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Think About It – Intervista

think about it

1) Diamo il benvenuto ai Think About It e partiamo dalla genesi! Come nasce il vostro collettivo e a che scopo?

Ciao! Il nostro collettivo nasce nel 2013 con l’intento di fondere l’Hip Hop con le desinenze di ognuno dei componenti (Jazz,Funk,Fusion,Blues) in maniera omogenea e senza mai dimenticare di porre la buona musica prima di tutto.
La formazione del collettivo è stata un modo per cercare qualcosa di diverso, un po’ annoiati dal mondo musicale che ci circondava e ad oggi, non potremmo esserne più contenti.

2) Provenite tutti da ambienti musicali diversi fra loro, nella vostra biografia notiamo la presenza costante di musica proveniente dalla cultura Black, quanto l’ascoltare musica diversa ma con le stesse radici vi ha aiutato al tirar su il vostro collettivo?

Involontariamente ti abbiamo già in qualche modo risposto!
L’essere vicini a molti altri generi musicali oltre il nostro è tuttora una manna dal cielo perché ci permette di prendere il meglio da tutto e in maniera particolare ci permette di guardare con occhio critico il nostro genere di appartenenza e di apportare modifiche e migliorie ogni volta che ne sentiamo la necessità. 
Vincenzo è, per esempio, un amante del Funk e lo si può evincere dalla presenza di ritmi sincopati e abbellimenti tecnici un po fuori dalle righe all’interno del disco; questa sua particolarità è stata sempre il suo fiore all’occhiello, ma il tutto viene piacevolmente amalgamato insieme alle influenze di tutto l’impianto strumentale.

3) Parliamo ora di “In Secondo Piano” e notiamo subito alcuni particolari, il video Cortese è curato da Frank Siciliano (Unlimited Struggle), l’artwork a cura di Corrado “Mecna” Grilli (Blue Struggle), la vostra promozione è curata dalla stessa società che cura la promozione Unlimited Struggle, possiamo affermare che l’Unlimited Struggle è fonte d’ispirazione per voi in quanto promotrice di un rap genuino e  di un sound curato dove l’aspetto umano viene prima dell’autocelebrazione?

Macro Beats, Blue Nox e Unlimited Struggle sono dei punti di riferimento per noi, sia dal punto di vista artistico che dal punto di vista amministrativo, in quanto è possibile percepire, in ognuno dei collettivi, una particolare attenzione per i dettagli, una cura maniacale per tutti gli aspetti che possono concernere un disco, dalla musica all’aspetto grafico.
Avvicinarci a Corrado prima e ai ragazzi di Frame 24 dopo è stato un nostro grande traguardo, un’esperienza lavorativa e umana di grande importanza per la nostra crescita.
Quality Over Quantity first and foremost!

4) Da Cortese a Velluto Blu , vi è una cosa in comune : La prima barra ” Senza di te non ho più niente” ed è essenziale perché è quella singola frase che dopo per l’appunto il brano “In secondo piano” , passa in rilevanza come “ho superato il problema , l’ho messo in secondo piano , adesso sono felice e vaffanculo lo grido a voi con ritmo” . Che importanza hai dato a quella frase?

La frase “Senza te non ho niente di me” chiude un percorso che si estende per tutto il disco, in “velluto blu” è l’emblema della ritrovata sicurezza, della presa di posizione da parte del ragazzo smarrito di “Cortese” che è diventato uomo grazie alle esperienze alla base di tutte le canzoni dell’album.
Velluto Blu è sicuramente la liberazione, una canzone scritta in poco tempo, quasi uscita fuori come se già fosse lì ad aspettare il momento giusto per essere colta; se noti, nel testo si ripercorrono tutti gli argomenti trattati all’interno delle tracce precedenti, problemi che si esorcizzano per superarli una volta per tutte.

5) Parlateci un po’ degli Upsters presenti in questo disco!

Gli “Upstairs” sono degli interludi che abbiamo deciso di inserire all’interno del disco per diversi motivi:
Sono innanzitutto delle tracce che permettono all’album di respirare,fanno prendere fiato all’ascoltatore prima di immergersi nel brano successivo;
Hanno funzione di collante tra una traccia e l’altra e riescono perfettamente a traghettarci verso le intenzioni del brano dopo;
Sono appunto delle scale, dal punto di vista del concept perché tracciano la ascesa di un uomo dalla inconsapevolezza iniziale ad uno stato di benessere e dal punto di vista musicale perché tracciano l’evoluzione sonora del disco, da una base molto più legata alle radici ad un apice molto più elettronico e futuristico.
Le sapienti mani di Stefano e Sup Nasa hanno reso tutto questo possibile!

6) Di recente avete presentato il vostro album al Demodè di Bari, com’è andata la serata? Siete soddisfatti di quel live? Ci saranno altre date in arrivo?

È stato una BOMBA!
Non neghiamo di aver avuto fino ad un secondo prima di salire sul palco un sacco di timori relativi al feedback che avremmo ricevuto una volta finito il concerto, ma il risultato è andato oltre qualsiasi aspettativa.
Avevamo messo il disco in anteprima su rockit qualche giorno prima e vedere le prime file cantare le canzoni a memoria ci ha dato una carica notevole durante tutto il set.
Abbiamo tirato su una festa più che un concerto ed è stato uno spettacolo anche per noi assistere a più di 400 persone ballare e scambiarsi vibrazioni positive nel corso del nostro Live.
È stato sicuramente un punto di svolta per noi e punteremo a crescere per poter regalare e regalarci emozioni come quella del Demodè ogni volta che suoniamo.

7) Chiudiamo l’intervista con eventuali progetti futuri già in lavorazione e saluti finali!

Siamo attualmente a lavoro per il nostro Tour che partirà a breve e toccherà diverse città italiane e di questo non potremmo essere più contenti.
La musica è sempre piena di imprevisti e sorprese quindi per adesso lavoriamo duro e ci impegniamo per riuscire a consegnare al pubblico un progetto solido e tanta buona musica.
Grazie mille ragazzi, a presto!:)

https://www.facebook.com/thinkaboutitmusic

 

https://www.youtube.com/watch?v=VHmCzhvqkfY&feature=youtu.be

Si ringrazia Daniele Cappellutti per la preziosa collaborazione nello stilare le domande.




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