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Regional Focus #4 Basilicata – Shaka Gius

Regional Focus #4 Basilicata – Shaka Gius

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Benvenuti su “Regional Focus”, la rubrica targata HipHopmn. Con essa, cercheremo di dare uno spazio meritatissimo a chi di spazio ne sta avendo molto meno di quello che gli sarebbe dovuto. Procederemo per regioni, dal sud verso il nord ed ogni puntata sarà incentrata su un rapper diverso ogni volta. Cercheremo, per altro, di far conoscere tutti gli aspetti dell’artista a cui ci stiamo avvicinando, componendo un intervista che abbia anche il valore di biografia, per chiunque si volesse approcciare al rapper in questione.

Dopo una bella pausa estiva si continua il nostro viaggio attraverso lo stivale.
Oggi siamo in Basilicata, dove abbiamo fatto quattro chiacchiere con Shaka Gius, da Potenza. Rapper esponente della scena Lucana e beatmaker apprezzatissimo.

01) Cominciamo presentandoti a chi ci legge.
Chi è Shaka Gius e come si è avvicinato all’Hip Hop?

Ehyò chicos, pace a tutti.
Shaka Gius è un guaglione di 24 che cerca di spingera una cultura.
Sono nato in Marocco, ma ho da sempre vissuto in un paese in provincia di Potenza, Brienza rappresent’.
Per motivi di studio mi sono trasferito a Siena city dove ho conosciuto Zatarra e la realtà del laboratorio “Lo Strappo”.
Non saprei dire come mi sono avvicinato all’ Hip Hop, ricordo solo che tra i primi pezzi che ascoltai ci fu “Cocco Bill” dei Cor Veleno ed avevo più o meno 15 anni e 30 kili in meno,
“Poi la fotta mi portò a scavare nelle radici” (faccio un po’ di autocitazione) e cosi mi si aprì un mondo, una cultura, un’arte dove gustavi delle sottili differenze, dove la comunicazione e rispetto erano alla base e potevano cambiare qualcosa, vidi in quella cultura la possibilità di essere diretti alla gente e senza filtri, a tu per tu senza dover rinunciare alla tanta prese bene, è un classico ma veramente era pace, amore, unità e divertimento.
02) Oltre che un rapper sei anche un beatmaker decisamente rispettato.
Sappiamo tutti che ogni produttore predilige un certo tipo di suono, o un certo tipo di “modus operandi” nella costruzione di un beat.
Tu come costruisci le tue produzioni?

Grazie chico, è vero, penso che ogni beatmaker debba avere un suo mood, deve esserci il tuo marchio nel beat .
Il mio mood è solitamente molto funky, mi piace trasmettere positività nei beat, quando uno ascolta un mio beat tape per l’ 80% del tempo deve sapersi divertire, poi ci sono anche beat che vanno gustati in un momento di riflessione o roba più chillin’ per rilassarti dallo stress e allontare il magone.
Io resto abbastanza classico gustando i bei sample magari più funk alla James Brown o qualcosa più soul, o perché no musica classica, penso che la fotta che mi ha portato a diventare beatmaker non finirò mai di ringraziarla, ha fatto si che la mia cultura musicale sia aumenta in modo esponenziale e soprattutto il mio che il mio orecchio musicale accetti ora qualsiasi genere musicale.
Quindi la parte principale è la ricerca del sample, il suo studio, mi piacere creare nuovi mood, sperimentare rimanendo comunque accostato a sonorità molto old school, diciamo che cerco sempre un suono che lasci qualcosa, o che racconti una storia.
Il beat deve avere un’anima.

03) Da rapper invece sei decisamente tecnico, riuscendo, però, ad esprimere anche messaggi abbastanza forti nei tuoi pezzi. Ho notato che provi un certo disagio verso la nuova scuola di oggi, che non sembra piacerti molto … di base appari abbastanza nostalgico verso ciò che c’è stato.
Potresti spiegarci bene il tuo punto di vista a riguardo?

La prospettiva cambia in base alla visuale.
Personalmente non trovo concetti nei testi, puoi essere tecnico quanto vuoi, fare extrabeat a profusione, ma manchi di concetti o messaggi per me sei out.
Stai sprecando una possibilità, potresti portare informazione alla gente, portare avanti un discorso ma poi ti perdi in un bicchiere d’acqua.
La colpa però sta anche nel pubblico che ascolta e sceglie di comprare il cd dello swaggone trapparo di turno piuttosto che supportare l’MC che quando torni a casa hai ancora impresso in mente un paio di barre che magari ti lasciano nel dubbio o ti portano a farti delle domande.
No sense.

04) Come Beatmaker hai partecipato a vari progetti davvero molto interessanti.
Per esempio, potresti parlarci e raccontarci qualcosa su “Pure Dopeness”?

Questo è un progetto che mi riempie d’orgoglio.
Fui contattato da Dj Hellblazer, dalla Francia, proponendomi di entrare a far parte di questa compilation di beatmakers from all over the world per rappresentare l’Italia, accetai naturalmente.
Ho partecipato a tre volumi: il 15, il 17 e il 19.
La connessione è tutt’ora attiva.
Vedi questo è anche il bello dell’Hip Hop, ora si sono create un sacco di connessioni in varie parti del mondo, mi sento con beatmakers americani, spagnoli, australiani, tedeschi, insomma un tot di gente presa bene.

05) Invece di “Porno Beat” che ci racconti?

Ahahah “Porno Beat” manda un sacco di funk.
Si riallaccia al discorso di prima, i new rappers che parlano di donne come oggetti ecc…
Porno Beat all’inizio era nata come una sorta di parodia, trattare il porno in modo giocoso.
Così mi sono fatto una cultura di grandi classici scovando suoni dal groove funkeggiante.
Penso che il beat “The plumber” racchiuda tutto il significato di Porno Beat, che naturalmente trovate online come gli altri beat tape.

06) L’appartenenza ad una scena che ancora non sembra essersi del tutto sviluppata come quella Lucana, ti ha mai fatto sentire limitato oppure un po’fuori dalla visione d’insieme del rap nazionale, come hanno confessato, anche se per motivi diversi, alcuni rapper sardi o siciliani?

La Lucania è sempre stata una regione particolare forse ancora non del tutto pronta a capire al 100% questa cultura, organizzare serate è difficile , in primis perché in pochi sponsorizzano un evento Hip Hop e poi perché sono pochi i gestori di locali che investono una serata Hip Hop.
Negli ultimi, da quando il rap è diventato di dominio nazionale, si sono aperte un pò di possiblità.
Sono stati orgnizzati vari eventi come il “Do The Writing” a Marsico Nuovo o la “Feel Good Jam” a Potenza, e altri eventi, grazie alle crew attive sul territorio come Ex Nihilo e On The Grind.
Siamo speranzosi di vedere una Nazione sotto lo stesso groove.

07) Parliamo dei tuoi progetti futuri adesso.
Sappiamo che dovrà uscire il tuo disco nel futuro prossimo.
Se c’è già un nome come si chiamerà?
Puoi parlarcene?

Eh si non so dirti ancora il nome o la data di uscita, basta restare connessi alla mia pagina tanto qualcosa esce sempre, però posso dirti che sarà un disco fuori dai classici canoni dell’hip hop di ora. Si affrontano temi sociali ma anche concetti, tesi e prospettive. Ci saranno un po’ di beatmakers dai diversi mood e groove, i miei guaglioni a dare quel gusto in più.
Ci sarà buona musica e tanto Hip Hop.

08) Oltre al disco hai qualcos’altro in serbo per il futuro?

Ci sono un tot di progetti, qualcuno quasi pronto, che usciranno.
Un mixtape con i chicos Rol-B & Sgozzie, un altro beat tape, continuerò la collaborazione con Pure Dopness.
E sicuramente uscirà qualcosa con i chicos Corvo, Orphan, Lost, Rajan, Mil Low, la PDA click e le varie connessioni.
Insomma tanto funk e non solo.

09) Domanda di rito.
Il prossimo rapper Lucano che dovremmo intervistare per Regional Focus secondo te chi è?
Sorprendici.

Beh la scena ha validi rapprensentati tra i quali: Francesco Nero , Heich Luis, Papocchio , Tatà, Phenefunk, Memory, T-Bon, Soda MC.

Come dice Papocchio:

“qui c’è chi sa e c’è chi fa e c’è chi sa fare/
e non è che puoi decidere fra i tre/
poi c’è chi lo fa per tanto, chi lo fa tanto per fare/
differenza sottile in cui io rinchiudo il potenziale/
in cui rinchiudo il potenziale/
e a Potenza c’è potenziale/
ad un livello esponenziale/”

PACE CHICOS




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