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Zampa – Intervista

1) Ciao Zampa! Ti ringraziamo innanzitutto per questa intervista concessaci. Per iniziare ti chiediamo, visto che sei nella scena da tanto tempo, cosa è cambiato oggi nel rap italiano rispetto a quando hai iniziato? E come sei cambiato tu come rapper?

Ho iniziato ad appassionarmi e ad ascoltare rap italiano agli inizi degli anni 90: era il periodo delle posse, dei centri sociali, delle jam, dell’impegno politico e dell’hip hop inteso come “le 4 discipline”. Non ci vuole un esperto per capire come oggi, di tutto questo, sia rimasto ben poco. Ciò che è rimasto invariato (per fortuna) è l’emozione, i brividi e l’empatia che questo genere musicale riesce ancora a suscitare. Come rapper sono ovviamente cambiato tantissimo: dopo quasi 20 anni di ossessionamento impulsivo da rime sento di aver finalmente raggiunto uno standard tecnico e musicale che mi soddisfa appieno. Passione, fotta, sofferenza e necessità di scrivere sono invece sempre rimaste le stesse.

2) Parliamo del tuo ultimo disco “I Giorni del Condor”, in collaborazione con Capstan e il beatmaker NonDireChaz. Raccontaci un po’ come è stato concepito questo lavoro e come avete deciso di collaborare voi tre. Soffermiamoci in particolare sulla title track che vede la partecipazione di Bassi Maestro, dove descrivi la società mettendo in evidenza tutto il negativo e il marcio che ha da offrirci. Come vedi in generale la situazione in Italia? Perché I Giorni Del Condor? Come avete concepito un pezzo del genere? E come avete concepito il video?

Capstan e Non dire Chaz sono ormai due fratelli per me. Siamo tutti e tre veronesi, con una visione molto simile sia del fare musica, sia del modo di vivere la vita. Fare un album assieme è stata una semplice questione di “selezione naturale”. Tutto è nato qualche anno fa quando Capstan ha iniziato a passarmi dei beat di Chaz (che al tempo ancora non conoscevo): sono impazzito, era esattamente il suono che stavo cercando. Io e Capstan abbiamo iniziato a scrivere assieme come degli indemoniati su tutto quello che Chaz ci passava. Da li a fare un album il passo è stato brevissimo. Il titolo “I Giorni del Condor “è un tributo al film degli anni 70’ “I 3 giorni del Condor” di Sydney Pollack (tratto a sua volta dal romanzo “I sei giorni del condor”). Consiglio a tutti di guardarlo, è una pellicola girata in piena guerra fredda ma tremendamente attuale, che esprime bene le situazioni di claustrofobia, violenza e complotto che abbiamo a nostra volta provato ad evocare nella canzone e nel video.

3) Torniamo indietro nel tempo, precisamente a quando usciva il tuo disco solista “La Lunga e Tumultuosa Via per Bisanzio”, un disco molto particolare. Cosa rappresenta per te questo disco? Cosa ti ha spinto a fare un disco così diverso dai tuoi precedenti lavori?

La Lunga e Tumultuosa Via per Bisanzio è un disco scritto, registrato e pensato solo ed esclusivamente per me stesso, per forza è un “po’ particolare”. L’ho chiuso prima di emigrare dall’Italia, come una sorta di autotestamento: era un periodo strano per me, non avevo neanche intenzione di farlo uscire. Poi il destino mi ha riportato a Verona, ho ribeccato un po’ di butei che nel frattempo avevano ascoltato le canzoni e mi hanno praticamente obbligato a riprendere tutto in mano e a farlo uscire. Questo disco per me rappresenta “la maledizione” della musica e della scrittura, mi ha fatto capire che il legame che ho con questa roba è talmente forte che non riuscirò mai a smettere di farla. Posso provare ad ignorarla per un po’, ma la necessità di scrivere prima poi torna sempre a mangiarmi la testa. Tornando al disco: è un album molto cupo, che per mille motivi non ha avuto nessun tipo di promozione. Chi è riusciti ad assimilarlo però, continua a dirmi che è il mio album migliore.

4) Sappiamo già che stai lavorando sempre con Capstan e NonDireChaz a un nuovo disco dal titolo L’Ombra del Condor. Puoi anticiparci qualcosa su questo lavoro e in generale su eventuali ulteriori tuoi prossimi progetti?

In realtà sto seguendo più di un progetto. Sono mesi di energia liquida, in cui io e Capstan siamo iperproduttivi. Chaz per motivi di lavoro in questo periodo, invece, è un po’ bloccato. Non sappiamo ancora con certezza cosa faremo uscire e quando, ma sono abbastanza convinto che il 2014 sarà il nostro anno, con almeno tre progetti targati “Condor Music” fuori prima di dicembre.

5) Qual è la tua opinione sulla scena rap di Verona e veneta in generale? E della scena rap italiana in generale, sia underground che mainstream che ne pensi? Cosa cambieresti e cosa salveresti?

Credo che la scena veneta e quella veronese in particolare a volte siano colpevolmente ignorate. Per spirito, originalità, freschezza e genuinità posso affermare senza falsa modestia che siamo al top in Italia. Gente come noi, Mista, Shocca, Nex e Adriacosta, Cali, senza scordare nuovi gatti come Nitro, Anagogia, Massima Tackenza, Dietro le linee, più altre decine di rapper cazzuti che non cito per motivi di spazio ma che meritano tantissimo. Gente vera, come l’atmosfera che spesso si respira ancora nelle feste che si fanno dalle nostre parti. Verona in questi anni sta sfornando talenti cristallini, Jap, Budo, Flesha e PDRclick, Muttofunk, HardKnockGang, Jamil, Re-tko, Astio, Taba, sono quelli su cui potete tranquillamente puntare, ma ce ne sono davvero tanti altri che ora sto sicuramente dimenticando. La scena italiana ovviamente la seguo come chiunque faccia rap: il livello indubbiamene è alto, ormai tutti sanno rappare e i pezzi suonano quasi tutti bene. Quello che manca è il cuore, il flow, l’originalità, il contenuto: sono pochi gli album italiani che riesco ad ascoltare piu di una volta. È una gara a scopiazzare (bene) quello che va in America, a questo punto però preferisco ascoltarmi l’artista originale.

6) C’è per caso un disco che ti ha segnato e che ti ha cambiato la vita? Se sì, quale?

SXM dei Sangue Misto: il primo album made in Italy in cui ho capito che il rap in italiano poteva davvero raggiungere (e perché no superare) i livelli americani.

7) C’è un qualche artista italiano o straniero che ammiri particolarmente e/o da cui ti senti influenzato? Se sì chi? C’è invece un qualche rapper con cui ti piacerebbe collaborare e non hai avuto ancora occasione?

Classica domanda a cui dovrei rispondere con un elenco infinto. Sono troppi, davvero, anche perché ascolto veramente tanta roba. Negli ultimi anni sicuramente Prodigy e Styles P sono quelli che ho consumato di più. In Italia mi gasano dannatamente i Killa Soul (Johnny Marsiglia, Big Joe, Louis Dee) ci siamo incrociati di persona solo poche volte ma sono sicuro che prima o poi faremo qualcosa assieme: abbiamo la stessa vibrazione.

8) Ti ringraziamo ancora per la disponibilità, concludiamo con un tuo saluto a chi segue il blog e ai fan!
Grazie a voi e a tutti i cagnacci che mi seguono dal giorno uno

Contatti
– Facebook: https://www.facebook.com/zampa.mrzampini




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