sua carriera. Questo riepilogo, però, rappresenta la fine di un ciclo appena concluso e l’inizio di un nuovo momento creativo nella vita del rapper, momento che comincia con “Beats & Hate”.
Questo disco ha il tipico stampo vecchia scuola, ma si distacca di parecchio dai soliti lavori di rapper con carriera ultra ventennale, sfociando inevitabilmente in qualcosa di genuino e nuovo. Le strofe sono infinite, come le skills di Green. Gli scratch sono fatti da grandi dj e tutto il disco ha un sapore forte e propositivo ma per nulla nostalgico.
Con quei flow, con quella metrica, con quell’attitudine, tutto scorre più velocemente, ogni traccia é un macigno e l’album diventa molto leggero e divertente.

Facile fare dischi con queste qualità, come immagino sia stato facile scegliere di affidare a Lvnar 3/4 delle produzioni del lavoro. Il beatmaker, infatti, si muove molto bene, e non fa mancare nulla ai sui beat, accompagnati nella tracklist da basi di Big things, Pat Cosmo, Mace, The Caesars, Cope ed il solito grande Big joe.
Di featuring non ce ne é bisogno, Green tiene in piedi tutto anche da solo, ma chiama a tagliare il tutto dj come Snifta, Fustcut, Lil cut, Whtrsh, Kamo e Breeda. Tante mani veloci, che danno ad ogni traccia un grandissimo valore aggiunto. Il tutto, però, é gestito e calibrato dalla testa Hip hop più continua del ventennio: Bassi Maestro.

Grandi nomi e grande attitudine, mischiata ad un cambiamento imminente, non tanto a livello musicale, quanto a livello ideologico. Green, infatti, ha dimostrato che non é impossibile produrre un disco in modo indipendente, senza affidarsi nessuna etichetta (major o piccola che sia).  Ha dimostrato con i numeri, che l’underground in Italia esiste, e c’é una vera e propria “fan base” a spalleggiare chi vale.

Comunque sia, ci troviamo davanti all’ennesima  perla di Green, che ha prodotto di nuovo, per la seconda volta consecutiva dopo “Il cuore e la fame”, un disco destinato a rimanere.

 

Voto 9.

Davide Frascogna.

 




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