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Lucci (Brokenspeakers) – Intervista

1) Ciao Lucci! E’ con immenso piacere che apriamo quest’intervista. Uno come te non ha di certo bisogno di presentazioni, ma per rompere il ghiaccio raccontaci un po’ come hai iniziato la tua carriera da rapper, come ti sei appassionato alla cultura hip hop e infine, secondo te, cos’è l’hip hop al giorno d’oggi e se era meglio una volta o meno.

Ciao ragazzi. le presentazioni invece sono d’obbligo, vista anche la crescita del nostro genere e i nuovi appassionati che si avvicinano a questa cosa ogni giorno.
Sono Lucci, membro del collettivo romano Brokenspeakers. Ho 28 anni, scrivo testi dal 2001, ma mi sono impegnato seriamente dal 2007, anno in cui è uscito Featuring Lucci.
Ho avuto la fortuna di avere un’amica, una sorella, più grande di me che era appassionata di rap americano e crescendo con lei sono andato in fissa per il genere.
Penso che nessuno possa dire cosa è l’hip hop e come dovrebbe essere. Ognuno si costruisce una sua idea della cosa e si comporta di conseguenza. Io personalmente ero affascinato dall’aspetto di “nicchia”. Quando andavo alle medie il rap era una cosa assolutamente di nicchia e chi lo ascoltava era perfettamente riconoscibile per via dell’abbigliamento, luoghi d’incontro ecc.
Eri certo che chi ascoltava la musica che ascoltavi tu condivideva un background culturale simile al tuo (idee politiche seppur vaghe e immature, film visti, libri letti ecc ecc). Questo senso di appartenenza a qualcosa di “elitario” mi affascinava e rientrava in questo anche la mia passione per la scena dei graffiti di roma. Oltre al fatto più semplice e naturale, cioè che qualsiasi genere ascoltassi nulla mi fomentava più del rap usa.
Adesso non è meglio o peggio in assoluto. E’ cambiato rispetto alla mia particolare visione della cosa e quindi mi trovo poco a mio agio.

2) Qual è la tua opinione sulla scena rap italiana attuale, sia mainstream sia underground? E’ una scena forte e valida? Se sì, ci sono secondo te giovani rapper emergenti forti e destinati a sfondare?

Io credo che il rap (almeno quello che piace a me) abbia la sua realizzazione migliore in una dimensione piccola. Non ne faccio una questione “morale”, semplicemente per esperienza personale mi sono divertito di più a suonare in posti con 300 persone piuttosto che davanti a 10.000 su un palco tipo festivalbar.
Non credo sia quella la dimensione del rap. Sono contento se gente della mia età o più piccola riesce a trovare una realizzazione, anche economica, con la musica, ma non la sento una cosa mia.
Adesso il livello tecnico è altissimo, ma la tecnica come avrete capito è una cosa che mi interessa poco. Adesso vedo soprattutto poca sincerità. questa è la grossa pecca della scena attuale, tutto poco naturale e spontaneo.
Gente destinata a sfondare nel senso di avere successo sia in termini di pubblico che di soldi assolutamente si. di gente in grado di fare qualcosa che rimarrà non lo so.

3) Il tuo ultimo pezzo “La Collina” è una reinterpretazione di un noto pezzo di Fabrizio De Andrè. Cosa rappresenta per te De Andrè? Ascolti altra musica al di fuori del rap? Se sì, puoi farci qualche nome di artsiti che ascolti?

Quel pezzo nasce da una mia esigenza. Io ho la fortuna di essere abbastanza seguito, soprattutto da adolescenti. Inizio un po a sentire il peso delle parole che dico. C’è un momento in cui devi decidere che vuoi fare da grande, se il musicista, il rapper o altro.
Io ho deciso di voler fare altro nella vita, quindi porto avanti con più serenità la mia attività musicale. Posso permettermi di non fare il singolo dell’estate ma fare pezzi che mi soddisfano e di cui andare fiero senza preoccuparmi di come andranno.
Sono sempre stato un appassionato dell’antologia di spoon river di e.l.masters e rielaborare quel pezzo di De Andrè mi ha dato l’opportunità di mandare un messaggio, omaggiare un grande cantautore, omaggiare un grande poeta e confrontarmi con la scrittura raccontando 8 storie in due strofe.
De andrè fa parte dei miei rari ascolti al di fuori del rap. A me piacciono le storie, le poesie, i bei testi. Per questo ascolto molto anche Johnny Cash, mi piace quel modo di raccontare storie.
Ultimamente sto consumando la discografia dei Dubliners, un gruppo di musica folk irlandese.

4) Tornando a parlare di rap invece chi sono i tuoi idoli? C’è qualcuno con cui ti piacerebbe collaborare in futuro, sia nella scena italiana sia in quella estera?

In assoluto su tutti Method Man. Poi Guru, Eminem, big l, ghostface, i beatnuts, dilated peoples… ce ne stanno un botto. Parlando di scena italiana ho la fortuna di essere amico di alcuni di quelli che consideravo idoli quando ero più piccolo. Ora non li considerò più propriamente “idoli” perché ci conosciamo da un po, ma gli voglio un gran bene e forse è anche meglio.
Per quanto riguarda i featuring, li faccio solo con chi conosco e stimo umanamente. Puoi essere il king o la peggio pipa, non mi interessa.

5) Sappiamo che ormai da un po’ di tempo stai lavorando al tuo disco solista “Brutto e Stonato”. Puoi anticiparci qualcosa riguardo a questo disco? Hai già pianificato altri progetti dopo questo lavoro?

Pianifico ogni giorno un enormità di cose che poi non accadono. Tutto quello che pianifico non succede.
Dovevo fare il professore di storia dell’arte e mi ritrovo a fare rap, aver avuto un negozio di spray e ora un ristorante. Anche la musica di conseguenza la affido al caso, chissà.
Brutto e stonato è il regalo che faccio a me stesso per tutti questi anni nel rap. Ci sto mettendo il cuore e mi stanno aiutando moltissime persone che amo e stimo. Per ora vi dico solo questo: chiaramente sarà gustosamente fuorimoda.

6) Ultimamente due fatti di “gossip” che hanno fatto parlare nel mondo rap/hip hop sono stati nell’ordine lo “scandalo” attorno al beatmaker Orthopedic e la partecipazione al programma Amici del freestyler Moreno. Un tuo commento al riguardo?

In entrambi i casi ci siamo comportati in maniera tipicamente italiana. Spariamo sulla croce rossa e saltiamo sul carro del vincitore.
Tra gli “artisti” quelli che possono vantare una coerenza tale da poter parlare si contano sulle dita di una mano. La concordanza tra parole e azioni è abbastanza sottovalutata nel rap checché se ne dica.
La maggior parte di noi ha pezzi contro il classico nemico immaginario che potrebbe essere facilmente individuato dalle descrizioni, l’identikit è chiaro, ma sono tutti amici, fratelli e collaborano tutti, quindi di chi parlate? Guai a fare nomi, altrimenti vieni isolato.
A meno che non esce il nome che è facile fare, come è stato per Orthopedic o Moreno. La gente che schifo io non è un segreto!
Io da “addetto ai lavori” vedo queste vicende sia dal lato artistico che da quello umano e separo nettamente le due cose.
Per quel che riguarda Orthopedic, penso che solo chi è stato danneggiato in prima persona possa esprimersi, so solo che è una persona che si è sempre comportata bene con me, gentile ed educata e questa vicenda non ha cambiato il mio pensiero. Per quel che riguarda il lato artistico non è un caso che lavoro solo con ford78 e Sine. Collaborare con amici che conosci da 20 anni ti mette al sicuro da problemi di questo tipo.
Invece Moreno ha fatto una scelta umanamente comprensibile ma artisticamente indifendibile e purtroppo lo penalizzerà molto.
E’ li in buona fede, ma chi lo ha voluto li sta solamente calcando un trend del momento: il rap vende, i ragazzini comprano, il rap vende ai ragazzini. quindi mettere un rapper in una trasmissione è una scelta vincente, ma finito questo periodo di moda, se vorrà ritornare tra gli appassionati fedeli al genere (e alle regole di questo genere) non so se sarà ancora possibile.

7) I Brokenspeakers come gruppo rap si sono sciolti,come amici no, per questo i fans continuano a sognare, ci regalerete un’altro disco prima o poi?

boh??
io penso che il mio gruppo abbia svolto un ruolo molto importante a roma in un momento di transizione tra vecchia e nuova scuola. non abbiamo mai fatto ostruzionismo e abbiamo dato spazio ad altri quando potevamo farlo. Abbiamo lasciato nel nostro momento di maggior successo lasciano una bella impronta anche se a molti colleghi brucia ammetterlo.
Se ce ne sarà bisogno torneremo di nuovo… come Batman!

8) Sappiamo che hai anche una grande passione per l’arte. Ci parli un po’ di questa tua passione e di come è nata? Qualche posto di interesse artistico da suggerire a noi e a chi ci segue?

Sono molto appassionato del periodo che va dalla fine del 1300 agli inizi de 1700. Amo roma e i tesori di tutte le epoche che contiene. Per la vita che ho avuto sono stato sempre molto in giro per Roma e me ne sono completamente innamorato. Ho iniziato a studiare la storia, gli aneddoti, la cultura popolare di roma.
Ispirato da alcune delle più alte espressioni del barocco piano piano ho iniziato a spostare il mio interesse verso l’arte pittorica e da li mi sono spostato sulla storia dell’arte in generale.
Consigli sui luoghi sarebbero impossibili… tutta Italia. Basta girarsi intorno.
Penso che la ricerca del bello sia l’unica cosa che ci salva in questo paese e purtroppo non la coltiviamo.

9) Molti nostri fan ci dicono di chiederti: perché ti sei tagliato la barba?!

dovevo fare un lavoro e mi è stato imposto un look decoroso. spero di non dover essere più costretto a farlo!

10) Grazie mille per la disponibilità! Concludiamo con un tuo saluto al blog e a chi ci segue!

Un abbraccio ai ragazzi de “L’hip hop è morto? no!”
Continuate a supportare, sta roba è immortale!!!!

Contatti:
– Facebook: http://www.facebook.com/luccibrokenspeakers?ref=ts&fref=ts




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