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Red Nose – Intervista by HipHopMN

Red Nose – Intervista by HipHopMN

Red Nose

1) Ciao Red Nose! Ti diamo il benvenuto su Hiphopmn. Iniziamo chiedendoti come ti senti ora all’uscita di questo tuo secondo disco “Reale”. Come l’hai concepito e quanto tempo ha richiesto la lavorazione? Sei soddisfatto del risultato finale e dei riscontri che stai ricevendo?

Ciao ragazzi, grazie. Mi sento più leggero, direi. La lavorazione di un disco richiede anni di sforzi e concentrazione, soprattutto in un prodotto organico come questo. Ho prodotto, registrato, mixato parecchio materiale di quest’album e il risultato mi lascia soddisfatto. Molti riscontri positivi, qualcuno negativo ma anche dei “silenzi”, che poi sono la critica più forte o oppure l’arma più forte. In un periodo dove il personaggio è più importante della buona musica mi aspetto comunque di tutto.

2) Guardando la tracklist la prima cosa che notiamo sono le collaborazioni, parecchio diverse tra loro. Come le hai scelte e come sono nate queste collabo? In particolare come è nata quella con Maxi B, e la scelta di mettere il brano con lui (dal tema anche abbastanza delicato) all’inizio del disco ha un significato preciso?

Nelle collaborazioni viene fuori una scelta più da produttore che da artista. Ho scelto persone che prima di tutto hanno vissuto con me esperienze e con cui, dopo, abbiamo condiviso la musica. La scelta di Maxi B, nella fattispecie, è stata fatta pensando: “voglio un cavallo di razza per questo beat”. Poi abbiamo affrontato il tema di “Dead Man” con due attitudini diverse ma con una missione comune. Il brano apre il disco perché è una marcia funebre: non c’è futuro, nonostante gli sforzi e nonostante l’alienarsi per un cambiamento.

3) Subito dopo notiamo che di tutta la parte strumentale del disco te ne sei occupato solo tu. Questa scelta è dovuta al fatto di rendere il disco più “personale”? E inoltre ti senti più a tuo agio nelle vesti di producer o in quelle di rapper?

In realtà non ho curato proprio tutto da solo. Francesco Curatella mi ha arrangiato le chitarre, Alessandro Fantin mi ha suonato alcune parti di piano, Daniele Urso ha prodotto “Realtà tradimento lealtà”, Manuel Bella ha fatto un addikt production in “Pronti per lo show” cioè l’ha fatta spaccare! Poi c’è Dj Kamo ai piatti, dato che un disco deve avere tutti gli elementi al suo posto. In altre parole, non si può fare un disco intero da solo, la condivisione è alla base di questo lavoro. Tutti, però, hanno seguito una linea guida forte e ben definita che ovviamente è una scelta personale.

Per quanto mi riguarda sto bene sia nelle vesti di producer sia in quelle di rapper. Non sono un produttore ortodosso così come non sono un rapper ortodosso. In entrambi i casi seguo i miei principi.

4) Sempre a proposito del sound notiamo che è totalmente distante da quello che gira per la maggiore nella scena rap italiana ultimamente, più orientato verso sonorità dalle velleità trap o simili; mentre qui troviamo un sound che spazia dalle sonorità del rap più classico a sonorità più elettroniche. Come mai questa scelta di non adeguamento?

In alcune tracce credo di essermi avvicinato, in un modo o in un’altro, a un suono attuale, però è una vera e propria scelta quella di non adeguarmi. Non mi sembra giusto tutta questa uniformità presente nei prodotti nuovi. Un template per tutti non basta per sostenere un genere musicale. Lo step successivo quale sarà? Ecco, questa è una cosa che può spaventare tutti…

5) Il disco si intitola “Reale” che, oltre ad essere il tuo cognome, è un termine di cui amano fregiarsi molti rapper. Per te cosa significa essere “reale”? E chi può dire di esserlo?

Essere Reale per me significa essere vero, nel bene e nel male… anche contro i miei stessi interessi. Ho scelto questo titolo quando mio padre è partito per l’America e io mi sono sentito di credere in un qualcosa di mio come fosse una nuova dinastia. Reale quindi è il mio cognome e ciò che faccio resta e lo affronto in maniera “nobile”. Tutti possono dire tutto, ammesso che siano consapevoli di cosa dicono: se dici una cosa solo perché fa effetto, una cosa a cui magari non credi o che non rispetterai in futuro, ecco in quel caso risparmiati il “Real”!

6) In generale qual è la tua opinione sulla scena rap italiana, sia mainstream che underground? Quali sono i pregi e quali i difetti e cosa cambieresti se potessi?

La scena rap underground non comunica nulla, al di là del rap stesso. L’hip hop è una cultura di unione dei quattro elementi e io arrivo più da questa concezione, dunque, spesso faccio fatica a capire il motivo dietro certe scelte e faccio fatica a capire quale sia il bersaglio. Questo tutto o niente mi indispone. Le produzioni sono dei replay infiniti di cose che sono già state fatte, e meglio, anni fa e nella maggioranza dei casi c’è un auto-celebrazione portata avanti all’infinito che soffoca qualsiasi apertura, anche personale… a parte qualche raro caso, questo è ciò che sento adesso. Io cambierei l’attitudine. Il sistema freestyle, per esempio, ti dà visibilità, ti fa girare palchi ma a volte è fine a se stesso. Le battaglie rap mi sembrano le corse campestri provinciali organizzate con le scuole. Hanno già sfornato fenomeni: davvero ce ne saranno altri?! Il problema è se non hai un messaggio: credo che questa mancanza uccida l’espressione artistica. Il mainstream, invece, gode di vita propria, non sai mai cosa sfornerà, anche grazie al lavoro dei team dietro ogni artista. Certe cose mi gasano, tantissime altre meno. Sicuramente il rap mainstream è sempre più “underground” come genere musicale e sempre più main a livello di pubblico, anche confrontandolo al pop, per assurdo. E questo è un enorme traguardo.

7) Ora che il disco è fuori, quali sono i tuoi progetti per il futuro? Farai diversi live? Sei già al lavoro su altri progetti? Cosa ci puoi anticipare?

I miei progetti sono molti. Vediamo cosa riusciamo a quagliare… Innanzi tutto uno studio nuovo, poi vorrei portare il disco live in situazioni e contesti non battuti. Vorrei suonare live ma non con una band… vorrei usare dal vivo macchine come campionatori, sequenze, sintetizzatori e strumenti. Riproporre il suono del disco senza il filtro del registratore. Vi anticipo che sarà una cosa unica!

8) L’intervista è conclusa! Ti ringraziamo e concludiamo con un tuo saluto a chi ci segue.

Grazie mille a voi! Mi sono divertito. Un saluto ai lettori di HipHopMN! Restate connessi in questa piattaforma e formate sempre più una ballotta! Big up!

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