Hiphopmn

Loop Loona – Intervista

1) Ciao Loona! Ti ringraziamo per averci concesso l’opportunità di questa intervista; iniziamo da una domanda di routine: come ti sei avvicinata all’hip-hop? Quale delle quattro discipline hai praticato o ancora pratichi?

Avevo delle cassettine registrate da miei amici, quindi mi sono appassionata alla musica prima di tutto.
Verso i 10/11 anni sono andata alla prima jam e lì ho scoperto che non era solo musica. Era tutto un mondo, c’erano diverse discipline e gente che faceva anche altro.
La prima cosa che avrei voluto fare in realtà era dipingere, solo che era un po’ difficile per una ragazza uscire di notte, era un casino e quindi mi sono messa a fare il rap dato che era la cosa più semplice da fare perché non avevi proprio bisogno di nulla.
E’ da quel momento che ho iniziato a scrivere i miei primi pezzi ed è partito tutto così.
Faccio solo il rap, in realtà.

2) Sappiamo che hai vissuto per anni in Siria e Tunisia: come è percepito l’hip-hop in quei paesi? Gli artisti che hai conosciuto cosa hanno di diverso rispetto a quelli italiani? Il clima hip-hop è vissuto con meno tensione che in Italia?

Per quanto riguarda per esempio la Siria e lo Yemen, ci sono davvero poche cose di hiphop. La maggior parte degli artisti che conoscevo erano delle persone di origine siriana e che avevano vissuto o si erano trasferiti in Francia ed Inghilterra.
Mentre in Tunisia ed in tutto il Nord Africa in generale, è già differente perché sono paesi molto più aperti dato che stanno proprio sulla costa. Lì c’è davvero una vera e propria scena reggae ed hiphop con artisti molto forti.
Con la primavera araba, infatti, ne sono usciti alcuni che hanno fatto pezzi manifesto su “rivoluzioni” che si sono verificate un paio di anni fa.
Quindi nel Nord Africa è più sentito ma anche per esempio in paesi come la Palestina ed il Libano è già più sentito, a differenza della Siria in cui ce n’è molto di meno.
La differenza con l’hiphop italiano sta nel fatto che qui c’è una vera e propria industria, mentre lì no.

3) In quale modo ti sono state d’aiuto le partecipazioni ai vari contest di freestyle? Che sensazioni ti ha infuso il fatto che spesso potevi essere l’unica partecipante di sesso femminile? Cosa ha rappresentato l’esperienza di MTV Spit per te?

Per me è stata un’esperienza positiva perché ho conosciuto un mondo differente da quello che conoscevo, ho conosciuto gente molto carina ed interessante.
Il fatto di essere l’unica donna non mi è pesato per nulla. Non c’è molta distinzione, secondo me. La distinzione in realtà la fanno di più gli addetti ai lavori che i rapper stessi.. Non tutti i rapper ovviamente, perché poi ci sono pure quelli sessisti.
Secondo me comunque sono i media che forzano questa cosa perché quando uno deve tirare fuori qualche notizia, ci mette sempre il fatto della “rapper FEMMINILE, rapper DONNA”, sono loro che lo fanno notare, come se fosse qualcosa di strano.

4) Nella tua carriera hai collaborato con un grandissimo mc come Turi, ci parleresti di come è nato il tuo rapporto con lui? Può essere considerato il tuo mentore per eccellenza? Cosa ti ha insegnato?

È stato il mio mentore soltanto da circa due anni a questa parte, perché prima avevo altri punti di riferimento. Turi è stato colui che mi ha dato la possibilità di registrare in un vero studio.
Io non ne ero mai stata all’interno per così tanto tempo prima, e lui mi ha fatto crescere molto sotto questo punto di vista.
Il rapporto con lui è nato così : io avevo fatto un lavoro precedente, lui l’ha ascoltato e mi ha detto “Perché non vieni nel mio studio così vediamo di fare qualche pezzo assieme”.
Comunque c’è da dire che io e lui veniamo entrambi dalla Piana di Gioia Tauro, siamo tutti e due originari di là quindi in pratica l’ho sempre visto sin da quando ero ragazzina ed almeno due volte all’anno ci vedevamo.
In pratica ci conoscevamo da sempre, alla prima jam in cui sono andata c’era lui, infatti, che suonava lì.

5) Nei tuoi progetti ti sei sempre mostrata come una donna forte ed indipendente, come valuti la situazione odierna della donna nella società? E nell’ambiente prettamente hip-hop?

Ancora ci sono tante cose da fare anche perché spesso noi abbiamo questa forma mentis per cui la donna o è bella e stupida o è brutta ed intelligente.
Se vedi una donna carina che riesce magari a fare bene il suo mestiere, cerchi di additarla come la scema di turno e questo probabilmente ci deriva dal “berlusconismo”, dato che tutte le ministre di Berlusconi hanno dato un certo esempio : calendari, showgirl e chi l’aveva data a destra e a manca.
Ci sono tanti passi da fare ma comunque penso che piano piano le cose cambieranno anche perché già si vedono dei primi segnali e prima o poi ci sarà un presidente del consiglio donna, o almeno speriamo!
Spesso comunque capita che le donne vogliano mettersi allo stesso livello dell’uomo ma secondo me donne e uomini sono differenti, la donna in qualsiasi campo dovrebbe essere cosciente della sua femminilità e rimanere sempre donna.
Io ho sempre frequentato soprattutto uomini, la maggior parte dei miei amici erano uomini, e solo negli ultimi anni ho iniziato a frequentare molte donne che secondo me sono davvero in gamba. In questo modo ho capito che le donne hanno una marcia in più, riescono a fare trentamila cose in contemporanea, soprattutto le donne del sud che sono davvero forti.. E questo non è un discorso campanilista.

6) Com’è cambiato il taglio della tua musica da “TV Elle” a “Loonatica EP” e successivamente a “Senza Fine”?

Ho iniziato a 13/14 anni a scrivere i primi testi, a 18 sono andata via tornando dopo un po’ di anni e TV ELLE per esempio ha tutto quel gusto musicale che avevo precedentemente. Era l’ep che non avevo mai fatto all’epoca e che ho fatto dopo parecchi anni.
Appena sono ritornata ho ascoltato anche le robe più nuove che venivano dall’America e da lì ho iniziato anche a rendere più fresco il suono richiedendo cose differenti ai produttori.
Mi sono cimentata anche per alcune robe per cui alcuni puristi hanno storto il muso, tipo sulla dance/house, mi hanno divertito davvero tantissimo, mi è proprio piaciuto quindi non nascondo che mi piacerebbe fare anche quelle robe in futuro, anche perché finché una cosa mi diverte, io la faccio.
Una cosa forzata, non ti esce. Anche quelli super criticati ai vertici delle classifiche, secondo me, ci mettono passione e la gente lo avverte. Se non c’è passione e non c’è divertimento, si sente.

7) Nel tuo ultimo disco parli spesso della tua terra: la Calabria, spesso con connotazione estremamente negative, cosa ti fa storcere il naso di quell’ambiente? Hai un rapporto più d’amore o più d’odio con la tua regione natìa?

Il problema è che la Calabria è una regione sottosviluppata perché gli ospedali non funzionano, la sanità non funziona, culturalmente se si parla di università, a parte qualche polo molto buono, le altre non funzionano, le infrastrutture non funzionano, basti pensare alla Salerno-Reggio Calabria che stanno costruendo da 30 anni. Sul lato ionico non ci sono treni, e poi c’è il fatto della ‘Ndrangheta.
Io non sono la Saviano di turno, anzi, e non dico di sconfiggere la ‘Ndrangheta perché io non credo in queste cazzate qua, mi fa solo incazzare che dalle nostre parti, non si permetta di investire. Lo stato ne è convivente, perché è ‘Ndrangheta stessa, c’è e noi non possiamo distruggerla, non possiamo combatterla.
E che fai giù in Calabria? C’è poco da fare, e se vuoi fare qualcosa di più grande ti tagliano le gambe.

8) Ci parleresti del concept alla base di “Senza fine”? Il fatto di dare priorità ai featuring con delle donne come Martina May da cosa nasce? Ti senti soddisfatta dei risultati ottenuti da questo lavoro?

Sono nate tutte in maniera sempre naturale, infatti mi piace molto collaborare con le donne. Io non canto, faccio il rap ed avere delle belle voci forti mi è sempre piaciuto.
Poi ciò che vorrei è che questo disco rimanesse nel tempo, una volta ci stavano quelle hit, quelle canzoni che se ascolti ancora oggi ti piacciono, le ascolti con piacere perché è musica di sostanza, ci sono argomenti, messaggi.
Questo è ciò che ho voluto fare, sperando di esserci riuscita ma non lo saprò adesso, lo saprò tra dieci anni. Vorrei che fosse per sempre, ecco, anche perchè mi sono presa parecchio tempo per fare questo album. Ho scartato tanti pezzi, mi sono presa un bel po’ di tempo e piano piano mettevo da parte quelli che ci convincevano di più. C’è stato molto il parere di Turi qui, mi sono fatta guidare da lui perché è convinto che un disco debba essere coerente, quindi mettere cose che non c’entravano o si ripetevano non andava bene, per cui abbiamo fatto una sorta di presentazione.

9) Parlaci dei tuoi progetti futuri: cosa hai in programma? Sai già con chi collaborerai?

In realtà sto pensando al nuovo disco, però ancora non mi sono messa a scriverci perché voglio aspettare di avere le idee più chiare rispetto a quello che voglio fare. Deve venirmi naturale, per questo non mi forzo. Al momento comunque sono ferma, ma fra un mese più o meno ricomincio a suonare.

10) L’intervista è finita! Ti ringraziamo per l’occasione e ti invitiamo a salutare i fans e la pagina!

Grazie mille, spero cresciate sempre di più. Superyo!




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