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Fabri Fibra – Squallor (Recensione)

TRACKLIST

1. Troie in Porsche
2. Amnesia
3. Lamborghini/Rime sul beat
4. Rock That Shit (feat. Youssoupha)
5. Come Vasco
6. Alieno
7. E tu ci convivi (feat. Gué Pequeno)
8. Cosa avevi capito?
9. Il rap nel mio paese
10. A volte (feat. Gel)
11. A casa
12. Pablo Escobar/Skit Squallor (feat. Lucariello)
13. Squallor
14. Playboy (feat. Marracash)
15. E.U.R.O. (feat. Clementino)
16. Dexter (feat. Nitro & Salmo)
17. Non me ne frega un cazzo (feat. Gemitaiz & Medman)
18. Sento le sirene

“Squallor” è l’ottavo disco di Fabri Fibra. Inutili gli inconvenienti su chi è Fabri Fibra e cosa ha fatto, chiunque non conosca “Turbe Giovanili” o “Sindrome Di Fine Millennio” per quanto mi riguarda è inutile che continui a leggere e meglio ancora che la smetta di ascoltarsi questo genere musicale.
Ad ogni modo, album pubblicato il 7 aprile 2015 lanciato dal video del pezzo “Il Rap Nel Mio Paese”, registrato per l’Universal registrato tra il 2014 e il 2015 in America e in Italia esclusa “Rock That Shit” in collaborazione con Youssoupha che è stata registrata invece a Parigi.

La premessa doverosa fare a chi presta ascolto per la prima volta all’album, viste le tante voci che sono circolate, è la seguente:
Non fate paragoni, ascoltate e non sentite.

Squallor è un album di conferma, è la conferma che il rap per unire potenza, carisma e vendita deve essere fatto solo in questo modo. Irriverenza e menefreghismo hanno sempre contraddistinto Fabri Fibra e lui non ne ha mai fatto un mistero del suo raccontare per creare introiti, inventando storie che riguardano anche personaggi noti (vedi “Il Testimone” di MTV la puntata su Fabri Fibra). Per lui è un gioco, nel quale vuole essere il vincitore, il migliore e fino ad ora lo è stato e lo è.

“Dal primo demo
ad oggi come sto rispondo ripagato in pieno
il testo non si capisce lo spero almeno
ti porto dove finisce l’arcobaleno”.
Alieno

“Frate faccio un’altra valigia sono sempre fuori di casa
io non voglio battere il record voglio solo battere cassa”
A Casa

Lui è un po’ l’Eminem italiano, non solo per l’impronta che lascia con il rap, ma anche per la figura che riveste e lui lo sa bene e per questo forse si sente anche colpevolizzato e colpevole del rap che oggi sta calando in tutta la penisola.

“MC  dirlo fa strano ebbene si è il mio lavoro”
Pablo Escobar

“Sono Pablo Escobar in questo film buona la prima
ho reso il rap popolare come lui la cocaina
oggi se lo fai è colpa mia chiedo scusa
non cambia la sostanza ma chi la usa”
Pablo Escobar

Non dimentica però le sue origini e all’interno del disco ci sono più di un riferimento, ironici o meno, a quello che è il rap di un tempo, tipo “Rime Sul Beat” o l’escalation di Fibra dal rap “underground” al rap di oggi con “Rock That Shit”.

Dal mio punto di vista quando si presta ascolto ad un album di Fabri Fibra bisogna catapultarsi nella testa di uno psicopatico, che sa fare una cosa, una sorta di “Rain Man”, che mentre “Rain Man” era il massimo con la matematica Fibra è un asso del rap, il migliore. Metriche nuove, il flow è il migliore.
Entrare nella sua psicologia significa diventare spregiudicati, non avere peli sulla lingua ed essere chi cazzo vi pare, altrimenti il disco non lo si comprende. Da “Troie In Porsche” a “Sento Le Sirene” Fibra ha un filo logico, per tutto il percorso dell’album, che è massiccio e pesantissimo. E’ lo Squallore, da lì il titolo. E’ tutto squallido. La scena rap, la vita che fa Fibra ma è quella che vuole, a lui poco interessa il giudizio altrui. Lui altro non vuole che quello che ha. Vivere una vita “Come Vasco” fatta di successi discografici e carenze personali

“Voglio una vita spericolata come Vasco
voglio singoli che in radio non fanno mai fiasco”
“sono sopravvissuto alla coca…COME VASCO”

E’ un racconto dello “Squallor” che si vive ogni giorno ogni persona, il racconto dello “Squallor” che tutti vogliono e poi criticano, perché è giusto criticare l’ambiente che si vive perché è quello che si conosce e Fibra lo fa alla perfezione. Uno squallore col quale “Tu Ci Convivi”, ma “Cosa Avevi Capito”?

Lui ci è riuscito, non è un “Playboy” come molti che ce la fanno per il bel faccino, ed è sopravvissuto alle critiche di chi lo preferiva prima. Ora nessuno è al suo livello di comunicazione e tecnicismi, c’è sempre chi è inferiore in una delle due parti. Lui no, è al top in ambo in casi.

Per quanto riguarda le collaborazioni, Fibra ha collaborato con molti artisti dell’ambiente:

Youssupha in “Rock That Shit”
Gue’ Pequeno in “E Tu Ci Convivi”
Gel in “A Volte”
Lucariello nello “Skit Squallor”
Marracash in “Playboy”
Clementino in “E.U.R.O.”
Nitro e Salmo in “Dexter”
Gemitaiz e Madman in “Non Me Ne Frega Un Cazzo”

Collaborazioni magistrali, a parte la strofa di Madman che dovrebbe essere cancellata da qualsiasi nastro, e anche se  non sono un grande estimatore di Guè, anche qui lui si è superato. Quella che preferisco è lo skit di Lucariello che mi sembra l’unica collaborazione che riesce ad entrare nell’ottica del disco.

Voto: 8.5/10

Mr. Elliott




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