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Statik & KXNG Crooked – Statik KXNG (Recensione)

“Crooked and I have been talking about doing something for a minute and when I saw DJ Premier and Royce release PRyhme, I was like, ‘Now is perfect’. So we’re gonna knock out ten classics and keep the ball rolling. I think Crooked is one of the most analyzed yet under-mentioned MCs ever.”

Statik Selektah e Crooked I, decidono di buttare fuori un album grezzo, breve e immediato, in grado di competere niente di meno con Prhyme (Dj Premier & Royce Da 5’9), altra riuscitissima combo ‘’Slaughter+East Coast Beatmaker’’; queste le premesse.
L’album esce il 12 febbraio per ShowOff e Penalty e non mi vorrei soffermare troppo sui protagonisti:
il (secondo?) miglior flow degli Slaughterhouse sulle basi di uno dei migliori produttori della costa East … basterebbe questo per mettere sull’attenti qualsiasi ascoltatore di Rap con un pizzico di coscienza. L
a tracklist non presenta nessuno alle macchine (eccetto Statik) quanto al microfono, dove solo Termanology fa comparsa (bella prova!) sulla traccia ‘’Let’s Go’’. Il disco si compone di appena dieci tracce: niente skit, niente intro/outro, niente cazzate.

“I always wanted to do a project with Statik because I feel like his production embodies the same thing my rhyme style does: raw hip hop. Sh*t that’s true to the art. Plus, we’re just two of the illest at what we do in the game today so it makes perfect sense.”

Si apre quindi l’album con ‘’I Hear Voices’’, ottimo quanto tipico beat trionfante accompagnato dai morbidi graffi sul ritornello di ’STATIK’ e l’arroganza (legittima!) di ’KXNG’ ed è subito headnodding cerebrale e fisico, per la superlativa base del primo e le metriche serrate del secondo.
Scorrono veloci le successive ‘’Magic&Bird’’ e ‘’Lost A Fan’’ – entrambe efficaci, solide e prive di sbavature – per arrivare alla
funky ‘’Everybody Know’’ insolita ma riuscita performance sul versante musicale, mentre Crooked King, com’è scritto su Rapgenius, Rap-His-Ass-Off con cose tipo << If I told you my life story man your stomach’ll vomit>>  o <<if u say something hot, I’mma be shocked/ Like seeing Stephen Hawking recently walking or easily jogging>> mentre il ritornello recita <<Everybody know you fuckin’up the game/ Everybody know your shit don’t bang/ Everybody know you never push ‘caine/ Never shot a thing, lame juice running in your veins>>.
Si arriva poi a ‘’Dead or in Jail’’ già singolo è forse l’episodio più riuscito dell’album, con uno stupendo
storytelling di Crooked che ci racconta il suo percorso musicale lontano – come da titolo – da violenza e crimine per costruire qualcosa, nonostante le difficoltà che può presentare crescere e vivere nel ghetto, su un’altra incredibile base di Statik che non sbaglia un colpo per tutta la durata dell’album – soprattutto nelle battute finali dove dà il meglio – e solidifica per l’ennesima volta il suo ‘status’ di veterano, che è proprio l’impressione più viva che dà la nostra coppia. Essa, infatti, non inventa nulla di originale, ma comunque sa elaborare un ottimo disco perfino oltre le aspettative, che si fa riascoltare più volte per cogliere ogni rima, ogni incastro e ogni nota grazie anche alla breve durata del tutto. Scorrono quindi le successive ‘’Stop Playin’’ e ‘’Good gone bad’’; la prima è una fiumana di rime da battaglia mentre la seconda è un altro storytelling  narrativo, denso ed oscuro. Arriviamo a ‘’Let’s go’’ che vede Crooked scambiarsi il mic con il ‘grimypuertoricanfromtheeastcoast’ noto anche come Termanology, socio di Statik Selektah da lunga data nonché concittadino di Boston, per un altro dei passaggi più riusciti di questo progetto su una base che picchia forte e barre che fanno altrettanto: <<You don’t like me get my name callin’/ I speak my mind like I’m James Baldwin>>…<<A nine, 38, desert and  mac milli/ for different kind of spitters like Black Hippy>> più un ritornello molto divertente che vi lascio scoprire da soli.

Si chiude quind il tutto con ‘’Bitch got me fucked up’’ che scratcha lo stesso campione vocale di ‘’The bitches’’ di Jeru The Damaja – tanto per tornare al discorso PRhyme, Premier ecc… – e ‘’Brand new shit’’ che rappresenta, perlomeno per me, la base più bella di questo disco; buone anche ovviamente le performance di Crooked che su quest’album dimostra di saper anche come passare dall’autoreferenzialità di certi racconti alle sue solite rime da battaglia – e che rime da battaglia! – tutto svolto con perizia e precisione.
Pochi e invisibili gli sbagli ammesso che ci siano e per una volta niente male nemmeno i ritornelli, così per dire.

In sostanza di dischi così ne escono pochi, dischi che sanno mettersi in gioco e allo stesso tempo mantenere la propria integrità, in cui esperienza e determinazione trovano un equilibrio. A fronte delle sole dieci tracce viene più facile l’armonia del tutto quanto la voglia di riascoltarlo – come già detto – soprattutto in vista dell’alto tasso tecnico del lavoro, che sa emergere anche tra progetti più originali o in qualche modo freschi. Forse è proprio l’originalità l’unico difetto di quest’album che in fin dei conti lascia le sue orme su itinerari già battuti a dovere, da chi in meglio e da chi in peggio. Nonostante ciò questo Rap è proprio quello che intendo io per Rap: beat potenti, flow complessi e qualche graffio ogni tanto. Si tratta perciò di un disco solido, privo di cali, da mettere e lasciar andare, che non cambierà le regole del gioco ma che a fine anno farà sicuramente parte della mia – e della vostra mi auguro – classifica dei migliori album. Prestategli un veloce ascolto su Spotify e poi ordinatelo all’istante, fidatevi.

Voto 8.5
Matt Rocc




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